
Il talento e generosità. La telefonata con Bruno Cerella era nata per concordare un appuntamento sul quando lo avrei potuto intervistare e, invece, siamo subito passati alle opinioni, ai ricordi, ai suoi sentimenti. All'impronta e con generosità, lasciandomi all'inizio un po' meravigliato.

Generosità, dicevo, quella che Bruno Cerella ha dimostrato, per esempio, e senza farsene un vanto, quando grazie all'aiuto, come ha tenuto a precisare, del suo medico, il dottor Marco Bigoni, è stato capace di giocare una finale di Coppa Italia dopo aver subito il giorno prima un intervento al menisco. Probabilmente favorito dalla grande sintonia con il medico curante, dalla sua ferrea determinazione. Non è il solo, ma non sono tanti ad aver coraggio di rischiare. È in bella compagnia il nostro, pensando ai recuperi dopo gli interventi al ginocchio di Pirmin Zurbriggen con il suo doppio oro ai Mondiali di Bormio e della campionessa mondiale dei 400 ostacoli Jana Pittman.
Quattro o cinque secondi. Questo mi frullava già nel momento in cui, o forse prima ancora, di pensare alla chiacchierata con Bruno. La sua storia sportiva, e forse una parte di quella personale, passa per un battito di ali, un briciolo di tempo che, con la giusta distanza che ci consentono gli anni trascorsi, ha rappresentato una cesura per lui, per i suoi compagni in squadra, e pure per tutto l'indotto del basket. E così con Bruno abbiamo ricordato la stagione 2008-9 di Serie A1 quando militava brillantemente nella Teramo Basket del presidente Carlo Antonetti.
Quei quattro secondi che l'esperto Paternicò con il suo fischio sulla rimessa di Moss in gara quattro play off a Milano, decretò avessero toccato i cinque e la fine della più brillante stagione di quella società.
È bene quindi ricordarla quella squadra della stagione 2008 2009, affidata a coach Andrea Capobianco, anche dalle loro gesta si aveva contezza della stessa generosità che Cerella divideva con loro e con il loro pubblico. Il capitano Gianluca Lulli, Peppe Poeta, Ryan Hoover, Brandon Brown, Jaycee “boom boom” Carrol, Valerio Amoroso, Jacob Jaacks, Alessandro Piazza, David Moss.
Bruno e quei ragazzi, in quell'esperienza fecero subito trasparire il loro gran cuore e dagli spalti, difficilmente il tifoso attento si sbaglia su queste caratteristiche. Il cuore, la generosità, lo spirito di squadra, il rispetto, è lo stesso che vedi anche nella vita di tutti i giorni, lo riconosci e lo apprezzi e, chi ne è dotato, oltre ad avere successo sportivo ovviamente, entra in simbiosi con gli altri quando ti applichi in uno sport a diffusione di massa come la pallacanestro. Alla fine ne diventa vettore e simbolo. Di quelle esperienze siamo riusciti a trovare una testimonianza preziosa che ci raggiunge da chi è abituato a narrare storie attraverso le immagini come Maurizio Anselmi fece anche per quelle esperienze e che adesso ci consente di riproporre nella pubblicazione.

A Teramo, dicevamo, talento e generosità di Bruno si videro bene e furono subito confermate quando con Tommaso Marino, suo collega di gioco e di solidarietà, decise che bisognava essere… talentuosi anche nel cuore nella pratica “bisognava restituire almeno parte del successo che la vita aveva loro riservato attraverso azioni benefiche”. Anche grazie alla attitudine al viaggio facevano nascere, nel 2011, Slums Dunk Basket Accademies, a Nairobi in Kenya dove erano arrivati per la prima volta nella loro vita. Capirono l'esigenza di dover dare un alternativa ai pericoli di strada alle migliaia di ragazzi sotto forma di attività educative e sportive.
L'iniziativa fu immediatamente coronata da successo anche grazie agli aiuti che riuscirono ad ottenere ed a conferire. Il report del rendiconto annuale del 2016 (1) a firma del presidente, Bruno Cerella, recita di un successo divenuto strepitoso in risultati e donazioni che consentono la realizzazione degli obiettivi, cioè soprattutto ragazzi che riescono a fruire di istruzioni che nel tempo potrebbero essere fondamentali per diventare loro stessi istruttori, manager, allenatori. Dopo 5 anni erano 3.500 i fruitori coinvolti nel progetto. Ci specifica Bruno durante la nostra chiacchierata, non senza tradire una giusta soddisfazione nel tono di voce, Slums Dunk ha 50 ragazzi e ragazze che godono del binomio istruzione-attività sportiva grazie alla concessione di borse di studio. Precisamente 47 sono in scuole private in Kenya dove modelli scolastici che prevedono sport ed istruzione sono diffusi, 2 negli Stati Uniti, messisi in luce negli eventi organizzati dalla Junior NBA League, ed uno in Italia.
Tornando al percorso cestistico di Bruno, dopo la felice stagione a Teramo e dopo una breve parentesi varesina approdò all'Olympia, tornata ai fasti antichi grazie agli investimenti e ad una organizzazione assicurati dal loro primo tifoso Giorgio Armani. A Milano, ottenne la definitiva consacrazione che lo ha portato a conquistare, in circa 7 anni tra Milano e Venezia: tre scudetti, tre coppe Italia, una Fiba Europe cup e una Supercoppa con la Reyer Venezia.
Su entrambe le sponde è entrato nel cuore dei rispettivi tifosi, esattamente come successe a Teramo dove approdò partendo da un tour durato alcuni campionati nelle minors iniziato in C2. A Massafra, in provincia di Taranto, approdò da Bahia Blanca, un diciassettenne che avrebbe camminato o meglio danzato a lungo sui parquet della pallacanestro, fino a giocare per trofei europei.Che storia!
Era frequente in quel periodo trovare tanti giocatori argentini che giocavano in Italia per avere la possibilità di migliorare la loro pallacanestro a causa delle mai sufficienti risolte vicende politiche della bella ma martoriata terra d'Argentina. È stato, quindi, inevitabile parlare di solitudine, soprattutto per un diciassettenne che lascia casa per tanti anni seppur con attività coronata dal successo più significativo. L'uomo cestista ci ha spiegato che “non è la vicinanza che ci fa sentire soli…a volte si è soli anche se circondati da tanta gente, mentre non si sente la solitudine anche se le persone a cui sei legato da affetti e parentela sono a chilometri di distanza“. Insomma “…un conto è essere soli, altro sentirsi soli”.
Se uno non ne avesse conferma, inoltre, si attenderebbe che il nostro interlocutore non potrebbe che nutrire grande attenzione verso l'ambiente e le sue manifestazioni, ci ha infatti dichiarato di essere nato nella natura, con gli animali selvatici ben presenti, con il padre che vive in Patagonia, un luogo simbolo per la Natura. Ci ha detto anche di ricordare bene le manifestazioni della natura abruzzese per le quali mi è stato semplice invitarlo per tornare ad osservarle e viverle.
Circa l'attuale anomala situazione della pallacanestro causata dalla pandemia, Il cestista ci ha spiegato anche, con assoluta tranquillità, che sono ancora in attesa di conoscere la fine delle competizioni Europee, o meglio se saranno riprese. La situazione è che, pur avendo ogni giocatore risolto contrattualmente con la propria società il proprio rapporto di lavoro, si è in attesa di riaprirlo qualora dall'Europa, come pare possa accadere, arrivi il segnale di ripresa del gioco che significa comunque farsi trovare allenati. Altra singolare presa d'atto di serietà professionale, come pure altre ben evidenti nel nostro Paese, ed anche di indubbio maggior peso, di professionisti che si sono posti pochi interrogativi quando si è trattato di intervenire, anche a mani rese nude da colpevoli inadempienze, nel tentativo di salvare vite a causa della pandemia.
Bella piacevole, forse lunga ma non, ancora più lunga, perché la circostanza non lo ha consentito, la chiacchierata con Bruno Cerella. Ricca di contenuti, vari, profondi come accade a volte, ma più facilmente di quel che si creda nel mondo della pallacanestro e che conferma le previsioni sulla ricchezza interiore del personaggio.
È anche accaduto un inaspettato avvenimento che mi ha piacevolmente sorpreso;… mi è sembrato di riascoltare nelle orecchie il coro dello Scapriano mutuato da “Urlando contro il cielo” di Luciano Ligabue. Una diffusa sensazione da pelle d'oca che quel “…oh ooh ooh ooh, Teramo! Teramo!”, ancora ben presente nelle nostre orecchie, si è improvvisamente manifestata. Non sappiamo se anche Bruno abbia avuto la stessa impressione, quel che è però certo è che abbia serbato un ricordo piacevole di quella esperienza come la sua esclamazione ci ha fatto rilevare.
Emidio M Di Loreto
1- https://www.slumsdunk.org/wp-content/uploads/SD-report-annuale-2016-2.pdf
Slums Dunk Basketball Academy: Un progetto che utilizza lo sport come un modo di educare #kenya #zambia #argentina www.slumsdunk.org – https://www.facebook.com/slumsdunk/
Palmares Bruno Cerella
Campionato Italiano: Olimpia Milano: 2013-14, 2015-16; Reyer Venezia: 2018-2019
Coppa Italia: Olimpia Milano: 2016, 2017; Reyer Venezia: 2020
Supercoppa italiana: Olimpia Milano: 2016
FIBA Europe Cup: 1 Reyer Venezia: 2017-18
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