
Il cinema italiano continua ad essere malato e una delle sue patologie sono gli incassi, evidentemente frutto di un'incapacità di attrarre spettatori. Sono chiare le parole di Nicola Borrelli, dg Cinema del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT): «il settore dell'audiovisivo è piccolo, rattrappito rispetto alle potenzialità e nel confronto internazionale: i biglietti sono fermi a 100 milioni da 20 anni, l'incasso medio dei film è in diminuzione, il budget e l'incasso medio pure, senza contare che il 50% della popolazione non va al cinema». Una sintesi quasi inappellabile del ottava edizione del rapporto Il Mercato e l'Industria del Cinema in Italia, ricerca della Fondazione Ente dello Spettacolo e della Direzione Generale Cinema MiBACT.
Prima di dare alcuni dettagli è il caso di evidenziare che il rapporto presenta diverse mancanze ben espresse da Angelo Zaccone Teodosi che, per esempio, analizzando l'articolo di Andrea Biondi su Il Sole 24 Ore si chiede «qual è il risultato reale del “tax credit” per il rafforzamento del tessuto strutturale del settore?! In che condizioni versano le società di produzione più piccole ed i produttori indipendenti?! Ed i produttori di documentari, e di animazione?! Qual è il peso reale delle emittenti televisive nell'economia del cinema italiano e come può essere valutata l'integrazione verticale dei due maggiori broadcaster (Rai / RaiCinema e Mediaset / Medusa), e quella latente – in parte annunciata – tra Sky Italia ed alcune società di produzione?!» [1].
Meno della metà (49,7%) degli italiani con più di sei anni è andato al cinema almeno una volta nel 2015, in leggero incremento rispetto al 48% del 2014. Anche nel 2015 le spettatrici hanno superato gli spettatori: 14,25 milioni contro 14,18, un dato non proprio in linea con la composizione di genere della popolazione italiana.
Le presenze sono state 99.362.667, in crescita dell'8,56% rispetto alle 91.526.747 del 2014 con incassi rispettivamente di 637.265.704 e 575.247.515. La media di incasso è di 6,4 euro.
Se nel confronto con il dato precedente sembra di essere aver fatto un bel passo in avanti quando si guarda alla serie dal 2011 si vede che di fatto il mercato è fermo.
Nel 2015 ci sono stati 473 film di cui 187 tra italiani e italiani in coproduzione, entrambe in crescita rispetto al 2014; invece in calo 31 vs 37 quelli in 3D. Le proiezioni sono avvenute in 652 città, 1.151 cinema per un totale di 3.353 schermi da quale si deduce che mediamente sono tre gli schermi per ogni cinema. In Italia sono 123 – uno in meno al 2014 – i complessi con più di 7 schermi; oltre il 53%, in aumento rispetto all'anno precedente, sono monosale.
Torniamo alle quote di mercato delle produzioni. Qui si legge il tracollo del cinema italiano che segna un record negativo di incassi da molti anni: 20,74% con una perdita di oltre sette punti nei confronti del 2014. Gli Stati Uniti con oltre il 60% di incassi e di presenze la fanno da padrone crescendo di oltre dieci punti percentuali. Al terzo e quarto posto troviamo sempre Inghilterra e Francia.
Per trovare il primo titolo italiano tra gli incassi dobbiamo andare all'ottava posizione con Si accettano miracoli di Alessandro Siani con 2.353.242 presenze e 15.474.263 di euro di incasso. È l'unico titolo non americano nelle prime dieci posizioni della classifica nelle cui prime tre posizioni troviamo: Inside out (distribuzione Walt Disney S.M.P. Italia) di Pete Docter con oltre 25 milioni di euro di incasso, Minions (distribuzione Universal S.R.L.) di Pierre Coffin e Kyle Balda e Star Wars: Il risveglio della forza (distribuzione Walt Disney S.M.P. Italia). Il primo titolo inglese è Spectre di Sam Mendes all'undicesimo posto e con oltre 12 milioni di euro di incasso.
Tornando ai film italiani in ordine di classifica troviamo Vacanze ai Caraibi di Neri Parenti (distribuzione Medusa Film S.P.A.), Natale col boss di Volfango De Biasi (distribuzione Filmauro/Universal), Youth – La giovinezza di Paolo Sorrentino (distribuzione Medusa Film S.P.A.); tutti e tre con oltre sei milioni di incassi.
Saranno i primi tredici giorni dell'anno a riscattare il cinema italiano con Quo Vado? diretto da Gennaro Nunziante e interpretato da Checco Zalone (distribuzione Medusa Film S.P.A.) che accumulava 8.376.705 di presenze e 59.051.322 di euro di incasso.
I film realizzati sono stati 185 titoli contro 201 del 2014, ma le risorse impiegate sono aumentate per un totale di 338,8 milioni di euro portando il costo medio di un titolo a oltre 2 milioni di euro contro l'1,9 del 2014. I film con gli investimenti maggiori e cioè superiori a 3,5 milioni sono risultati 29, mentre al lato opposto troviamo 17 titoli con meno di 200mila euro di budget complessivo dei quali però non si sa nulla.
Per quanto attiene ai film in tv segnaliamo 3.430 titoli trasmessi dai sette canali generalisti per un totale di 3.887 passaggi, con un calo di del 5 % circa rispetto al 2014; una riduzione addebitabile alla riduzione della presenza del cinema europeo, mentre il cinema americano trasmesso è del 47%. Sono le tv di Mediaset ad aver utilizzato in gran quantità il cinema per i propri palinsesti arrivando al 60% dei passaggi totali. Impressiona il dato di RAI Uno che in serata abbia trasmesso soltanto quindici film italiani. Se nemmeno la rete pubblica si occupa dei film nostrani…
Ciro Ardiglione
[1] Angelo Zaccone Teodosi, “Come sta il cinema in Italia?! Diagnosi dubbia, terapia incerta”, https://www.key4biz.it/ilprincipenudo-come-sta-il-cinema-in-italia-diagnosi-dubbia-terapia-incerta/165085/, 15 luglio 2016
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