
Lo scorso martedì 25 settembre presso l’Istituto Italo-Latino Americano a Roma, si è tenuta la presentazione dell’edizione italiana di “Tre romanzetti borghesi/Tres novelitas burguesas” di José Donoso, scrittore cileno, pubblicato in originale nel 1973. Si tratta del terzo volume della collana Narramerica, nata proprio da un progetto dell’IILA stesso in collaborazione con la casa editrice Edizioni Fahrenheit 451, uscito a luglio 2012 e tradotto da Teresa Cirillo Sirri.
Ogni opera della collana sarà pubblicata in lingua originale con testo a fronte, così che il lettore avrà la possibilità di seguire tutte le sfumature linguistiche dell’inesauribile patrimonio culturale dell’America latina.
La nascita di questa collana è un passo importante nel mondo dell’editoria italiana proprio perché si propone di esportare nel nostro paese una letteratura – appunto quella latinoamericana, la quale, ad eccezione di quei quattro o cinque nomi di fama mondiale e ovviamente degli studiosi del settore o appassionati di letteratura è pressoché sconosciuta al grande pubblico – che vanta autori e temi di grande valore ed interesse. Molti di questi scrittori sono stati tradotti ed importati in Italia negli anni settanta, periodo culturalmente assai fervido ed in cui maggiormente si è avvertita la comunanza intellettuale con gli scrittori latinoamericani, con i quali, per quanto figli di culture diverse, siamo linguisticamente imparentati e ci troviamo a condividere tematiche esistenziali in fondo universali, ma oggi sono praticamente caduti nel dimenticatoio.
Uno di questo è proprio il cileno José Donoso, nato a Santiago del Cile nel 1924 e morto nel 1996, a lungo in viaggio tra Europa e Stati Uniti e vissuto in Spagna dal 1967 al 1981, tradotto in sedici lingue ed insignito di parecchi riconoscimenti letterari, un autore che merita quindi certamente di essere ri-scoperto e studiato. Figlio dell’alta borghesia cilena, la sua formazione può forse definirsi più vicina alle tematiche romantiche e novecentesche della lettura anglosassone, in particolare quelle relative alla disgregazione dell’io, all’impossibilità di ridurre il concetto di identità ad un solo nocciolo di verità fisso ed immutabile e quelle del doppio, o meglio, dei tanti doppi possibili, ché infinite sono le possibilità del singolo soggetto nelle sue rivelazioni e rappresentazioni fantasmagoriche dell’essere; ma ciò che maggiormente denuncia, in particolare nei Tre romanzetti borghesi, è appunto l’ipocrisia e l’illusorietà delle certezze date dalle convenzioni borghesi, una denuncia che però non si limita all’analisi del sociale, ma è sempre di tipo esistenziale e finanche metafisico. Così demolisce il matrimonio ed il rapporto di coppia e tutte le convenzioni artificiose in cui l’essere, anziché trovare piena espressione, finisce per ingannarsi e dissolversi.
Di queste ed altre tematiche presenti nella sua opera, così come della sua prosa – una prosa che può definirsi realistico-creativa o realistico-immaginaria, in antitesi al realismo-mimetico – ci ha parlato il critico Stefano Gallerani, scelto, insieme ad altre figure rappresentative della cultura latinoamericana e dell’IILA, per presentare ed introdurre il libro di Donoso; devo ammettere che è riuscito nell’intento di suscitare una notevole curiosità intorno all’opera dell’autore cileno, dimostrando un fervore ed una passione sicuramente contagiosi.
L’evento è stato inoltre impreziosito da una lettura in lingua originale di un estratto da “Tre romanzetti borghesi”, ben interpretato dall’attrice Luciana Zanella, con intermezzi musicali del Maestro Francesco di Gilio San Martin. Al termine un’ottima esecuzione al piano di musica cilena che ha certamente contribuito al diffondendersi di un’atmosfera emotivamente coinvolgente.
Una presentazione, sia della collana Narramerica, che del libro di Donoso, che riuscendo ad essere al tempo stesso informale, ma professionalmente accurata, ha saputo smuovere il giusto interesse per lo scrittore cileno e le sue opere, uno scrittore che merita di essere conosciuto, magari a cominciare proprio da Tre romanzetti borghesi, ma anche per la letteratura latinoamericana in generale, di cui, ripeto, c’è scarsa offerta nelle librerie. Ben vengano quindi iniziative come questa della collaborazione tra IILA ed Edizioni Fahrenheit 451.
Prossimamente, sempre per Mentinfuga, una recensione ed approfondimento dei Tre romanzetti borghesi.
Rita Ciatti
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