
Passione. Forse è la passione ciò che manca ai nostri tempi turbolenti.
Se è così, ci pensa Pietro Marcello, con il suo Martin Eden a porre rimedio.
Il film in uscita il 4 nelle sale italiane, è un concentrato di passione intellettuale e civile. Ed è segno dello stato di buona salute del cinema italiano.
Il film, in corsa per il Leone d’oro a Venezia, è ottimamente interpretato dal sempre splendido Marinelli, e da un cast che supporta egregiamente la narrazione.
La trama è quella del celebre e omonimo romanzo auto biografico di Jack London: Martin Eden.
Abbiamo amato London negli anni della giovinezza. I titoli si sprecano: Radiosa Aurora, Il richiamo della foresta, Zanna bianca, …gli splendidi reportage fatti di scrittura e fotografia dai mari del sud, solcati con il suo panfilo Snark. Notevole il saggio Il tallone di ferro e l’incredibile reportage dal titolo “Il popolo degli abissi”. Incredibile perché London, travestito da marinaio e confondendosi con la gente del luogo, racconta la condizione della classe operaia nell’East end di Londra, dove dominavano miseria e deprivazione.
Sono tutte opere piene di passione, e dalla parte degli ultimi, quelle dello scrittore americano, contrassegnate da una potente vitalità, e da una chiara coscienza sociale.
Elementi quest’ultimi che abbiamo ritrovato pienamente nel film di Pietro Marcello.
La trama è semplice.
Il marinaio Martin Eden salva Arturo da un pestaggio, e finirà per innamorarsi della bella sorella di lui. Così, Elena diventa oggetto d’amore e modello per iniziare la scalata al sapere. Martin ci riuscirà, dopo un faticoso apprendistato che lo porterà al successo come scrittore. Perderà la bella Elena e sarà deluso dal sapere, che non colmerà la sua fame di senso.
La trama in se stessa è semplice, melodrammatica. Ma non è affatto semplice ciò di cui Marcello è in grado di rivestire la narrazione.
Le vicende di martin Eden diventano pretesto, per descrivere mirabilmente una Napoli che forse esiste ancora, la sua gente, i suoi vicoli, la lotta quotidiana per la sopravvivenza, il sottoproletariato urbano. Il tutto arricchito dalla sapiente fotografia di Francesco di Giacomo e Alessandro Abbate.
Il tema della lotta è presente sia in London sia in Pietro Marcello.
Ed è questo tema, che conduce Pietro Marcello a indagare come questa diventi di volta in volta lotta di classe, lotta per la sopravvivenza, lotta per mantenere un’autenticità propria e degli affetti. Ma la lotta che sembra stare più a cuore al regista, è quella per il mantenimento della propria individualità. Ciò che sembra stargli a cuore è la lotta perché ai vecchi padroni non vengano sostituiti nuovi padroni, più feroci dei precedenti.
La grammatica filmica che Pietro Marcello utilizza nella regia è complessa, anche se riesce a dipanarla senza soffocare lo spettatore. Riuscendo anzi a dare al tutto un senso di leggerezza e compiutezza. Il regista sceglie volutamente di mantenere la narrazione in una dimensione quasi onirica, utilizzando spezzoni di filmati d’epoca risalenti agli inizi del secolo, e spezzoni di filmati riguardanti l’infanzia di Martin.
La dimensione onirica consente a Pietro Marcello di non scivolare in un facile neo realismo.
Ed è una dimensione mantenuta anche attraverso l’inserimento di personaggi e sfasature temporali, che definiscono con precisione la posizione fortemente pacifista dell’autore.
Sì autore.
Perché quello proiettato ieri era senza dubbio un film d’autore.
Un autore che nel finale gioca con i suoi personaggi facendo osservare con disincanto, al suo Martin/Marinelli, una famiglia di migranti, che condivide momenti di serenità. Serenità che contrappone alla volgarità delle camicie nere in fez e stivali.
E non è certo problematico capire da che parte stia il regista, in questi tempi contrassegnati dall’odio.
Gianfranco Falcone
Martin Eden
genere: drammatico
paese: Italia/Francia
anno di produzione: 2019
durata: 129 minuti
Regia Pietro Marcello
Sceneggiatura Maurizio Braucci e Pietro Marcello; liberamente tratta da “Martin Eden” di Jack London
Fotografia Alessandro Abate, Francesco Di Giacomo
Montaggio Fabrizio Federico, Aline Hervé
Musiche Marco Messina, Sacha Ricci
Scenografia Luca Servillo e Roberto De Angelis
Casting Stefania De Santis
Trucco Dorothea Wiederman
Personaggi e interpreti
Martin Eden Luca Marinelli
Elena Orsini Jessica Cressy
Nino Vincenzo Nemolato
Bernardo Fiore Marco Leonardi
Margherita Denise Sardisco
Maria Carmen Pommella
Giulia Eden Autilia Ranieri
Matilde Orsini Elisabetta Valgoi
Signor Orsini Pietro Ragusa
Edmondo Peluso Savino Paparella
Annina Vincenza Modica
Arturo Orsini Giustiniano Alpi
Rigattiere Giuseppe Iuliano
Garzone Peppe Maggio
Renato Maurizio Donadoni
Giudice Mattei Gaetano Bruno
Vecchio Intellettuale Franco Pinelli
Carmela Anna Patierno
Rebecca Lana Vlady
Arlecchino Aniello Arena
Operaio Della Folla Diego Sepe
Enrico Gargiulo Sergio Longobardi
Alfio Giordano Bruno Guerri
Nora Chiara Francini
con la partecipazione di Carlo Cecchi nel ruolo di Russ Brissenden
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