Poesia contemporanea in bilico o solo in attesa (I)

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Sono in molti a ritenere che una speciale prosa “”, con accenti comunque poetici, ha preso, almeno temporaneamente (così si crede), il posto della ““, quella che abbiamo sempre ritenuto sublime, immortale, nascosta in un proprio mondo inattaccabile, comunque segnando un tempo lento, quasi infinito. La Poesia che non muore mai.
L'ultima Poesia dei giorni nostri è, viceversa, una prosa più veloce, sbrigativa, “liquida”, per dirla alla Bauman, che usa comunque impulsi poetici. Per cui sembra possa rientrare nei concetti – ma non nei canoni – della grande Poesia. Quell'eccelso “ambito riservato“, sublime, di eccellenza non contaminata, espressione profonda dell'animo umano, oltre l'essere umano, sembra ormai lontano.
Dice , poeta contemporaneo e “poeta digitale“, sostenitore in Italia della e-Poetry, e della e-Literature (Poesia e Letteratura digitali), che i nuovi supporti digitali non solo portano una modifica sostanziale nella lettura tradizionale, ma, addirittura, spostano lo scritto su carta e le parole in una nuova e più ricca rappresentazione ipertestuale, multifunzionale. Compresa la Poesia e la Letteratura.
Non è più un rapporto diretto ed esclusivo con sole parole imposte dall'Autore in un libro, lasciando a noi lettori la capacità autonoma di immagini personali. Subentra, viceversa, un uso contestuale di altre immagini, suoni, video, colori, e quanto altro di digitale, per trasformare le parole scarne, in parole “virtuali“, visualizzate in tanti altri modi contemporaneamente. Una sintesi estrema.
Tutto questo rappresenta una chiara trasformazione sostanziale del tradizionale modo di esprimerci, in cambio di un più complesso modo di osservare e comunicare.
Tutto questo, continua ad osservare Lello Masucci, non è esploso solo con l'avvento dell'era digitale, ma è nato prima, quando il “” ed il “” dei primi ‘900, hanno fatto piazza pulita dei codici e delle regole tradizionali, in tutte le forme artistiche possibili, tra loro contaminandosi.
Nella Poesia, in particolare, sono state spazzati via tutti i vincoli della tassonomia poetica tradizionale (ritmo, metrica, figure metriche, rime, figure retoriche, etc.), dando il via ad una Poesia comunque più “libera” ed istintivamente più “emozionale” al momento, più spontanea, in tempi meno diluiti, più rapidi ed impertinenti.
Altro Poeta digitale italiano è , attivo anche nell'Arte visiva, poi digitale.
Non credo che i due Poeti italiani citati siano, a caso, solo cultori del bel scrivere e dell'Arte visiva insieme, in particolare digitale. Vogliono sperimentare, attraverso il digitale, più di quanto le stesse due discipline, ciascuna per conto suo, consentano. Ciò dimostra che la Poesia e l'Arte contemporanee si sono tra loro incontrate e incastrate in modo sempre più intrigante. Soprattutto grazie alle tecnologie ultime, che consentono maggiore espressività multipla.
La “Poesia digitale contemporanea” si avvale sempre di più degli effetti speciali della stessa Arte digitale. E quest'ultima, a sua volta, comincia a sentire la necessità della parola. L'Arte digitale non è più muta.
L'ambito digitale delle due manifestazioni artistiche appena citate, in Italia è ancora poco noto, mentre lo è molto più nei Paesi nordici europei, ma il fenomeno non tarderà a manifestarsi ed estendersi in tutta la sua potenzialità anche da noi. Per ora si tratta solo di tentativi e di reciproche contaminazioni in crescita.

In ogni caso, e contro tutto quanto detto, siamo convinti che la “Poesia sublime” è solo “sospesa“.
Tranquilli, quindi! La “Poesia” sublime di una volta comunque non morirà mai, perché immortale è l'anima. Si tratta solo di trasmigrazione verso nuove civiltà e culture (siamo ancora in uno stato confusionale, e pessimismo inutile). Ritornerà, certamente, non più all'interno degli stessi registri. Siamo in una fase di maturazione ancora molto complessa. Soprattutto sulla scia di una crisi di trasformazione generale lunga, che non consente, in generale, per qualsiasi ambito culturale e sociale, di ritornare perfettamente ai “precedenti” stati. Sia pure attraverso processi di continuità  relativa.
La Poesia, quella già “antica“, per ora è solo in freezer. In uno stato di ibernazione, o di sola reminiscenza prossima. La riconosciamo e ci emozioniamo ancora oggi rileggendola. Ha solo lasciato temporaneamente il posto ad una pazza “ contemporanea”. Ovvero per ora un “nulla” (come dicono alcuni), in attesa del grande ritorno o della nuova grande svolta.

Nel frattempo, allora, emerge una sostituta “Prosa emozionale contemporanea“, superiore solo di una spanna alla “Prosa discorsiva” corrente, ancora praticata. Un tentativo per andare in fuga e raggiungere un traguardo in tal caso ancora incognito.
La “prosa discorsiva” è come un ordinario racconto di vita, senza limiti di fantasia. La “Prosa emozionale contemporanea” acquista un più deciso picco di accento poetico. Non ancora sublime.
La “Prosa emozionale contemporanea“, poi, si aggrega pian piano in una più grande sommatoria di sensazioni frazionate e veloci, attualizzate, variegate, sia pure ancora informi, caotiche. Rimesse, alla fine, tutte insieme, in una massa critica unica, con impeto nuovo, inusitato. Effetto caratteristico della “contemporaneità” ancora convulsa.

Questo succede anche all'Arte, presa singolarmente, da tempo caduta in un parallelo affanno spasmodico, alla ricerca di “novità per la novità”. Nuovi temi, nuovi spazi, con tempi diversi e rimandati a visioni che non preludono, in genere, ad un ordine progressivo tra passato, presente e futuro congiunti. Quest'ultimi trattati, invece, separatamente, o con insolita simultaneità.

Anche l'Architetturacontemporanea” – comunque Arte complessa, come sempre detto, subisce lo stesso effetto di sospensione figurativa. L' contemporanea è oggi soltanto e più generalmente  “decostruttivista“. A tutti i livelli. Anche qui il segno di una rivoluzione primi del ‘900.
Sono spariti i numerosi “movimenti architettonici” tradizionali. Mancano anche i famosi riferimenti ai  “post” architettonici, che, pur in opposizione, erano mossi dal uno spirito di “continuità difforme”.
L'Architettura contemporanea multiforme decostruisce tutto e ovunque (cioè smonta e rimonta con nuove visioni vicine/lontane), senza “movimenti culturali” appositi alle spalle. Con l'alibi dell'era tecnologica, che consente più facilmente forme più complesse e “libere“. Con l'ammiccante vantaggio di una più esplicita “sostenibilità” costruttiva e funzionale. “In tempo reale” (rivoluzione temporale contemporanea). Attraverso forme più “fluide“, fuori dalle regolarità della “razionalità ortogonale” precedente. Stabilendo una nuova “libertà espressiva” globale, quasi senza limiti, anche gravitazionali. Con un nuovo concetto di “spazialità” allungata, che riporta alla bistrattata (fino a ieri) .
Si tratta comunque, anche qui, solo di una particolare “fase di transizione” – come altre volte è avvenuto. All'interno di una nuova alea di rischio o di diversa cultura globale.

L'irrequietezza “contemporanea” (interna alla “Civiltà contemporanea” tout court), tende ad eliminare e fondere lo strano coacervo delle diacroniche atmosfere del reale, dell'irreale, dello spirituale, fino a far coincidere tutto nell'ancora più avanzato ed estremo “virtuale del virtuale”.
Nell'era “contemporanea” pluri-genere, tutti gli aggettivi di “moderno” dovranno essere subito sostituite con il termine di “contemporaneo“. “Arte contemporanea“, ““, etc. Una necessità inevitabile.
Eustacchio Franco Antonucci

Proposte di lettura correlata
Non una classica bibliografia, ma una serie di riferimenti per la navigazione digitale:

Passaggio dal moderno al contemporaneo – Treccani – www.treccani.it
Giorgio Agamben, “Che cos'è il contemporaneo” – www.gabriellagiudici.it
Mario Buonfiglio, “Poesia contemporanea” – www.poesia2punto0.it
Ricerca scientifica e tecnologica – Treccani – www.treccani.it
Lello Masucci – OLE – Officina letteratura elettronica – www.lellomasucci.net – www.wuz.it
Nanni Balestrini, Poeta e Artista visivo – www.nanninalestrini.it
Città panico” del filosofo urbanista – www.wuz.it
La bomba informatica del filosofo urbanista Paul Virilio – www.wuz.it

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