Perù. Destituito Castillo, la prima donna alla presidenza: Dina Boluarte

Perù Machu Picchu

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Dina Boluarte  ha chiesto – nel suo primo discorso da presidente del – «una tregua politica per insediare un governo di unità nazionale». La sessantenne e avvocata Boluarte, il 7 dicembre, era la vice presidente del paese prima che il presidente in carica fosse destituito dal Congresso – 101 voti a favore e ne sarebbero stati sufficienti 87 –  e poi arrestato. Lei è la sesta in cinque anni a sedere sulla più alta carica istituzionale ed è la prima donna a divenire presidente nella storia del Perù.

Sempre nel suo primo discorso davanti ad un Parlamento estremamente frammentato – sono tredici i partiti rappresentati –

“ha sottolineato che la sua amministrazione dovrà affrontare la «in tutte le sue orrende dimensioni» . La lotta alla corruzione è un'eterna promessa infranta. Boluarte ha assicurato che la sua prima misura sarà quella di richiedere il sostegno della Procura nazionale e della Procura della Repubblica «per entrare senza mezze misure nelle strutture corrotte dalle mafie all'interno dello Stato», […] si è rivolta anche alle Forze Armate e alla Polizia di Stato. «Vi dico: abbiate fiducia che il nuovo governo rispetterà la sua missione costituzionale, che è legata alla sicurezza di tutti i peruviani». Infine si è rivolta «ai nessuno», in riferimento ai settori più bisognosi. «Prometto davanti al Paese di lottare affinché i nessuno, gli esclusi, i dimenticati abbiano l'opportunità che storicamente gli è stata negata» [1].

Dopo ventiquattrore dall'assunzione dell'incarico – davanti ai media – la presidente ha dichiarato di “aver assunto il mandato presidenziale per risolvere le questioni più urgenti della nazione. Ha escluso la possibilità di elezioni anticipate e ha precisato che successivamente, in dialogo con le organizzazioni, si esamineranno quali passi fare per riorientare il Paese” [2].

L'elezione della Boularde è successiva alla decisione dell'ex presidente Pedro Castillo di scioglere il Congresso e andare a nuove elezioni, di voler riordinare la magistratura e la procura e di aver disposto il coprifuoco tra le 22 e le 4. Di fatto è stato giudicato un tentativo di colpo di stato, anche dalla sua vicepresidente. Le forze armate e la polizia nazionale del Perù avevano immediatamente reagito con un dichiarazione congiunta respingendo lo scioglimento del Congresso in quanto contrario all'ordine costituzionale.
Nel suo discorso l'ex presidente aveva dichiarato che «durante i diciassette mesi della mia amministrazione, un certo settore del Congresso si è concentrato esclusivamente sulla mia rimozione dall'incarico, perché non hanno mai accettato i risultati di un'elezione che voi, cari peruviani, avete definito con il vostro voti».

Pedro Castillo è un uomo dalle umili origini, ex insegnante di scuola rurale, attivista sindacale che non aveva mai ricoperto cariche pubbliche fino al 28 luglio 2021 quando entro in carica. Il suo messaggio e impegno politico era innanzitutto nei confronti dei tanti peruviani che da tempo sono stati lasciati indietro e contro la corruzione che da anni stringe in una morsa il paese. Ma fin dall'inizio non ha avuto la forza, complici anche un Congresso frazionato e una vittoria risicata, e la capacità di gestire la sua compagine politica e il suo governo sostituendo ministri inadatti al ruolo e precedentemente nominati. Poi ha dovuto affrontare accuse di corruzione in cui erano anche coinvolte membri della sua famiglia. Due richieste di impeachment non portate a termine e a novembre è stato accusato di traffico di influenze e di essere a capo di un'organizzazione criminale per arricchirsi attraverso appalti pubblici e per impedire le indagini.

Natalia Sobrevilla, professoressa di storia latinoamericana all'Università del Kent ha detto che «Castillo è un sintomo della crisi piuttosto che la causa».I suoi predecessori non erano da meno in quanto a mozioni di impeachment:

“Pedro Pablo Kuczynski si è dimesso piuttosto che affrontare l'impeachment e il suo successore, Martín Vizcarra, è stato estromesso nel novembre 2020 dopo aver sciolto il Congresso un anno prima. Nonostante la sua impopolarità, Castillo ha costantemente ottenuto indici di approvazione più elevati rispetto al Congresso. Un sondaggio dell'Institute of Peruvian Studies il mese scorso ha rilevato l'86% di disapprovazione del Congresso e solo il 10% di approvazione, mentre le valutazioni negative di Castillo erano del 61% e il 31% approvava la sua performance”[3].

Castillo è stato allontanato in maniera indolore ma Dina Boluarte, senza un sicuro appoggio parlamentare, avrà non poche difficoltà ad affrontare la crisi economica sociale e politica che strangola il paese. Un paese con una leadership colpevole di non aver saputo affrontare la pandemia da che ha provocato oltre 200.000 morti dando al Perù il triste primato di paese al mondo con il più alto tasso di mortalità da Covid-19 in rapporto alla popolazione.

“Particolarmente colpita la capitale Lima, che ha dieci milioni di abitanti: i suoi ospedali saturi si sono trasformati in sale mortuarie e le file interminabili di peruviani che cercavano di comprare bombole di ossigeno a peso d'oro hanno segnato nel profondo i ricordi delle persone. Secondo uno studio americano-britannico pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet, quasi centomila bambini peruviani hanno perso il padre, la madre o entrambi i genitori. Queste cifre sono confermate dal governo peruviano. Un bambino su cento: anche in questo caso il dato peggiore del mondo” [4].

Forse come sostiene Gonzalo Banda il Perù è un paese che

“si governa nel caos e nella confusione finché l'economia gli permette di resistere, è il nostro modo di accettare il fallimento di partiti e di progetti, non è consigliabile o salutare, non è sostenibile come dimostrano le prove accademiche, ci getta nella confusione e nella casualità con frequenza crescente e meno pazienza. Ma a un certo punto la nostra fortuna si esaurirà, cittadini sempre più disincantati chiederanno nuove elezioni o risposte più radicali, nessuno si illuda che un voto al Congresso placherà gli animi del Perù antisistema, e ancor di più dopo il atteggiamenti infantili dell'opposizione quando i problemi si accumulano su di noi” [5].

Forse andrebbe rivolto lo sguardo e l'analisi ai fattori profondi che minano questo paese, e tanti altri, e cioè un sistema basato sulla conflittualità dovuta al mercato, sulla sopraffazione e quindi sulla disuguaglianza.
Pasquale Esposito

[1] Martín Calderón, Dina Boluarte: Las primeras medidas y promesas anunciadas por la nueva presidenta de la República, 8 dicembre 2022
[2]  Presidenta de Perú descarta adelantar elecciones, 8 dicembre 2022
[3] Dan Collins, Peru president removed from office and charged with ‘rebellion' after alleged coup attempt, 8 dicembre 2022
[4] Amanda Chaparro, In Perù la pandemia ha creato una generazione di orfani, 21 aprile 2022
[5] Gonzalo Banda, La crisis en Perú no ha terminado, 8 dicembre 2022

 

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