Rapporto Oxfam. Disuguaglianze e povertà specchio del mondo

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Le sono il prodotto del modello delle società in cui la maggior parte delle popolazioni vivono. La conseguenza dovrebbe essere un ribaltamento del modello per fare in modo che le agiatezze di pochi non siano il frutto delle sofferenze di molti. Ma questo non è accaduto e non sta accadendo nemmeno con semplici misure redistributive attraverso la progressività delle imposte e tasse su redditi e patrimoni. Troppo denaro continua a sfuggire ai sistemi fiscali attraverso l'elusione, l'evasione e l'utilizzo di paradisi fiscali.

L'ultimo rapporto della ONG La disuguaglianza non conosce crisi, presentato all'apertura del Forum di Davos in Svizzera dove sono tuttora riunite le élite del mondo, ci ricorda che sarebbe arrivato il tempo per un aumento perentorio e sostanziale della tassazione di e grandi aziende e che è «tempo di demolire il comodo mito secondo cui i tagli alle tasse per i più ricchi si traducono in una loro ricchezza che in qualche modo “si riversa” su tutti gli altri. Quarant'anni di sgravi fiscali per i super ricchi hanno dimostrato che l'alta marea non solleva tutte le navi, ma solo i superyacht”». Del resto «è il sistema economico che strutturalmente produce disuguaglianza, è il modo in cui le nostre economie e società attualmente funzionano».
E poi ci sono le decisione delle autorità politiche e monetarie che, immettendo migliaia di miliardi durante le crisi (quella dovuta alla COVID-19 e quella finanziaria del 2008, «hanno lievitare il prezzo delle attività finanziarie, la cui proprietà rimane fortemente concentrata all'apice della piramide sociale, e la consistenza delle fortune delle persone più ricche. I governi hanno fatto la cosa giusta nel sostenere le loro economie durante la crisi, ma hanno fatto ben poco per garantire che questo sforzo fosse successivamente coperto, solidaristicamente, da chi ne ha indirettamente beneficiato».

Negli ultimi mesi non sono bastati i disastri provocati dalla pandemia i divari tra ricchi e poveri sono aumenti, «non solo il nostro sistema economico si è trovato impreparato a tutelare i diritti delle persone più vulnerabili ed emarginate quando la pandemia ha colpito; ma ha attivamente favorito coloro che sono già estremamente facoltosi» [1].

E qui non stiamo parlando ancora di benessere ma di redditi e patrimoni che formano la ricchezza della popolazione mondiale. Si legge sempre nel rapporto Oxfam che «ogni 4 secondi 1 persona muore per mancanza di accesso alle cure, per gli impatti della crisi climatica, per fame, per violenza di genere. Fenomeni connotati da acute disparità». Un disparità che oltremodo evidente nella concentrazione in pochissime aziende della produzione dei vaccini e soprattutto nell'accesso ai vaccini contro la COVID-19. «La disuguaglianza sta ora prolungando il corso della pandemia. Anche se sono disponibili vaccini sicuri ed efficaci, oltre l'80% delle dosi è stato utilizzato dai Paesi del G20, mentre meno dell'1% ha raggiunto i Paesi a basso reddito». E ci sarebbero, secondo esperti identificati dalla ONG, «più di 100 aziende in Africa, Asia e America Latina che hanno la capacità di produrre vaccini a mRNA contro la COVID-19».

Il rapporto ci ricorda, con varie analisi a supporto, come «gli afro-discendenti e gli indigeni in Brasile, i paria in India e i nativi americani, i latini e i neri negli Stati Uniti subiscono in misura maggiore gli impatti della pandemia».

I numeri della disuguaglianza sono impressionanti anche nel loro andamento. A livello mondiale tra dicembre 2019 e dicembre 2021 «sono stati creati 42 mila miliardi di dollari di nuova ricchezza. Di questi 26 (63%) sono stati catturati dall'1% più ricco, mentre 16 trilioni (37%) sono andati al 99% più povero. Secondo Credit Suisse, le persone con più di 1 milione di dollari di ricchezza siedono nella fascia dell'1% più alta». Per la prima volta dopo venticinque anni anche la estrema sta aumentando. Se si guarda alla povertà di chi ha un reddito 5,50 dollari al giorno – a parità di potere d'acquisto del 2011 – osservata dalla Banca Mondiale, sono 163 milioni i nuovi poveri a causa della pandemia a fine 2021, aumentano di 97 milioni coloro che invece guadagnano meno di 1,9 dollari al giorno.

OXFAM Surplus ricchezza netta 1995 2021

Quella delle disuguaglianze non è una storia recente ma l'accelerazione negli ultimi anni è evidente guardando la distribuzione del surplus di ricchezza netta nel periodo 1995-2021: «l'1% più ricco, in termini patrimoniali, ha beneficiato del 38% del surplus di ricchezza. Appena il 2,3% del surplus è andato ad appannaggio della metà più povera della popolazione mondiale».

I ricchi – che siano nazioni, aziende o persone – oltre a continuare ad accaparrarsi ricchezze sono anche i maggiori responsabili del cambiamento climatico che finisce con il danneggiare in primis i più poveri.

Il rapporto nella versione italiana conferma, per il nostro paese, condizioni di diseguaglianza estesa, sia pur con dinamiche nel tempo diverse. Comunque «nei 21 mesi della pandemia intercorsi tra il mese di marzo 2020 e il mese di novembre 2021 il numero dei miliardari italiani nella Lista Forbes è aumentato da 36 a 49. La ricchezza netta complessiva dei miliardari italiani ammontava a inizio novembre 2021 a 185 miliardi di euro, mostrando un incremento in valori reali del 56% dal primo mese della pandemia (+66 miliardi di euro). I 40 miliardari italiani più ricchi posseggono oggi l'equivalente della ricchezza netta del 30% degli italiani più poveri (18 milioni di persone adulte)». Anche la povertà durante la pandemia è cresciuta e simulazioni di economisti hanno potuto confermare come «il massiccio trasferimento di risorse a sostegno del reddito delle famiglie colpite dalla contrazione delle attività economiche nel primo anno pandemico – tra cui le misure straordinarie come il reddito di emergenza, i bonus per i lavoratori autonomi e i bonus colf e badanti e, in maggior misura, l'ampliamento di quelle preesistenti (la CIG e il reddito di cittadinanza) hanno comportato una riduzione delle disuguaglianze reddituali rispetto a uno scenario caratterizzato dall'assenza di tali misure».

L'intervento fiscale è uno strumento di cui si scrive nel rapporto a più riprese nelle varie edizioni, inclusa quella italiana. Pe quest'ultima c'è anche un'analisi del progetto di riforma fiscale all'approvazione del Parlamento dove però «l'incidenza dei benefici (risparmi d'imposta) […] risulterebbe – dalla microsimulazione condotta dall'Ufficio Parlamentare di Bilancio – sostanzialmente omogenea lungo i decili della distribuzione dei redditi, con un'eccezione tutt'altro che trascurabile: la revisione dell'IRPEF vede di fatto escluso il 20% delle famiglie in condizioni economiche meno favorevoli, fortemente interessate dal fenomeno della povertà lavorativa o da bassissime pensioni».

Quella della fiscalità resta una battaglia ma per rendere marginale le disuguaglianze e la povertà bisogna tornare a dare una soluzione ad un sistema economico e sociale che di fatto le produce.

Pasquale Esposito

 

[1] Il rapporto italiano lo si può leggere o scaricare dal sito di Oxfam

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