
Forse il titolo più adatto sulla sorte della premier Liz Truss l'ha fatto il quotidiano Daily Mail quando lunedì 17 ottobre pubblicava: “In carica ma non al potere“. La sorte della Truss sembra segnata dalla gravità della sua azione politica che ha messo a soqquadro la finanza e la moneta del Regno Unito. Lo stesso Daily Mail ieri riportava che un sondaggio di YouGov rilevava il 55% degli attivisti per partito dei Conservatori è convinto che deve lasciare, rispetto a solo il 38% che ne sostiene la sua permanenza. Boris Johnson è la scelta preferita come successore [1]. L'ex ministro Michael Gove, sostenitore dello sfidante nel dopo Johnson Rishi Sunak, ha detto chiaramente che è una questione di quando non se Liz Truss verrà sollevata dall'incarico di premier.
Il 17 ottobre dopo un'altra critica giornata la premier in un'intervista alla BBC ribadendo la volontà di andare avanti nella guida del Paese per farlo crescere economicamente e “aiutare le persone con le loro spese energetiche ad affrontare la questione delle tasse elevate”, ha chiesto scusa
“Ora riconosco che abbiamo commesso degli errori, mi dispiace per quegli errori, ma correggo gli errori, ho nominato un nuovo cancelliere, abbiamo ripristinato la stabilità economica e la disciplina fiscale e quello che ora voglio fare è andare avanti e portare a termine il mandato. Siamo stati eletti sono determinata ad andare avanti“.
Di fatto a Londra il nuovo Primo Ministro è il Cancelliere dello Scacchiere, Jeremy Hunt, nominato in sostituzione di Kwasi Kwarteng, che completamente cambiato le decisione di politica economica e finanziaria che la Truss e il precedente è diventato di fatto il capo del governo con il quale la Truss e Kwarteng si erano presentati ai cittadini del Regno.
Ha bloccato il taglio delle tasse annunciato da quest'ultimo ed ha anche ridotto di molto il provvedimento che avrebbe dovuto aiutare le famiglie e le imprese nel pagamento delle bollette del gas e della luce. Il vecchio provvedimento ammontava a circa 320 miliardi di sterline in sussidi e tagli fiscali alle imprese e sui redditi più alti per lo più finanziati con il debito pubblico e che avevano scatenato reazioni a catena dei mercati finanziari per il giudizio negativo che ne avevano dato portando al crollo del valore della sterlina avvicinatasi paurosamente alla parità con il dollaro, all'aumento dei costi dei mutui delle case e alla diminuzione del valore dei fondi pensione e delle obbligazioni. L'aumento del debito pubblico a portato le lancette alla crisi finanziaria del 2008. La Banca d'Inghilterra è dovuta intervenire sui mercati per arginare lo scossone finanziario generato dal piano della Truss. Una tempesta perfetta con tutti contro dai mercati, agli esperti, al mondo del sociale nonché all'opposizione laburista che vorrebbe elezioni anticipate che vincerebbe a mani basse.
Più esattamente con una ricetta neoliberista avevano annunciato il blocco dell'aumento dell'imposta sulle società che da aprile 2023 sarebbe passata dal 19% al 25% e che era stata presa dal precedente ministro e suo avversario alla corsa a Downing Street, Rishi Sunak.
Era stato deciso di ridurre l'aliquota massima dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, per i redditi più alti, dal 45% al 40% e quella minima dal 20% al 19% (provvedimento che soprattutto avvantaggiava quelle centinaia di migliaia di persone che guadagnano oltre 170.000 sterline l'anno). Era stato anche deciso di ridurre l'imposta sul trasferimento di proprietà e di cancellare l'aumento dei contributi previdenziali che avrebbe dovuto far aumentare gli investimenti nel disastrato Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Ora il dietro-front è stato quasi è stato quasi totale salvo il sussidio per il caro bollette ridotto a 6 mesi rispetto ai 2 anni promessi dalla Truss che ha ritirato il piano che prevedeva l'impegno del governo ad aumentare la spesa per la difesa al 3% del PIL entro il 2030 dopo che i ministri della Difesa Ben Wallace e James Heappey hanno minacciato di dimettersi.
Ieri 18 ottobre da riunione di gabinetto è venuto fuori la premier ha detto che ci sarebbero state “decisioni difficili” per ri tagli alla spesa necessaria ad aggiustare il debito pubblico e il cancelliere, Jeremy Hunt, “ha chiesto a tutti i ministri di gabinetto di presentare piani per i tagli da presentare all'Ufficio di bilancio mentre cerca di bilanciare i conti in vista della dichiarazione fiscale di Halloween”[2].
Intanto l'unica preoccupazione nel partito Conservatore è come dimissionare la Truss evitando elezioni che sarebbero disastrose. Con buona pace di chi dovrà affrontare innumerevoli sacrifici per l'inflazione ora al 10,1% e per un sistema sociale e di servizi pubblici traballante.
Pasquale Esposito
[1] James Tapsfield, https://www.dailymail.co.uk/news/article-11327655/Bombshell-poll-finds-half-Tory-MEMBERS-want-Truss-quit.html, 18 ottobre 2022
[2] Pippa Crerar, Liz Truss may abandon pension triple lock and says ‘difficult decisions' ahead , 18 ottobre 2022
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