
Cinque cambi d'abito per Concha Jareño, ieri al Piccolo Teatro Strehler di Milano.
Cinque cambi per esprimere le diverse anime del flamenco.
Cinquer cambi per esprimere l'eterno femminino, nello spettacolo dal titolo Recital Flamenco, che anticipa Il Milano Flamenco Festival di giugno.
Splendida bailaora Concha Jareño che ieri ha calcato le tavole dello Strehler, regalandoci con la sua compagnia un'ora e quaranta di pura bellezza e eleganza. A cui il pubblico ha risposto con un tifo da stadio, rapito dalla perfezione di gesti, canto e musica.
Il primo abito era allegria pura: arcobaleno in scena, che tramava con gli artisti presenti un gioco di rimandi e allusioni, seduzioni e coinvolgimenti.
Il secondo abito era bianco, terminava con sfumature rosa antico e marroni. Quell'abito e quell'interpretazione sono stati pura poesia. Il modo in cui la bailaora madrilena padroneggiava il ventaglio (abanico) mostrava una padronanza totale degli accessori. Quell'abanico nelle mani di Concha Jareño diventava oggetto sacro, vita preziosa da proteggere, piumaggio di animale esotico. Mosso ora con pochi gesti stilizzati, ora in un frullio d'ali frenetico. Ma su tutto si imponeva la bellezza di questa artista, la sua capacità di disegnare nell'aria geometrie e arabeschi. Così come Fontana apre squarci nella tela, Lei disegna e apre tagli nell'aria, che non ne rimane ferita ma restituisce l'incanto.
A sostegno dell'interpretazione e della coreografia di Concha Jareño, c'era la splendida chitarra di Juan Antonio Suarez (Cano) che ha tessuto attorno alla bailaora una trama di suoni e ritmi ora delicati, ora parossistici, ora inebrianti… ma sempre capaci di sottolineare e accompagnare il ballo senza sovrapporsi. Cano si è speso senza sosta durane tutto lo spettacolo, realizzando con la sua chitarra, anima di ferro e legno, la giusta cornice alla danza. Il virtuosismo di Cano, la sua capacità di vibrare in sintonia con Concha Jareno, di precedere, di seguire il variare della danza in un gioco di rimandi sempre equilibrato, ne fanno un elemento insostituibile della coreografia presentata dalla bailaora madrilena.
Ieri sera Cano, vincitore del Premio Guitara con Alma nell'ultima edizione del Festival de Jerez, ha regalato agli spettatori un frammento della sua anima.
Così come ha fatto Bandolero, che non si è risparmiato alle percussioni, riuscendo a tirar fuori dai suoi legni poesia e ritmo.
Il terzo cambio d'abito non è stato da meno dei precedenti. In abito nero l'artista sembrava recitare un canto tragico, da cui far emergere lutto, tristezza, ma soprattutto la forza del femminile.
A fornire ancora più spessore all'interpretazione della brava artista madrilena il canto di Manuel Gago e David Sanchez (El Galli), e l'autorevole battito delle mani (palmas) di Julio Ruiz. Tre artisti che sembravano fare da coro greco, che sottolinea, enfatizza, sorregge, la bellezza di un ballo che è patrimonio intangibile dell'umanità. E basta guardare Concha Jareño e la sua compagnia per capire perché lo sia diventato.

Luminoso il quarto cambio d'abito. L'artista si presenta con un vestito rosso, a pois neri nella parte finale della coda, e rose nere disegnate sul corpetto del bata de cola, il tradizionale abito dalla lunga coda. Anche con questo abito Concha Jareño ha esibito un'assoluta padronanza di tecnica ed espressività, che ne fanno una degli artisti di punta dell'attuale panorama del flamenco, tanto da essere scelta dal regista Carlos Saura, come solista per il suo film, Flamenco Hoy.
Artista a tutto tondo Concha Jareño, che nella sua brillante carriera ha vinto innumerevoli premi; ha prodotto spettacoli in proprio, sempre elogiati da critica e pubblico; ha collaborato con artisti del calibro di Javier La Torre, Estévez y Panos, e Raffaella Cortez.
È con il quinto e ultimo cambio d'abito che l'artista ha stregato il pubblico. Abito nero e scialle color argento dalle lunghe frange. Sul maton argentato disegni neri. Quello scialle sembrava una nuvola di leggerezza. Era una nuvola di cui Concha Jareño ha fatto ciò che desiderava, danzando una danza a tratti sensuale, orgogliosa, rabbiosa. Ma piena di quella vitalità e poesia di cui il flamenco è portatore indiscusso.
È una gioia per gli occhi e per il cuore vederla ballare.
Concha Jareño possiede una rara padronanza degli accessori che porta in scena: baton, bata de cola e maton.
Eleganza, poesia, padronanza della tecnica sottolineate in modo magistrale dalle luci di Antonio Valiente, che ha messo in risalto con appropriati tagli di luce e ombre i diversi momenti dello spettacolo, rendendo la performance di Concha Jareño ancora più vicina all'arte sacra.
Gianfranco Falcone – http://viaggi-in-carrozzina.blogautore.espresso.repubblica.it/
Piccolo Teatro Strehler
17 novembre 2019
Milano Flamenco Festival / Anteprima Autunno
Recital Flamenco
Compagnia Concha Jareño
Ballo Concha Jareño
Canto Manuel Gago e David Sánchez “El Galli”
Chitarra Juan Antonio Suarez “Cano”
Percussioni Bandolero
Palmas Julio Ruíz
Milano Flamenco Festival è un evento di Punto Flamenco AC con la direzione artistica di Maria Rosaria Mottola
con il sostegno di Ministerio de Cultura y Deporte – INAEM
in collaborazione con Instituto Cervantes
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