Tra Rosarno e San Ferdinando: Fuori dal ghetto e La casa della dignità

Fuori dal ghetto
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Parto dal profondo nord della Calabria per raggiungere Rosarno e San Ferdinando, nella Piana di Gioia Tauro, per assistere ad un progetto che parla di migrazione, di lavoro, di sfruttamento e caporalato. Il primo Rosarno Film Festival Fuori dal ghetto. Un festival “sgarrupato”, definito così dagli organizzatori costato poche centinaia di euro. Una rassegna messa in atto per accendere i riflettori sulla qualità del lavoro e sulla vita che conducono i braccianti immigrati e anche quelli italiani.

Se vogliamo uscire dal ghetto dobbiamo mettere al centro il tema lavoro. Perché è il lavoro che unisce quello che il mondo grande e terribile separa. È il lavoro che restituisce la dignità che la frontiera toglie. Il lavoro è un tema che intreccia da sempre la migrazione e i confini. Ed è un spazio di tensione, di ricatto e solidarietà, tra chi sfrutta ed è sfruttato, tra lavoratori autoctoni e lavoratori mobili”, così dice Francesco Piobbichi, operatore umanitario e organizzatore del Rosarno Film Festival.

Di lavoro, quindi, e migrazione si è parlato al festival attraverso cortometraggi presentati ad una platea attenta e motivata e giudicati da una giuria composta da lavoratori braccianti. La Giornata di Pippo Mezzapesa è l’opera che ha vinto. Il corto racconta la storia di Paola Clemente, la bracciante pugliese di 49 anni morta di fatica sotto il sole nell’estate del 2015. Guadagnava due euro all’ora. Il suo cuore non ce l’ha fatta più. A narrare la storia sono le stesse sue parole riprese dagli atti giudiziari dell’inchiesta sui caporali che la sfruttavano e da quelle delle donne che viaggiavano con lei. Un film toccante e doloroso come gli altri che hanno portato sullo schermo la paura e il coraggio, la rabbia e la sopportazione di chi per lavoro è costretto a subire lo sfruttamento, l’arroganza e la cattiveria di chi della vita di queste donne e di questi uomini approfitta e fa profitto.

Nel corso del festival sono stati ricordati anche i braccianti che in quella Piana hanno perso la vita in diversi modi, ma sempre vittime dell’indifferenza, dell’indigenza, della povertà e di leggi che non li tutelano a sufficienza. Nella sala sono stati riservati dei posti a loro e così alcune sedie portavano il loro nome.
La  Calabria che è terra di migrazione e immigrazione affronta e vive questi drammi ogni giorno. È proprio da qui, da questa terra piena di contraddizioni, fatta di luci e ombre che deve partire il riscatto della dignità umana che passa per il mutualismo, per l’utilizzo sociale della terra, per il conflitto sociale.

Piccoli passi verso il riscatto della dignità si stanno compiendo nella Piana Di Gioia Tauro. Il mutualismo che diventa concreto con la realizzazione di Dambe So – Casa della dignità.  È stato ristrutturato un piano di un vecchio albergo in disuso diventando uno spazio con sei piccoli appartamenti dove vivono dodici braccianti della tendopoli durante il periodo lavorativo, fino a che non si spostano per altri raccolti in altre regioni.

fuori dal ghetto
disegno di Francesco Piobbichi

La tendopoli di San Ferdinando è un colpo al cuore e allo stomaco. La terza realizzata in pochi anni a poche centinaia di metri dalle precedenti.

Blandine Sankara
Blandine Sankara

Immersa nel nulla, lontana dal centro abitato e dalle campagne dove le persone lavorano. Un posto dove il degrado e l’abbandono sono visibili, e palpabili sono il dolore e la mancanza di decoro e dignità sociale e umana. Dopo la visita al campo, i piccoli appartamenti di Dambe So si percepiscono come una boccata di aria pulita. È lì che da braccianti diventano persone.

E sempre per restare nel tema del lavoro sfruttato, mal pagato e anche deriso dalle multinazionali della produzione e della commercializzazione che ingrassano le loro filiere a scapito dei territori più poveri e sulle vite di chi la terra la lavora,  l’evento si è concluso con l’intervento di Blandine Sankara, sorella minore del mai dimenticato Thomas Sankara.  Blandine, però, non è solo la sorella del Presidente assassinato in Burchina Faso, è una donna impegnata nella battaglia per l’indipendenza alimentare. La sua ong Yelemani si prefigge, appunto, di liberare il suo paese dalla dipendenza dall’estero e dalle multinazionali, e persegue, anche l’intento di educare le persone alla libertà, di far cambiare loro la mentalità che crea dipendenza e di conseguenza povertà e flussi migratori.

Sui gradini di una piccola costruzione in legno, un tempo costruita e usata come scuola per i migranti abitanti nella tendopoli, Blandine ha parlato dello sfruttamento delle multinazionali del territorio africano e ancora dell’impatto del cambiamento climatico e della conseguente desertificazione. Il Pianeta è unico e se si continua a pensare all’Africa come terra da sfruttare e da cui partire, non si risolverà nulla. La Terra è unica e come tale va trattata per preservarla e darle un riscatto morale e sociale.

Angela Di Leo

Rosarno Film FestivalRosarno Film Festival – Fuori dal ghetto
I Edizione
14-16 ottobre 2022
organizzato da

Mediterranean Hope , Rete delle Comunità Solidali, Sos Rosarno, RiVolti ai Balcani, Altreconomia, Comune-Info, FuoriMercato – autogestione in movimento, Sea Watch, ResQ, Equosud, Confronti, Cinema Metropolis Umbertide, Cinema postmodernissimo Perugia, Equosud

e con il patrocinio dei comuni di Rosarno e di San Ferdinando.
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La giornata di Pippo MezzapesaLa giornata
Regia: Pippo Mezzapesa
Attori: Arianna Gambaccini, Franco Ferrante, Vito Facciolla
Soggetto: Pippo Mezzapesa, Antonella Gaeta
Sceneggiatura: Pippo Mezzapesa, Antonella Gaeta
Fotografia: Michele D’Attanasio
Montaggio: Andrea Facchini
Scenografia: Nunzia Leone
Costumi: Carmen Balestra
Suono: Gigi Gallo
Durata: 10′
Colore: C
Genere: DRAMMATICO CORTOMETRAGGIO
Produzione: PAKY FANELLI PER CGIL, FLAI, FANFARA SRL
Distribuzione: ELENFANT DISTRIBUTION

 

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