
La serata è stata incorniciata in un luogo che non ha bisogno di descrizioni: Palazzo Brancaccio.
Nell'atmosfera dell'Alta Moda Romana ieri sera si respirava un profumo anche di “utilità sociale” della bellezza dell'arte.
I linguaggi di espressione si sono fatti ancor più internazionali tanto da quantificare in 30 Paesi i partecipanti complessivi a questo evento, come ha ben sottolineato Nino Graziano Luca, ideatore e conduttore di World of Fashion. I Paesi debuttanti sono stati l'Iran con Neda Mohktari e il Mali con Pinda Kida.
Gli abiti presentati, di ogni stilista presente, hanno fatto sognare la platea, fruscianti, ispirati alle stelle, con ricami pregevoli e colori delicati e netti a presentare le infinite possibilità di creazione degli artisti. Ognuno con il suo stile ben definito.
Gli abiti da sposa di Neda Mokhtari hanno valorizzato ricami e tessuti orientali ben coniugati con tagli più moderni.
Le creazioni di Pinda Kida, con il progetto Pinda4griot, anticipate da un richiamo a Joker, simbolo di lotta contro le ingiustizie, si sono rivelate innovative in quanto a scelta dei tessuti e “larghezza” e “comodità dei tagli“, per indossarli si può avere “taglie normali” e questo è un bel segnale di non discriminazione, nel mondo “perfetto” dei soli magri.

Il progetto di Pinda è eco/socio/compatibile, il basin, un cotone naturale molto resistente in colori illuminanti, è il frutto di una scelta a monte della stilista del Mali: creare insieme alle donne per lanciare un segnale di progresso verso la libertà condivisa e di futuro per l'autonomia femminile.
Pinda Kida è stata “differente“.
Sostenuta da una forza di volontà ammirevole e da l'equipe della Onlus TILT nelle persone di Maria Pia Pizzolante e Ylenia Daniello, inserita anche nella Green House di Fertile, Pinda è stata generativa di una vittoria sulla passerella, personale e professionale.
TILT è un'associazione ecologista, antirazzista che punta e valorizza l'empowerment femminile. Ieri sera in prima fila sedeva, peraltro, anche Laura Boldrini.
Pinda4griot “è un grido silenzioso“, ha sintetizzato la stilista intervistata a fine sfilata da Nino Graziano Luca. Griot sta anche per “cantore, poeta e portatore della storia del villaggio“, interpellato nei momenti di scelta tra “bene e male“. Pinda è stata testimone della storia del suo posto, con la bellezza.
Ed è stato semplice e bello anche, subito dopo, il momento della premiazione, da parte di Stefania Orlando e Laura Comi, in cui al collo della stilista e del suo staff spiccava il nastro a ricordo del Giorno della Memoria con su scritto “Peace & Love”.
“Come proseguirà ora il viaggio di Pinda?“, chiedo a lei dopo averle scattato una foto con il telefonino nel “backstage”, con il premio ricevuto tra le mani.
“Progettiamo di andare in Africa, a Marrakech, capitale della cultura“.
E un'altra incredibile differenza nella sfilata di Pinda è stata che le modelle sorridevano. Anche questa è innovazione.
Stefania Ratini
Foto di Matteo Nardone
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