
Pino Dal Gal nasce nel 1936 a Verona dove vive. A casa sua, alcuni anni fa, ho trascorso una giornata insieme a lui e alla sua fotografia. Una giornata densa di emozioni a casa di un maestro, tra i fotografi più importanti al mondo della sua generazione. Mi sono sentita dentro le immagini di un film all'infinito.
Mi affascinarono i suoi racconti, anno per anno, da quello sulla poliedrica artista Vali Myers, Wally – nata nel ‘30 e morta nel 2003 – rappresentata in un suo scatto del 1969 a quello dei bambini immortalati nel fienile del 1960. Una vita di immagini.
Andammo in terrazza e lì cominciò a fotografarmi, primi piani che conservo con cura nel ricordo.
La fotografia di Pino Dal Gal è “sospensione poetica dell'immagine metafisica e memoria del vuoto” nell'incomunicabilità e analisi del mondo umano, di un'umanità divisa e confusa nella grande tragedia della storia del secolo scorso – nella visione introspettiva di mutamenti sociali e culturali.
Il neorealismo di Michelangelo Antonioni come punto di riferimento.
Ho chiesto a Pino di recente qual è il suo sguardo sulla fotografia oggi.
Non molto buono. Bisogna fotografare con il cuore e l'anima, c'è tanta fotografia fatta senza messaggio – cosa molto importante in questo momento storico.
“La conoscenza del reale è una luce che proietta sempre da qualche parte delle ombre”, Gaston Bachelard.
Maria Grazia Galatà
per saperne di più
http://www.pinodalgal.it/biography.html
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