
L’Italia disporrà, oltre ad altre risorse UE, 209 miliardi di euro dal Recovery Fund. Abbiamo dubbi sull’utilizzo prioritario per abbattere disuguaglianze, per investire in attività che rendano sostanziali i diritti come quello alla salute o all’istruzione e per supportare una veloce e sostanziale transizione ecologica (c’è una spasmodica quanto pericolosa attenzione alla TAV). Vedremo.
Nel frattempo si delinea il metodo di lavoro per il piano che «verrà declinato con un cronoprogramma» e che parte dalle riunioni del Ciae, Comitato interministeriale affari europei, nato con Monti (non è un bell’auspicio), dove oltre ai ministeri possono partecipare anche le amministrazioni locali. Si parla del varo di due commissioni parlamentari monocamerali che diano l’indirizzo al Governo, utili a coinvolgere il Parlamento e l’opposizione malleabile, Forza Italia, che vedrebbe Brunetta a capo di una delle due (e nemmeno questo un buon auspicio).
Noi ricordiamo che dall’ex Ilva, alla Whirlpool, alla Roberto Cavalli sono molte vertenze aperte per crisi e sono a rischio 300.000 lavoratori e di questi 135.000 a stretto giro. E qui che serve l’Alta Velocità.
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