
Alla Triennale Milano è stata inaugurata la XXIII Esposizione Internazionale, uno degli appuntamenti più importanti dedicati al design e all'architettura in campo internazionale. Un evento che nasce nel 1923 e che ogni tre anni invita designer, architetti, artisti a confrontarsi su uno specifico tema. Quest'anno il tema scelto è “Unknown Unknowns. An introduction to mysteries“: una riflessione aperta su quello che non sappiamo di non sapere, un interrogativo che non vuole essere un vuoto filosofeggiare, ma trae spunto dai grandi sconvolgimenti ai quali l'umanità ha assistito in questa prima parte del millennio: terrorismo, crisi finanziaria, pandemia, guerra, attraversati trasversalmente dalla crisi climatica. Crisi che ci obbliga a porci domande sul ruolo della nostra specie in questo pianeta e aggiungerei mette in dubbio finanche la capacità di autodeterminare il nostro destino tanto caro alla filosofia positivista che vede conoscenze e progresso procedere linearmente.
Il tema di questa Esposizione Internazionale ci spinge invece verso quello che non sappiamo, non controlliamo, non mappiamo, invitandoci a sintonizzarci sull'ascolto piuttosto che sulla conquista della conoscenza e si fa centro propulsore della creatività. Una esposizione che vede contributi da 40 Paesi del mondo nell'allestimento, 60 aziende, 20 padiglioni, 6 dei quali dedicati all'Africa il nostro vicino più sconosciuto; un significativo padiglione dedicato ai Sinti e Rom e un padiglione dedicato all'Ucraina.

“La spinta che questa mostra internazionale vuole dare verso il non conosciuto va nella direzione dell'empatia, capacità umana di mettersi negli occhi degli altri soggetti viventi e di percepire i confini dell'ignoto, dell'ascolto della percezione della accettazione di ciò che non conosciamo come presenza costante nella nostra vita” così come afferma Stefano Boeri presidente di Triennale Milano.
Una Esposizione Internazionale questa ricchissima di contenuti e significati nella quale il visitatore empatico potrebbe perdere la cognizione del tempo e aggirarvisi per giorni. La mostra tematica “Unknown Unknowns. An introduction to mysteries” ha avuto come curatrice Ersilia Vaudo, astrofisica e attualmente ESA Chief Diversity Officer alla Agenzia Spaziale Europea (ESA). Una scienziata che nel corso della sua carriera si è occupata anche del supporto alla formulazione della strategia spaziale europea e dei programma di esplorazione spaziale dell'ESA. Il percorso curato dalla Vaudo invita il visitatore ad aprirsi verso l'ignoto come occasioni di meraviglia e trasformazione non con il fine ultimo di trovare delle risposte ai grandi interrogativi della nostra esistenza e del nostro mondo, ma con l'intento di vivere l'ignoto con il piacere che lo stupore suscita.

L'atteggiamento migliore per visitare l'esposizione è proprio quella del flâneur, mente e cuore aperti, sospensione di ogni categorizzazione e giudizio. L'intento è quello di evitare di rappresentare il mistero attraverso le solite polarizzazione luce/buio pieno/vuoto scienza/arte, ma piuttosto attivando sollecitazioni, canali e riflessioni nuove. Parte del percorso è dedicato ai temi legati all'abitare l'ignoto: i sistemi di mappatura, gli strumenti gli habitat progettati per vivere in ambienti sconosciuti, ci troviamo alla fine ad abbandonare la dimensione antropocentrica per aprirci al mistero di mondi inaccessibili; universi sconosciuti, antimateria. Tra i progetti speciali presenti alla esposizione internazionale sono stata rapita da ” il corridoio rosso” una ricostruzione realista di una casa di inizi Novecento, un percorso che ci porta a scoprire un mistero dietro ogni porta ed ogni porta aperta nel corridoio ne apre altre dieci nella nostra mente verso l'immaginario e l'inconscio, fino a giungere dinanzi alla porta che non riusciamo ad aprire e che ci indirizza verso l'uscita obbligata attraverso la ricostruzione una tomba etrusca, insomma una vera Disneyland per la mente, imperdibile a mio avviso per chi decidesse di visitare l'esposizione: “Il corridoio rosso” di Giovanni Agosti e Jacopo Stoppa.
Adelaide Cacace
XXIII Esposizione Internazionale – Triennale Milano
fino all'11 dicembre 2022
realizzata sotto l'egida del Bureau international des Expositions e in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della cooperazione internazionale, è supportata dai membri della fondazione la triennale di Milano: il ministero della cultura la regione Lombardia il Comune di Milano e la Camera di Commercio di Milano Monza Brianza e Lodi
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