Raffaele Federici: Confini stravolti

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La recente pandemia ci chiama in causa tutti senza esclusione alcuna. Le emozioni che abbiamo vissuto in questo lungo periodo di chiusura e di separazione costituiscono un punto di partenza necessario per avviare poi una riflessione che ci consenta di storicizzare quest'esperienza.
Confini stravolti, il testo di Raffaele Federici, docente di sociologia all'Università di Perugia, ci aiuta, quindi, a elaborare una prima e ancora provvisoria ricognizione sulla situazione che abbiamo vissuto.

Il testo di Raffaele Federici si propone come una prima necessaria riflessione su quello che abbiamo vissuto senza preclusioni e senza infingimenti.
Siamo chiamati a cogliere lo stravolgimento dei confini – confini del nostro muoverci, del nostro pensare, delle categorie con le quali siamo soliti sistematizzare il rapporto con la realtà – come un'opportunità per elaborare qualcosa di nuovo e di profondo per fronteggiare la crisi che ha radici lontane e non solo legate alla pandemia.
Non sappiamo ancora calcolare tutti gli esiti della pandemia che ci ha colpito; non siamo ancora in grado di vedere tutte le novità che essa comporterà.

Un percorso necessario, dunque, che parte coraggiosamente dalle emozioni che si sono sedimentate nei giorni in cui siamo stati separati gli uni dagli altri: le emozioni ci hanno insegnato e ricordato la forza dei nostri legami sociali; le emozioni non possono essere abbandonate a se stesse come un semplice preambolo alla razionalità.

Citazione 1
L'arrivo della prima pandemia globale del XXI secolo sta avendo conseguenze drammatiche per tutti gli esseri umani. Gli studiosi, gli intellettuali, non costituiscono una eccezione. Una pandemia che sta trasformando il tempo e lo spazio, la capacità di riflessione e di interpretazione, che ha caricato di informazioni il sistema biologico e il sistema sociale.

Il problema, ci spiega l'autore, durante una conversazione, è che: “Non tutte le crisi si trasformano in catastrofi e, muovendoci in quella che è stata definita dai tedeschi come la società del rischio, la nostra capacità di storicizzare, e quindi analizzare e separare, è il primo tassello per costruire una risposta”.
Se ci domandiamo, come si possa uscire, quindi, da una situazione così particolare troviamo nelle pagine di Confini stravolti un primo suggerimento da cogliere.
È necessario costruire una riflessione profonda, legata anche a una storicizzazione dei problemi, per individuare le priorità da affrontare.
La crisi legata alla può non diventare una catastrofe se, partendo da un'analisi seria e profonda, saremo in grado di individuare le priorità da affrontare: formazione, sanità, lavoro possono essere i primi tasselli di una risposta organizzata.

Citazione 2
È vero, manca ancora la distanza cronologica e il distacco emotivo che dovrebbe caratterizzare ogni riflessione, ma è altrettanto vero che l'esperienza diretta e la passione non sono soltanto degli ostacoli epistemologici, possono essere anche il sentiero di una epistemologia della passione, di pensare una osservazione senza la mano ferma delle indagini perché questo di fatto costituisce già da se un requisito. Passione per ciò che è umano, passione per ciò che dovrebbe essere una etica della cura, intesa nel suo senso più vasto, ossia di una etica del prendersi cura, una dimensione per potere ri-pensare il rapporto con la vita.

Un testo anche “egoistico”, ci precisa Federici, nel senso che contiene in sé anche la necessità di rivedere quello che si è studiato per anni, e ripercorrere le varie fasi che sono state affrontate.
Un “egoismo” che è anche – nella dimensione prima del singolo e poi della collettività – il punto di partenza per separare, ponderare, analizzare gli elementi da lasciare per strada e quelli da conservare per avviarsi verso il futuro da progettare.

Dare un ordine alle cose è una necessità fondamentale per avviarsi a fare scienza”, ci ricorda Federici.
In realtà, – chiarisce poi l'autore – come accade per tutte le cose che si scrivono per una riflessione da condividere prima con se stessi e poi con gli altri, il lavoro principale è quello di ordinare le cose, ripercorrendo i fatti storici e declinando poi un'analisi che si leghi davvero alla situazione in questione”.

Citazione 3
La sfida, probabilmente sarà quella di governare la fase della post-pandemia ripensando la centralità dello Stato e delle organizzazioni della governance globale e fra gli stati, ripensando la centralità dei sistemi manifatturieri all'interno di un sistema di regole condivise. Il lassismo normativo del neoliberismo, da solo, non può sostenere una sfida di questo tipo, non può produr-re posizioni comuni sulla natura dei bisogni umani.

La nostra cultura, anche attraverso la letteratura, si è confrontata in varie occasioni con le epidemie e le malattie. In particolare la peste, che ritroviamo come protagonista spesso fondamentale in testi famosi come quello di Camus o di Manzoni, ci ha accompagnato nei secoli come una tremenda e devastante occasione di crisi.
Seguendo questa suggestione, ci ricorda ancora Federici: “La parola peste ha per noi un senso direi manzoniano, perché essa indica una crisi di sistema; usiamo oggi la parola peste perché essa indica l'apparizione di una crisi di sistema. La nostra epoca sembra in difficoltà più per una mancanza d'idee che per una mancanza di soldi. Il vero problema sono le idee e le risorse intellettuali, risorse sulle quali non abbiamo investito. Siamo, ad esempio, un paese che ha un basso numero di laureati”.
Non investire sui giovani e sulla formazione significa non essere in grado di affrontare le sfide del futuro prossimo, di quel domani e dopodomani che in realtà sono già qui.

Citazione 4
E, in questo cupo quadro, la politica economica e industriale, nella fase del giorno dopo domani, farà la differenza, e servirà, soprattutto, a ridare senso all'immediato futuro, ossia alla vera incognita del post-pandemia. Probabilmente il filo conduttore delle politiche dovrà essere in grado di rimettere insieme, in una manovra espansiva, sia la ripresa delle attività manifatturiere e di servizio sia, in termini più generali, l'uscita di stallo sociale, politico e, in fondo psicologico, dell'economia italiana.

Se il futuro è già oggi, non si possono avere soltanto incertezze ma serve un'analisi profonda dei fatti e bisogna andare ben oltre una superficiale analisi televisiva. Molti dei fattori di crisi di una società come quella italiana provengono da lontano e, provando a gestire il nostro futuro, la pandemia potrebbe rappresentare anche una grande occasione per progettare un futuro diverso. In conclusione, il testo di Federici è utile sia come stimolo sia come punto di partenza per un'analisi ancora da costruire nella sua completezza.
Antonio Fresa

Raffaele Federici
Confini stravolti
Intermedia Edizioni, 2020
Pagine 72; € 12,00

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