
Secondo alcuni dati del 2021, in Italia 1,4 milioni di minori vivono in povertà assoluta e altri 2.2 milioni sono in povertà relativa. Enrica Morlicchio assieme a Chiara Saraceno e David Benassi ha scritto recentemente un libro sulla povertà in Italia indicando, per il 2022 e i prossimi anni, un aggravamento della situazione che colpisce in modo particolare i minori ed il ceto medio. Per quanto riguarda in particolare i minorenni il rapporto tra povertà economica e danni potrebbe sembrare ovvio, ma diventa piuttosto complesso se si considerano le ripercussioni a carico della cultura e all'educazione. Infatti, anche se un migliore reddito economico del genitore / famiglia può, potenzialmente, aumentare le risorse e le possibilità culturali per i figli, non è detto che questa stessa disponibilità venga poi destinata a tal fine. Ad esempio, i genitori e i familiari con eventuali problemi di dipendenza, sofferenti per malattie fisiche e psichiche o con altri problemi di vario tipo, possono impiegare il reddito a fini diversi dalla cultura ed educazione dei figli. Parimenti, famiglie “ benestanti”, possono soddisfare delle richieste consumistiche dei ragazzi che hanno poco o nulla di culturale o educativo. Il possibile risvolto psicologico dannoso risiederebbe non soltanto in una carenza culturale in senso stretto della persona in crescita, ma in una carenza, o mancanza, di capacità interiori di decodifica e di adattamento all'ambiente circostante, di integrazione con gli altri, di progettazione del proprio futuro, e, non ultimo, in una difficoltà a capire e fare fronte ad emozioni e stress di vita.
La Mostra fotografica e documentaria “Riccardo Venturi. Stati d'infanzia. Viaggio nel Paese che cresce” propone una larga e concreta testimonianza proprio su quanto scritto finora. Rappresenta la resa fotografica, curata da Riccardo Venturi, delle esperienze educative dell'impresa sociale Con i bambini realizzate grazie al “Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile”.
In un pomeriggio, attraversando le affollatissime strade e piazze di Trastevere, costellate ormai quasi esclusivamente di negozi di piazza a taglio, supplì, drink e aperitivi, gelaterie, bar con tavolini, souvenir da un euro, monopattini lasciati scriteriatamente in ogni dove, arrivo al Museo di Roma. All'entrata avviene una magia: al caos dell'esterno si contrappone una situazione silenziosa, nessun affollamento, in un ambiente elegante. L'edificio era in origine un Monastero delle Carmelitane scalze del XVII secolo, dedicato a Sant' Egidio e ristrutturato e da tempo appartenente al Sistema museale comunale di Roma. Rimango quindi favorevolmente colpita dalla situazione fuori/ dentro la Mostra e mi addentro alla sua visita.

Le foto di Riccardo Venturi, due volte Word Press Photo, sono veramente profonde e suggestive. Suggerisco di osservarle con calma e mettersi in contatto con le riflessioni ed emozioni che suscitano. Tra tutte, mi hanno colpito due immagini. La prima è ambientata a Napoli ed è intitolata “Amici e parenti che pregano durante la commemorazione per l'uccisione del 17 enne Genni Cesarano, vittima innocente della camorra“. Ritrae un gruppo di ragazzi in strada, molto arrabbiati, che gesticolano ed urlano il loro dolore e le loro rivendicazioni. È una foto dal forte impatto, che mi ha fatto pensare a quante volte, negli anni recenti, i giovani si trovano purtroppo a “fare gruppo” a ritrovarsi e quindi a “sentirsi partecipi “, in occasioni di violenze e lutti tragici.
La seconda foto, anche questa scattata a Napoli, e porta il titolo “Napoli, Rione sanità. Due bambine del progetto La vela“. È un'immagine molto vivace, con colori allegri e da immediatamente una sensazione sia di gioco che dell'ambiente napoletano.
Tutte le varie e numerose foto di Venturi con le loro didascalie associate fanno conoscere in cosa sono consistiti questi progetti educativi realizzati, dal Nord al Sud dell'Italia, con bambini, adolescenti e famiglie. È esplicativa anche la presentazione dell'iniziativa: “La povertà educativa minorile è multidimensionale, frutto del contesto economico, sociale, familiare in cui vivono i minori. Non è solo legata alle cattive condizioni economiche, ma investe anche la dimensione emotiva, quella delle società e della capacità di relazionarsi con il mondo e con l'apprendere”.
Ma soprattutto mi ha interessato (e consiglio di vederlo per prima cosa ) il documentario di Arianna Massimi, dove si sentono dal vivo le esperienze e i vissuti dei ragazzi cui seguono due interviste. Quella a Marco Rossi-Doria, Presidente dell'impresa sociale con i bambini e da molti anni attivo nel settore minorile, educativo e culturale e quella a Vanessa Pallucci, Vicepresidente di Lega ambiente e portavoce del Forum Terzo settore.
Dalla periferia del quartiere di Corviale a Roma a S. Giovanni Bianco vicino Bergamo, i giovani che parlano sono stati coinvolti in progetti apparentemente semplici, ma che hanno dato loro quelle opportunità di “vedere altro”, oltre il loro problema e la loro situazione di vita usuale e contingente. Soprattutto, hanno avuto la possibilità di sperimentare quell'inclusione e appartenenza ad un gruppo – l'appartenenza ad una comunità, ad un progetto – che è uno dei bisogni fondamentali della crescita e dell'assetto psicologico. Il bisogno di inclusione e di appartenenza, spesso importante come i bisogni fisiologici ed altre necessità fisiologiche e sociali, ha mostrato nel trascorso biennio della pandemia tutta la sua incidenza sulla salute, soprattutto nei giovani e negli anziani che hanno sofferto delle conseguenze dell'isolamento e dell'esclusione sociale. Solo nella concreta realtà dell'appartenenza e nel sentirsi “parte di…” , le persone possono peraltro partecipare ad una rete e avere quel sostegno sociale così necessario per la crescita e per fronteggiare i problemi vitali.
Nel video della Mostra, Marco Rossi-Doria cita l'antropologo Arjun Appadurai, di origini indiane e naturalizzato statunitense, autore di libri tradotti in varie lingue sulle dimensioni culturali della globalizzazione e sul futuro come “fatto culturale”. Di Appadurai, sottolinea in questo caso soprattutto il concetto della possibilità di poter avere un futuro, cioè la prospettiva ed aspettativa di vivere, potersi realizzare su vari piani anche non soltanto materiali ed economici, fondamentale per i giovani.
Uscendo dalla Mostra, rifletto sul fatto che la cultura di tutte le persone in crescita e delle loro famiglie, rispetto ad altre necessità basilari, potrebbe sembrare quasi un lusso, ma non lo è. Perché, come ha detto anni fa il noto psicologo Jerome Bruner, “La mente crea la cultura, ma la cultura crea la mente“.
Maura Sgarro
Bibliografia
Per la biografia di Riccardo Venturi cfr. www.festivaldelgiornalismo.com;
Per i testi di Arjun Appadurai cfr. https://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/Appadurai,-Arjun/;
Maslow A.H., Motivazione e personalità, Armando Editore 2010, pagg. 540;
Chiara Saraceno, Enrica Morlicchio, David Benassi, La povertà in Italia, Il Mulino 2022, pagg. 226;
Maura Sgarro, Il sostegno sociale, Ediz. Kappa 1988, pagg. 133;
Luca Zoccolo, Appadurai, Il futuro come fatto culturale. Saggi sulla condizione globale
“Diacronie“, Studi di Storia Contemporanea, n.22, 2, 2015
Museo di Roma in Trastevere
28 ottobre 2022 – 26 febbraio 2023
Riccardo Venturi. Stati d'infanzia. Viaggio nel Paese
Promotori: Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Impresa sociale con i bambini
A cura di: Associazione Akronos, Ilaria Prili
Servizi museali: Zètema Progetto Cultura
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