Se dicessimo la verità di Giulia Minoli ed Emanuela Giordano

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Grande teatro mercoledì 27 febbraio, giorno della prima, allo Studio Melato di Milano. Dove è andato in scena Se dicessimo la verità di Giulia Minoli ed Emanuela Giordano.
Due ore di recitazione e non sentirle. E che recitazione.
Gli attori sono al servizio del progetto teatrale. Un teatro civile, di denuncia, in cui l’umile e impeccabile professionalità degli artisti, diventa voce del coro di un moderno teatro greco.

È un progetto che viene da lontano.
Lo spettacolo debutta nel 2011 al San Carlo di Napoli con il titolo Dieci storie proprio così.
Nel 2017 si arricchisce attraverso una coproduzione con il Piccolo Teatro di Milano. E sviluppa il tessuto narrativo insieme all’Università degli Studi di Milano, in particolare, con il Corso di Sociologia della criminalità organizzata di Nando Dalla Chiesa.
Ma il teatro non basta ed è così che la piece si completa con l’iniziativa dal titolo “Un’altra storia. Festival dell’impegno civile” organizzato dal Piccolo Teatro e da The CO2 Crisis Opportunity Onlus. Di cui riportiamo il programma.

Se dicessimo la verità foto Futura Titta Ferrante

L’attacco è folgorante. Gli attori in pantaloni neri e camicia bianca. Leggono una lettera immaginaria al Ministro. Non ne fanno il nome. Ognuno di noi può credere e immaginare il volto che più gli aggrada. Ma il punto non è questo. Il punto è che fin dall’inizio si definisce il vero problema dell’Italia: la mafia, con le sue infiltrazioni, in Piemonte, Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia, Calabria…

È una mafia di cui l’aspetto cruento dei morti ammazzati è solo la punta di un iceberg. Perché il vero problema è quello del riciclaggio, delle collusioni, dei silenzi, in un sistema economico, in cui le mafie non sono un aspetto marginale, ma l’ossatura malata che costa agli italiani punti di percentuale del PIL.
È una mafia di cui spesso, troppo spesso, tutti noi siamo complici, con i nostri piccoli comportamenti quotidiani.

Ed ecco che il Teatro si fa provocazione. Ci invita a rompere il cerchio dell’omertà, il muro del silenzio. Il teatro come sa fare, ed è giusto che faccia, ci richiama alla responsabilità individuale. Fino alla scoperta dell’orrida verità, che le mafie non sono solo loro, ma siamo anche noi, con le nostre scelte quotidiane.
Abbiamo assistito a uno spettacolo, ma forse chiamarlo così è riduttivo, che tiene sveglie le coscienze.
È forse per questo che i finanziamenti sono così scarsi?
D’altronde a chi interessa che le coscienze siano sveglie? Se anche le mafie, come ben raccontato in queste due ore, lanciano abili campagne di comunicazione, per far credere che tanto non si può far niente. Che tanto questa è l’Italia, e nulla cambierà.
Allora occorre ricordare le parole di Giovanni Falcone:
La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani è destinato a finire.

Se dicessimo la verità foto Futura Titta Ferrante

Nello spettacolo si fanno nomi e cognomi. Si raccontano le storie individuali di chi non si è arreso, di chi ci ha creduto, e spesso ha pagato con la vita, per darci la speranza e la fiducia in un mondo senza sopraffazione.
Gli attori ci aiutano a non dimenticare i nomi dei singoli, delle associazioni. Le loro storie, la loro umanità. Il costo che hanno dovuto pagare non per un’ideale astratto, ma perché io, voi, possiamo dire no senza rischiare la vita.
È un rosario laico quello che viene sgranato davanti a noi.
Ricordiamo alcuni nomi.

Bruno Caccia: procuratore della Repubblica a Torino, ucciso dalla ‘ndrangheta nel 1983.
Cortocircuito: associazione culturale antimafia di Reggio Emilia.
Gabriella Augusta Maria Leone: sindaco di Leini in provincia di Torino. Impegnata a restituire dignità a un comune precedentemente sciolto per infiltrazioni mafiose.
Giovanni Tizian: Giornalista calabrese. Conduce inchieste sulle mafie. Vive sotto scorta.
Gaetano Saffiotti: imprenditore calabrese, testimone di giustizia. Vive sotto scorta.
Maria Stefanelli: prima donna testimone di giustizia contro la ‘ndrangheta. Vive con la figlia sotto protezione.
Sanitaensamble: orchestra giovanile del rione Sanità di Napoli, uno dei quartieri più problematici della città. Offre formazione musicale di grande qualità.
La fattoria di Masaniello Ristorante – Pizzeria Etica: di Bologna. Coinvolge lavoratori svantaggiati. Utilizza prodotti delle cooperative sociali che lavorano su terreni confiscati alle mafie, usa prodotti delle aziende antiracket o che operano in carcere.

Sono tante le storie raccontate durante lo spettacolo. Storie di vita e di morte.
L’elenco dei morti ammazzati è lungo.
Ricordiamo alcuni di loro. Sono morti perché si sono opposti, o perché si trovavano nel posto sbagliato al momento sbagliato:
Silvia Ruotolo.
Pasquale cappuccio.
Mimmo Beneventano.
Marcello Torre
Fabio De Pandi
Annalisa Durante.

Sta anche a noi far sì che questo elenco non debba allungarsi ulteriormente. Questo è la sfida che lo spettacolo lancia a noi spettatori. A noi accogliere la sfida.
Sarebbe impossibile riprendere e raccontare nel dettaglio tutte le storie. Una valga per tutte.
Ricordate i nostri politici che insultavano i giovani italiani chiamandoli sfigati e bamboccioni? Bene… L’associazione Cortocircuito è composta da giovani delle scuole secondarie. Sì insomma, da liceali. Loro hanno fondato un piccolo giornale scolastico. Eppure con il loro impegno hanno scoperchiato il mondo di collusioni e infiltrazioni mafiose in Emilia Romagna.
Allora la domanda è lecita.
Se dei liceali, con mezzi da liceali: la paghetta settimanale, sono riusciti a fare tanto, perché non si riesce a fare di più?
Gianfranco Falcone

Piccolo Teatro Studio Melato
Via Rivoli, 6 – M2 Lanza
dal 27 febbraio al 3 marzo 2019

Se dicessimo la verità
da un’idea di Giulia Minoli
drammaturgia di Giulia Minoli ed Emanuela Giordano
regia Emanuela Giordano
musiche originali Tommaso Di Giulio
aiuto regia Tania Ciletti
con Maria Chiara Augenti, Daria D’Aloia, Vincenzo D’Amato, Valentina Minzoni, Alessio Vassallo
e con Tommaso Di Giulio (chitarre) e Paolo Volpini (batteria)

Se dicessimo la verità è parte integrante del progetto Il Palcoscenico della legalità assistenti al progetto Giulia Agostini, Noemi Caputo, Tania Ciletti, Benedetta Genisio, Giulia Mastali

Il progetto è promosso da Associazione da Sud, Centro Studi Paolo e Rita Borsellino,
The Co2-Crisis Opportunity Onlus,
Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità,
CROSS-Osservatorio sulla Criminalità Organizzata, Fondazione Falcone,
Fondazione Pol.i.s., Fondazione Silvia Ruotolo,
LARCOLaboratorio di Analisi e Ricerca sulla Criminalità Organizzata, Italiachecambia.org
con il sostegno di ASSOLOMBARDA Confindustria Milano Monza e Brianza, Fondazione Cariplo,
Banca Intesa Sanpaolo, Fondazione con il Sud, Poste Italiane
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
foto Futura Tittaferrante
Età consigliata dai 12 anni per una buona comprensione dei temi affrontati

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