
I poliziotti scontrosi, abbastanza rudi, fuori dalla norma e un tantino asociali vanno molto di moda in Tv. Dopo Rocco (Schiavone), Giuseppe (Lojacono) e Salvo (Montalbano) sul piccolo schermo ne arriva uno nuovo, altrettanto rude dei precedenti ma decisamente femmina e con un nome che un po' parla da sé.
Petra (Delicato, il suo cognome), interpretata da Paola Cortellesi, è la novella poliziotta che SKY propone ogni lunedì: quattro appuntamenti per quattro indagini. Versione televisiva dell'originale cartaceo creato alla metà degli anni '90 del secolo scorso dalla scrittrice spagnola Alicia Gimenez-Bartlett, la Petra barcellonese romanzesca, in tv diventa genovese. Però restano le caratteristiche principali: ex-avvocato entrata in polizia con l'incarico di archivista, sposata e divorziata due volte, in mancanza di ispettori disponibili si trova deputata alla soluzione di un caso di violenza e omicidio e, affiancata da un vice-ispettore che conosce poco, riuscirà ad arrestare il colpevole. Il procedimento di attualizzazione allo schermo è simile ai già citati Montalbano, Schiavone e Co., protagonisti che nati da una serialità letteraria acquisiscono nuova tridimensionalità in tv e tornando via via in storie diverse, pur conservando lo stesso ruolo, rinnovano il proprio successo di personaggio.
Petra ha un cuore che un po' assomiglia al suo nome, ma pur ispida e abbastanza scorretta, professionalmente parlando, qualche sentimento lo prova malgrado sé: forse per il suo secondo ex-marito, l'unico dei due con il quale ha conservato un dialogo e anche un rapporto «amichevole»; sicuramente per il suo vice Antonio Monte (Andrea Pennacchi), uomo di mezza età e vecchio stampo, vedovo e con molti anni di servizio alle spalle. È lui l'anima paziente e sentimentale, ancorché disillusa, dell'insolito duetto di poliziotti, che indagine dopo indagine finisce per diventare una coppia di amici, spigolosa forse, come i due elementi che la formano, ma in cui le peculiarità dell'uno sono di rincalzo alle pur ben nascoste qualità dell'altra.

Come per i romanzi della Bartlett, e in fondo come anche per la maggior parte dei poliziotti letterari citati e non, l'indagine non è che un tassello della storia; il fulcro sono i personaggi stessi, che nella serialità rivelano lentamente la propria natura di esseri umani, malcerti, delusi, disincantati e sentimentali seppur a modo loro. Ma nella trasposizione televisiva, la Petra della Cortellesi è forse un po' forzata, legnosa, non caricaturale ma a tratti artificiosa, soprattutto quando si accompagna a Pennacchi, la cui interpretazione di Monte risulta invece molto più rilassata. Insomma, una Petra non credibile al 100%, ma comunque plausibile.
Il risultato complessivo è certamente quello di un ottimo prodotto televisivo, molto curato e di qualità che manca di mordente; il fluire del racconto difetta di incisività considerando poi che l'indagine in sé, come già accennato, è solo una delle tessere della vicenda. Insomma bello, ma senz'anima.
Però una cosa indubitabilmente perfetta c'è: la fotografia, che trasfigura la luminosità della capitale ligure e le assegna un carattere cupo e fosco che le calza a pennello, magnificandone il fascino fatto di contraddizioni.
Ed è per questa che la regia di Maria Sole Tognazzi rivela l'inequivocabile suo innamoramento per la città.
V. Ch.
-----------------------------
-----------------------------
Se sei giunto fin qui vuol dire che l'articolo potrebbe esserti piaciuto.
Usiamo i social in maniera costruttiva.
Condividi l'articolo.
Condividi la cultura.
Grazie