
Se potessimo osservare dall'alto il nostro paese, le sorprese non mancherebbero. Da un lato dovremmo, infatti, registrare immani disastri, opere sciagurate, dissesti continui, mancanza di prevenzione per il territorio e per i monumenti; dall'altro avremmo forse delle positive sorprese per piccoli e rilevanti miracoli: aree protette, recuperi davvero interessanti e uso corretto del territorio.
Sovrapponendo le due possibili immagini, ci imbatteremmo ancora una volta in una serie di luoghi comuni che sembrano accompagnare la nostra storia, prima come semplice “espressione geografica”, e poi come storia nazionale.
Da sempre i viaggiatori del Grand Tour sono colpiti, saltando tante altre espressioni e riflessioni, dal rapporto tra la grandezza del passato e la miseria del presente.
L'immagine più semplice è la giustapposizione tra le rovine del passato e gli sterpi del presente, sullo sfondo un paesaggio agrario tra il bucolico e il decadente.
Racconti del territorio
Ci siamo già occupati, attraverso gli scritti di Antonella Tarpino e del “paesologo” Franco Arminio, dei mille borghi e paesi d'Italia e della evoluzione della situazione anche paesaggistica negli ultimi anni, con il condizionamento portato da uno sviluppo industriale ed edilizio quasi sempre veloce, effimero e in molti casi distruttivo.
Il territorio si modifica, comunque, mostrando anche la propria vitalità e, nei casi migliori, tentando di coniugare il passato al presente senza troppe forzature.
Nel caso specifico del progetto che stiamo presentando, si è chiamati a fare i conti con un'area come quella di Narni – comune della provincia di Terni – che propone un'identità composita che unisce tratti di origine medievale, per molti versi ancora capaci di esercitare il loro fascino, con una realtà industriale, in rapida disgregazione, che ha contribuito fino a ieri alla ricchezza dell'area.
L'incontro tra due anime, apparentemente così lontane, ha determinato anche una precisa tipologia paesaggistica che racconta, nella sua stratificazione, buona parte della storia italiana: dalla realtà medievale e comunale, fino alla tardiva industrializzazione e ai diversi esiti che essa ha avuto nel nostro paese.
Narni. Veve e Piazza dei Priori. Foto Roberto Pileri
Il progetto Narnimmaginaria
“La Convenzione Europea del Paesaggio lo definisce come «una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni». Recuperare questo concetto anche nel campo dell'immagine rappresenta secondo noi un elemento essenziale per la valorizzazione del territorio.
La registrazione immaginaria del paesaggio, inteso anche come ambito urbano e sociale, la sua documentazione, rappresentano la lettura contemporanea del legame che c'è tra uomo e ambiente in un determinato territorio. Ne promuove anche la conoscenza creando una maggiore consapevolezza sull'importanza della sua tutela e buona gestione con scopo di preservarne i caratteri peculiari.
La fotografia stimola il confronto con le immagini storiche per valutarne le modificazioni nel tempo, le sue evoluzioni o involuzioni, l'inarrestabilità delle modificazioni della forma e della vita dei luoghi.
Attraverso il mezzo fotografico si intende riscoprire elementi e aspetti di una città e territorio antichi e per rivelarne di nuovi, secondo una visione personale e conoscitiva”. (dalla presentazione del progetto)
Castelluccio di Norcia. Foto Stefano Rossini
In questo tipo di situazione, legata quindi al racconto dei luoghi vissuti e attraversati dalla storia, senza alcuna pretesa di separare le bellezze paesaggistiche dall'attività degli uomini che le popolano, si muove Narnimmaginaria, Progetto di lettura fotografica della città, del territorio e della società narnese, nato dall'azione dell'Associazione Sator.
L'esperienza dei suoi membri nel campo fotografico, le sollecitazioni del territorio in cui essa opera e che scopre sempre più una vocazione anche turistica, – di qui anche la collaborazione con l'Amministrazione comunale per arricchire di immagini il portale turistico locale – l'uso di tecnologie che coniugano tradizione e innovazione, la convinzione che, in tema di paesaggio “oggi il mezzo di raffigurazione è chiaramente la fotografia”, sono alcuni dei fattori alla base di Narnimmaginaria, progetto che si è andato evolvendo, attraverso cerchi concentrici sempre più ampi.
Il progetto si articola attraverso momenti in qualche modo complementari che coprono un lungo periodo, con attività che hanno preso l'avvio a marzo e culmineranno nelle mostre previste fra agosto e settembre.
Gli incontri con la fotografia consentono di rapportarsi con diverse vocazioni espressiva e con specifiche riflessioni individuali sul rapporto con il paesaggio, l'arte e l'utilizzo del bianconero (Gian Piero Zanzotti, Stefano Rossini, Luigi Loretoni, Sergio Coppi, Diego Mormorio, Tano D'Amico).
Particolarmente rilevante l'incontro su un mostro sacro della storia della fotografia come Henri Cartier Bresson.
Picchiarelli, nelle mani delle donne sta la sapienza del fare. Foto Roberto Pileri
“Pro e contro Cartier Bresson” sarà animato dagli interventi del critico Diego Mormorio e del fotografo Tano D'amico, noto per gli scatti di molte importanti manifestazioni di piazza.
I workshop fotografici s'incentrano invece su la presentazione di specifiche tecniche fotografiche, la loro applicazione in ambienti operativi e la riflessione sugli scatti realizzati (Architettura e paesaggio urbano; Street photography; Paesaggio).
Il concorso dedicato ai soli scatti da smartphone, sul tema del paesaggio mobile (aprile) e le mostre fotografiche dei migliori scatti realizzati nei workshop e per il concorso (agosto-settembre), con l'incontro finale con il giornalista fotografo Gabriele Torsello “Kash”, sono altri momenti di un progetto che sicuramente ci riserverà, nelle prossime stagioni, nuove sorprese e nuove sollecitazioni.
Antonio Fresa
L'associazione
L'associazione Sator, con una specifica vocazione culturale, si occupa principalmente di fotografia ed ha già realizzato workshop, mostre e corsi per un pubblico sempre più vasto. (Fondatori Sator: Mauro Nori; Roberto Pileri; Stefano Rossini).
I laboratori di fotografia organizzati sono stati dedicati alla fotografia tradizionale, a quella digitale, per finire poi con l'editing e la post-produzione.
L'altro aspetto portante del programma dell'Associazione è il racconto fotografico di luoghi con le loro specifiche tradizioni religiose, culinarie e rituali. I documentari fin qui realizzati sono stati dedicati alla tradizione delle Intusse a Itieli (con la preparazione delle ciambelle e delle torce), ai picchiarelli di San Gemini (una pasta tipica preparata in occasione della Giostra dell'Arme) e al rito della distribuzione del farro a Monteleone di Spoleto (il Farro di San Nicola). Questi “racconti per immagini” hanno una valenza antropologica di non scarsa rilevanza per quel sistema delle feste popolari che sono una delle nostre radici più rilevanti, anche e soprattutto nell'accostamento fra cibo e riti religiosi. Non a caso la ricerca portata a termini a Itieli è stata presentata in occasione del Salone del Gusto di Torino.
Per saperne di più
www.narnimmaginaria.it
www.turismonarni.it
https://www.facebook.com/groups/416765745061990/?fref=ts
-----------------------------
-----------------------------
Se sei giunto fin qui vuol dire che l'articolo potrebbe esserti piaciuto.
Usiamo i social in maniera costruttiva.
Condividi l'articolo.
Condividi la cultura.
Grazie