Il disegno di legge in materia di attribuzione del cognome ai figli

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Tempi segnati per il patriarcato si profilano all’orizzonte con l’imminente tramonto del patronimico. Finalmente è stato redatto il disegno di legge sulle nuove disposizioni in materia di attribuzione del cognome ai figli  che dovrebbe iniziare l’iter parlamentare e portare alla nuova norma entro la fine di questa legislatura . Una proposta che modifica la disciplina civilistica in materia di patronimico cioè trasmissione del cognome paterno al figlio. La Commissione giustizia del Senato è riuscita a creare un testo unico riunendo i cinque diversi disegni di legge preesistenti  accomunati dall’intento di eliminare l’attuale automatismo che in assenza di accordi diversi da parte dei genitori prevede ad oggi l’attribuzione automatica del cognome del padre al figlio.

L’obiettivo politico parrebbe quello di portare a casa entro un anno la legge sul doppio cognome e attribuzione del cognome al figlio non automatico per linea paterna, ma come scelta condivisa da entrambi i genitori inclusa la possibilità di trasmettere al figlio il solo cognome della madre. La Consulta aveva infatti indicato l’obiettivo di eliminare la norma attuale nella parte in cui concede al padre in assenza di accordi diversi la priorità nel attribuire il proprio cognome ai figli della coppia, un vantaggio palesemente discriminatorio nei confronti della madre e per il quale il nostro Paese è stato anche condannato dalla Corte europea dei diritti umani nel 2014 in quanto l’impossibilità di trasmissione del solo cognome materno violerebbe il diritto di non discriminazione tra i coniugi, la stessa Corte Europea dei diritti aveva invitato il parlamento italiano a legiferare per porre rimedio ad una situazione di evidente ingiustizia oltre che di non allineamento agli altri Paesi europei.

In Italia l’attuale sistema di attribuzione del cognome ha come cardine l’articolo 262 del Codice Civile e già i nostri giudici costituzionali hanno più volte negli scorsi anni sottolineato come tale norma non pone su un piano di parità i due genitori negando al minore la possibilità di essere identificato con il solo cognome materno. La Corte Costituzionale italiana ha nel 2016 in effetti sollevato dinanzi a se stessa la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 262 primo comma del codice del codice civile nella parte in cui impone in mancanza di accordo l’acquisizione alla nascita del cognome paterno anziché dei cognomi di entrambi i genitori. A seguito della sentenza della Corte Costituzionale del 2016 quando, con la sentenza numero 286 considerata una delle pietre miliari dell’uguaglianza di genere, ha sancito l’incostituzionalità della norma che prevede l’automatica attribuzione del cognome paterno al figlio legittimo. In presenza di una diversa volontà dei genitori il Ministero dell’Interno aveva emanato due circolari sul tema stabilendo l’obbligo per l’ufficiale di stato civile di accogliere la richiesta dei genitori che di comune accordo intendano attribuire il doppio cognome paterno e materno al momento della nascita o al momento della adozione, ma sempre precisa la seconda circolare il cognome materno avrebbe dovuto seguire ma mai precedere quello paterno, in assenza di accordo dei genitori invece rimaneva l’attribuzione del cognome paterno in attesa di un intervento normativo. Solo l’anno scorso nel 2021 la Corte Costituzionale chiamata a decidere in merito ad un altro caso relativo alla questione del cognome materno ha nuovamente sottolineato l’ingiustizia di tale situazione e ha nuovamente evidenziato la necessità di una nuova legge in questa materia. Insomma il Parlamento in Italia è stato punzonato più volte sia dalle istituzioni europee che dalla Corte Costituzionale perché anche il nostro Paese si dia una normativa sulla trasmissione del cognome allineata con i tempi e non discriminatoria.

Con la proposta di legge in esame in Parlamento le cose dovrebbero cambiare radicalmente ponendo su un piano di parità la figura materna e quella paterna. Le opzioni per trasmettere il cognome al figlio dovrebbero essere tre: i genitori avranno la possibilità di trasmettere solo il cognome della madre, solo il cognome del padre o il cognome di entrambi, nel caso in cui non dovesse esserci accoro tra i genitori al figlio verrà attribuito il doppio cognome, non più il solo cognome del padre, in linea con quanto affermato dalla Corte Costituzionale la quale si è espressa l’anno scorso sulla questione ribadendo che “l’automatica attribuzione del cognome paterno è retaggio di una concezione patriarcale della famiglia e di una tramontata potestà maritale non più coerente con i principi dell’ordinamento e con il valore costituzionale del uguaglianza tra uomo e donna“.

La trasmissione patrilineare del cognome in Italia come in ogni paese in cui vige costituisce “il burqa culturale delle donne” così come affermato da Iole Natoli la donna che ha avuto il merito di essere la prima madre in Italia ad inaugurare la via giudiziaria con la causa civile avviata a Palermo nel 1980 per la questione della trasmissione del proprio cognome alle figlie. Il disegno di legge allo studio che consentirebbe la trasmissione anche solo matrilineare del cognome e che ci auguriamo possa vedere la luce prima della fine di questa legislatura potrebbe davvero essere il segno che il tramonto del patriarcato è iniziato. Mater semper certa est pater numquam
Adelaide Cacace

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