
Con Senza eredità, Moltheni non è tornato. Umberto Maria Giardini lo ha detto più volte nelle interviste di questi ultimi tempi. Il motivo è che il progetto Moltheni si è chiuso nel 2010 con Ingrediente novus, e Senza eredità non ha il piglio di un rientro.
Gli undici brani che compongono l'album, fatta eccezione per il primo La mia libertà, sono un lavoro di ricerca, di recupero e di certosino lavorio su materiali non pubblicati che appartenevano al passato, dall'esordio in poi, e che non avevano avuto una collocazione definitiva.

La mia libertà pur essendo stato composto di recente, c'è un cenno alla tragedia del ponte Morandi, non esce fuori dal seminato dell'impianto sonoro complessivo. Anzi i testi sembrano diventare un manifesto del disco stesso. Un andamento lento, ma con delle aperture strumentali e vocali da ampio respiro, un pop melodico ben orchestrato.
che arrivi il mio turno con te
che arrivi il mio tempo per te
come volevi tu
ero come volevi tu
ero
la mia libertà
questa è la mia libertà
Il disco ha una sua notevole compattezza espressiva ma ha alcune belle divagazioni come Il quinto malumore nel quale si notano più di un momento in cui il rock emerge, soprattutto dalle chitarre elettriche che alzano il tono e il ritmo senza mancare di qualche distorsione.
Su un altro pianeta sembra collocarsi Sai mantenere un segreto? che ci tiene sospesi tra le nuvole, in un'atmosfera evanescente di note malinconiche e che sfumano sulla soglia dei due minuti, un intervallo per una poesia
Torni dal lavoro e come me
fai a meno di parlare
fai fatica anche a guardare
in faccia la tua vita
torni a ricercare dentro te
chi ti ha tolto quei colori
disciplina dei rumori in piena notte
scendo al bar cinque minuti
ci vediamo martedì
magari in un altra vita
può darsi proprio qui (Carla)
magari in un'altra vita
o qui
E poi la splendida Estate 1983, il pezzo migliore, da cantautorato eccellente. Un ballata sugli arpeggi di chitarra acustica che intorno al minuto sfuma con maestria verso le note di un piano, un dettaglio del lavoro fatto in questo album.
Una voce suadente racconta di giovani in vacanza ma senza perdersi in banalità perché è un lavoro sulla memoria che sembra chiudersi definitivamente con quei colpi cupi nel finale. Il tempo passa.

Quello di Moltheni è un bel disco che ha uno spartito compatto nella qualità degli accordi, della melodia, degli arrangiamenti, un pop pulito ed elegante di cui se ne sente poco in giro. Un pop che sembra sposarsi felicemente con la sua voce e i racconti che canta.
Ed è doveroso sottolineare, pur non essendo compito di questo breve scritto il pensiero del musicista marchigiano che sostiene le sue scelte. Invito i lettori e gli ascoltatori a leggere e ascoltare le interviste da lui e a riflettere sulle sue parole a proposito dei nostri tempi e dei modelli musicali. Tutto troppo inchiavardato sugli interessi, sul denaro. Auguri Umberto Maria Giardini.
Non vi curate di noi e ascoltate
Ciro Ardiglione
genere: alt-pop
Moltheni
Senza eredità
etichetta: La Tempesta Dischi
data di uscita: 11 dicembre 2020
brani: 11
durata: 00:31:20
album: singolo
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