
La Repubblica Ceca continua a spostarsi a destra, come l’Europa. Dopo la Svezia che ha visto avanzare l’estrema destra dei Democratici svedesi (SD) alle elezioni dello scorso settembre, l’Italia con la vittoria della destra postfascista di Fratelli d’Italia e la Danimarca dove il governo socialista ha visto crollare la maggioranza e ha indetto nuove elezioni, la sinistra moderata e il centro non sembrano più in grado delle risposte alle esigenze dei cittadini.
Nella Repubblica Ceca lo scorso 23 e 24 settembre si sono svolte le elezioni amministrative per rinnovare la guida di molti comuni e per rinnovare un terzo dei seggi del Senato (27 su 81). A Praga e Brno e in otto degli altri undici capoluoghi regionali a vincere è stato il partito populista ANO dell’ex premier Andrej Babiš ora sotto processo con l’accusa di aver costruito un resort turistico utilizzando illegalmente fondi europei. Successo ripetuto al Senato anche se la maggioranza è nelle mani della coalizione di centrodestra SPOLU guidata dall’ex professore Petr Fiala vincitrice delle elezioni nel 2021.
Ad avvantaggiarsi di queste elezioni cavalcando spesso la protesta per il caro bollette e in generale per un’inflazione tra le più alte d’Europa (17%), è stato anche il partito di estrema destra Libertà e Democrazia Diretta (SPD) con a capo Tomio Okamura, alleato di altri esponenti come Le Pen dell’estrema continentale.
“È noto per il suo forte nazionalismo, per i commenti provocatori contro i musulmani e per la sua opposizione all’adesione all’Ue e al multiculturalismo. Nato in Giappone da padre giapponese e madre ceca, Okamura sostiene di essere stato vittima di razzismo a causa delle sue origini miste. Oggi è lui ad essere accusato dai suoi avversari di diffondere messaggi xenofobi” [1].
Il caro bollette è il tema principale del dibattito e delle preoccupazioni dei cittadini cechi che rischiano un inverno particolarmente problematico anche perché come in altri paesi europei la porzione di popolazione che è già in difficoltà è ampia. Mentre proprio con la presidenza di turno ceca l’UE sta cercando una mediazione per un tetto massimo al prezzo del gas il governo di Petr Fiala che agli inizi di settembre ha presentato un pacchetto di sostegno alle famiglie e alle piccole e medie imprese che dovrebbe entrare in campo con la bolletta di novembre.
Ma questo non sembra bastare viste le manifestazioni, anche chiedendo negoziati diretti con la Russia per forniture a prezzi più bassi, che l’estrema destra è riuscita ad organizzare e visti i risultati elettorali. Va detto che a queste manifestazione non sono solo presenti sostenitori dell’estrema destra o truffatori ma semplici cittadini seriamente preoccupati per il prossimo futuro [2]. Del resto la Repubblica Ceca ha anche accolto un numero elevato, in proporzione alla sua popolazione, di profughi ucraini a dimostrazione di quanto sia più complicato l’orientamento dei cechi.
L’inflazione si innesta in paese che pur essendo cresciuto enormemente negli anni ed ha il maggior grado di industrializzazione in Europa e pur avendo un’elevata mobilità occupazionale
“deve fare i conti con un quarto circa dei suoi abitanti in condizioni economiche fragili che potrebbero non reggere l’urto del carovita e delle bollette. Soprattutto se a guidare il governo c’è un partito, quello dei civici-democratici, da sempre thatcherianamente allergico a sussidi e aiuto ai più deboli (secondo il motto homo faber fortunae suae e amen se le condizioni di partenza non sono le stesse per tutti) ”[3].
La sinistra in tutta Europa ha di che occuparsi se vuole recuperare consensi e invertire la rotta di un populismo fascistoide che continua ad allargarsi.
Pasquale Esposito
[1] Bryan Carter, L’ascesa dell’estrema destra in Repubblica Ceca: tra crisi energetica e inflazione record, 13 ottobre 2022
[2] Tim Gosling, Putin’s energy war fuels fear and extremism on czech streets, 29 settembre 2022
[3] Andreas Pieralli, REP. CECA: L’estrema destra (e non solo) protesta contro il carovita,13 Settembre 2022
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