
Una interpretazione potente quella di Sonia Bergamasco nei panni di una Cassandra che è al contempo vittima, profetessa, prostituta, strega maledicente.
Intraprendiamo con lei un viaggio attraverso la storia dell’umanità a partire dalla genesi del suo mito; maledizione e dono che si origina dall’ira di Apollo che sdegnato dal suo rifiuto, le sputa in bocca condannandola a conoscere il futuro, ma a non essere mai creduta. Ella è vate di un futuro umano che è fatto di inganni, guerre, annientamento e sperpero delle risorse del pianeta. Violentata da Aiace, ostaggio di Agamennone, prigioniera della sua maledizione in un ciclo perpetuo di vita, morte e rinascita ed è questa la vera maledizione della Cassandra uscita dalla penna di Ruggero Cappuccio; un reincarnarsi senza fine, a questa Cassandra non viene concessa la pietas romana, sepolta in terra arsa, i suoi tendini le sue ossa non trovano riposo, solo una umanità che crede in lei potrebbe rompere l’incantesimo. È una anti-principessa delle fiabe; sempre sveglia, vigile, allucinata dalle sue visioni, trasfigurata dalla verità alla quale non può in alcun modo sottrarsi, attraversa la storia sempre in piedi sull’orlo dell’abisso per urlare all’umanità senza essere ascoltata.
La regia multimediale di Jan Fabre capitalizza tutta la capacità di questo artista-regista di fare arrivare un messaggio forte e crudo, gioca con le immagini proiettate sullo sfondo utilizzando i colori primari e rievocando nella scelta della scenografia il mito meno noto e popolare di Cassandra che la vuole bambina nel tempio di Apollo ricevere le sue doti profetiche dai serpenti sacri.

Cassandra impersona essa stessa una di quei serpenti, muta di abito ad ogni rinascita fino a giungere al nostro tempo. Anche il pubblico è trascinato, testimone impotente, noi siamo prima troiani, poi soldati, vittime e carnefici, responsabili di una catastrofe ambientale annunciata che potremmo fermare, ma dinanzi alla sua ineluttabilità incatenati dalla stessa maledizione di Apollo che condanna Cassandra. La nostra condanna è non crederle e così facendo non liberiamo lei e condanniamo noi.
In Resurrexit Cassandra suoni evocativi di immani tragedie accompagnano la storia: seghe elettriche che abbattono foreste, suoni di armi che si scontrano, echi di parole di dittature che infiammano il mondo, acque che inesorabili si innalzano inghiottendo città dopo città.
Gli abitanti del pianeta ascoltano e vedono, ma si auto ingannano, l’uomo è impossibile da convincere anche se Cassandra urla. C’è da chiedersi se l’attivista ambientalista Greta Thunberg abbia letto la drammaturgia di Ruggero Cappuccio quando si riferiva al bla bla bla inutile in tema di protezione dell’ambiente perché ce la ricorda molto la veggente inascoltata un’ambientalista militante nel riconoscere i segni di una catastrofe planetaria ormai alle porte.
Ruggero Cappuccio esprime nelle sue drammaturgie il meglio di sé nella tragedia finale di una Cassandra che non ha più parole per convincere, per avvertire, per esortare, per illustrare, ma alla quale rimane solo la maledizione per una umanità che impedisce lo spezzarsi del ciclo delle rinascite e che con il suo immobilismo condanna il pianeta e se stessa
Dopo avere assistito alla prima dello spettacolo ho intercettato l’autore per porgli qualche domanda:
La sua Cassandra fa politica, è una comiziante che difende l’ambiente. Quanto è ambientalista Ruggero Cappuccio?
Non sono un ambientalista militante, ma sono una persona attenta che ha a cuore l’umanesimo e che vede la creazione come una sinfonia, la mia Cassandra è una comiziante che segnala un disordine, una appassionata alla causa ambientale. Viviamo nel contesto di un progetto armonico che si comporta come una sinfonia dove tutti gli strumenti sono indispensabili: pianeti, mari, buchi neri, basta che uno degli elementi venga meno perché si rompa l’armonia. Spinoza afferma: ” Servi l’ordine è l’ordine servirà te.
Lei sceglie di portare sul palco Cassandra, un personaggio della mitologia greca, quanto i classici possono parlare a noi contemporanei?
I classici sono assolutamente attuali, essi sono fondamentali nel nostro presente. Non credo alla linearità del tempo; eventi accaduti molti anni orsono possono dispiegare i loro effetti sulle nostre vite di oggi, così come fatti accaduti solo ieri possono risultare irrilevanti per le nostre esistenze. Cinque minuti trascorsi in uno studio medico se temiamo per la nostra salute possono essere eterni mentre cinque ore trascorse con gli amici possono passare in un istante.
Adelaide Cacace
Teatro Franco Parenti – Milano
fino al 2 dicembre 2021
Resurrexit Cassandra
di Ruggero Cappuccio
ideazione, regia, scenografia, film Jan Fabre
con Sonia Bergamasco
Ruggero Cappuccio dà voce al prologo
musiche originali Stef Kamil Carlens
effetti sonori Christian Monheim
costumi Nika Campisi
disegno luci Wout Janssens
assistente alla regia e drammaturgia Miet Martens
costumi realizzati da Farani
sarto per le prove ad Anversa Mario Leko
direzione tecnica Marciano Rizzo, Wout Janssens
fonici Tom Buys, Marcello Abucci
delegata di produzione Gaia Silvestrini
coordinamento e distribuzione Aldo Grompone
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