
Il romanzo di Pietro Santetti, Uomini di cavalli, può essere definito, se abbiamo bisogno di formule per inquadrare in qualche modo il testo, come un romanzo di formazione, con al centro la storia di Lucio e del suo amico Ferro. La formula si completa, però, se teniamo conto di alcuni altri fattori di contorno che riguardano la formazione dell’autore, le vicende legate al mondo dei cavalli e il rapporto fra la passione e la dura realtà dei fatti che non sempre aiuta a mantenere in vita i sogni.
Un mondo da scoprire quello dei cavalli oltre l’apparenza delle belle immagini e delle dolci relazioni fra uomini e animali attraverso le pagine di Uomini di cavalli di Pietro Santetti. L’autore è, infatti, giunto alla scrittura dopo un lungo cammino nel mondo dei cavalli. In quell’ambiente ha ricoperto ruoli diversi e a volte contrastanti e ne conosce, quindi, i risvolti che restano dietro l’apparenza e che sono legati al denaro, alla violenza e anche al cinismo.
Citazione 1
Il nostro maneggio era in buca. Sorgeva sul finale di due colline che scendevano diritte su di noi, mentre dietro la siepe che disegnava il confine si stendeva una spianata di grano, o erba medica, o erba e basta, a seconda della stagione, e poi ancora verde, giallo e marrone su più livelli, sotto il cielo aperto.
Lucio, come il suo amico Ferro, coltiva un sogno che si fa a tratti mania, febbre, malattia: essere un cavaliere che attraversa il campo di gara come un eroe pronto all’impresa. Lucio e Ferro hanno in comune complesse vicende familiari che ne hanno compromesso, almeno in parte, la fiducia verso gli adulti e verso il futuro. C’è bisogno di un sogno che assuma l’aspetto di una mania per uscire dalle secche dell’esistenza: si prova a correre lontano o in alto per superare gli ostacoli del campo e quelli della vita.
Citazione 2
All’uscita del campo gara Ferro e Vieri erano emozionati fradici, urlavano, davano gran pacche a me e a Caligi che non aveva neanche più la forza di spaventarsi. Io ero in trance, con gli applausi ancora nelle orecchie mi domandavo dove fosse finito mio padre, e quel che accadde continuò così veloce da non potergli stare dietro.
Così Lucio, mentre sembra fuggire via da un padre divenuto ingombrante, finisce per essere prigioniero di un cavallo, di una vita di sacrifici, di una logorante attività quotidiana. Lucio e Ferro portano con sé un misto di dolcezza e di cattiveria che si riversa prima sugli affetti familiari e poi sulle donne che incontrano. L’amore per l’equitazione e per i cavalli non può restare per sempre puro quando il doloroso lavoro di ogni giorno piega la schiena e costringe a fare i conti con gli affari di gente senza scrupoli, con un avido commercio di cavalli e di sogni, con un mondo in cui i rapporti umani sembrano sempre inquinati dal denaro e dalla brutalità.
Citazione 3
Zaccone aveva clienti di ogni età, ma tutti ricchi, perché per farsi seguire da lui bisognava essere sempre disposti a cambiare cavallo per «andare avanti» ogni volta che ne vedeva la necessità.
Lucio sa resistere alla fatica e sa chiudersi in sé stesso: insomma ha carattere e una sorta di illimitata fiducia nel futuro. Ci sono i cavalli e ci sono gli uomini; ci sono i cavalli e il legame che con essi si crea e ci sono gli uomini che per calcolo e necessità violano i legami che si sono creati; ci sono i cavalieri che si legano ai cavalli e che con essi sembrano condividere un destino di smarrimento. L’autore, con la capacità di restituirci un mondo che ben conosce, indica che il naufragio più grande sta nel rimanere prigionieri di quei sogni che consentono agli altri – quelli senza scrupoli – di avere potere su di noi: la vera linea d’ombra da superare è proprio quella della mediazione fra sogno e realtà, tra attesa e realizzazione.
Citazione 4
I giorni fuggivano senza di me. Le domande mi schiaffeggiavano, si accavallavano l’una sull’altra, e i ragionamenti, spinti da un eterno vento a spirale, giravano su se stessi senza approdare da nessuna parte, tenendo in ostaggio il mio pensiero. Mi sentivo stordito. Derubato d’ogni prospettiva
Nella vita di Lucio sembra aprirsi un baratro in cui anche l’amore si fa trappola: l’amore per il successo; l’amore per i cavalli e per un cavallo in particolare; l’amore per una giovane donna che sembrava colmare tutti i vuoti. Poi, come una notizia in fondo sempre attesa, giunge il dolore della morte e la fine dell’innocenza: allora, e solo allora, sarà possibile scoprire il vero valore dell’amicizia e accettare che i legami, che erano sembrati essere delle briglie troppo corte, sono l’unica ricchezza vera che rimane per poter sognare ancora.
Antonio Fresa
Pietro Santetti
Uomini di cavalli
Mondadori, 2022
Pagine 312; € 19,50
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