Rossi mette le mani sul mondiale

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Il campione del mondo domina il Gran Premio della e complice la caduta di Lorenzo porta a 50 punti il vantaggio sul rivale. Completano il podio gli spagnoli Daniel e Toni .

A 6 gare dalla fine della stagione i giochi per la conquista del campionato del mondo sembrano fatti: Rossi stravince, Lorenzo cade (è la seconda volta consecutiva), Pedrosa sebbene in ripresa, è troppo lontano, si auto–elimina rimanendo a curarsi in Australia.

A meno di eventi clamorosi, dunque, può prepararsi a festeggiare il suo nono straordinario mondiale, chiudendo la giornata di oggi con 50 punti di vantaggio su Lorenzo.

Scongiuri a parte, la gara di oggi ha dimostrato come avere un passo da paura e la moto migliore in circolazione – leggi Lorenzo – non siano sufficienti per stare davanti a un Rossi apparso, oggi più che mai, determinato, concentrato e spietato.

Il Valentino nazionale ha battuto Lorenzo usando la stessa strategia annunciata ieri dalla spagnolo al termine delle qualifiche e cioè “parto davanti e cerco la fuga”. E così è stato. Rossi ha lasciato due curve a Pedrosa – autore come al solito di una partenza “a fionda” – prima di prendere la testa della corsa e impostare il proprio ritmo, seguito appunto da Pedrosa e da Lorenzo un po' imbambolato in partenza.

La gara scorre decisamente sonnacchiosa fino a 6 giri dalla fine quando Lorenzo, superato Pedrosa, aggancia Rossi e lo sopravanza di slancio. Rossi è bravo a evitare che la Yamaha del compagno – rivale scappi e poi, al giro successivo, azzarda il contro sorpasso.  E qui la corsa cambia volto.

Per rintuzzare l'attacco di Rossi, Lorenzo ritarda la staccata, si allarga troppo e nel tentativo di riprendere la moto “pinza” con troppa veemenza, perdendo l'anteriore. Risultato: moto e pilota nella ghiaia, gara finita anzitempo e titolo mondiale pressoché perso.

Per Lorenzo si tratta della seconda caduta consecutiva (la terza in questa stagione) e l'elemento sul quale riflettere è la ragione delle sue cadute. Sia qui sia nella gara di Donington, il giovane spagnolo si è steso a causa di suoi gravi errori di valutazione e non per un problema tecnico. Due errori figli dell'ansia  (per non dire dell'arroganza) di dimostrare di essere allo stesso livello di Rossi.

Sicuramente la situazione di Lorenzo non è delle più facili: divide il box con il più scomodo dei compagni di squadra che si possa avere, corre in un team che, per voce del suo presidente, lo ha bacchettato ai tempi dell'avvicinamento – ora sfumato – con la Honda ufficiale dicendo “non faremo cose pazze per trattenerlo” e, soprattutto ha voglia di portarsi a casa il titolo mondiale.

Ma la moto a posto non basta. Ci vogliono sangue freddo e maturità, l'intelligenza di capire quando è il caso di tentare un sorpasso e quando, invece, è meglio aspettare e, soprattutto l'abitudine a sopportare la pressione. Insomma tutte cose che, sommate alla pazienza e all'astuzia, compongono la parola esperienza.

Caduto Lorenzo, Pedrosa si accomoda al secondo posto. Lo spagnolo, decisamente in ripresa, oggi non è mai stato un pericolo per Rossi, a causa di una Honda troppo lenta,  né può esserlo per la lotta al titolo. Tuttavia, come giustamente rimarcato da un cronista televisivo al termine della gara, il piccolo Dani al momento sembra il pilota più solido tra gli inseguitori di Rossi.

Alla compattezza di Pedrosa si contrappone la tenerezza con la quale Toni Elias, oggi terzo, parla della propria situazione di pilota appiedato per il 2010.  Il team Gresini non gli ha rinnovato il contratto e nessuno ha dimostrato interesse per averlo in squadra l'anno prossimo. Una situazione certo avvilente per Elias, capace sì di grandi risultati, ma non certo un campione di continuità.

Quarto posto per Andrea Dovizioso, che ha battagliato a lungo con Elias prima di cedergli il terzo gradino del podio. Una bella gara, quella di Dovizioso, reduce dalla prima vittoria in tre settimane fa e in fase di rinnovo contrattuale con la Honda ufficiale.

Quinto posto per un altro italiano, l'inossidabile Loris Capirossi, che partiva dalla nona posizione in griglia,  mentre al sesto troviamo Nicky Hayden, che sembra iniziare a raccogliere i frutti dell'immane lavoro di adattamento alla Ducati svolto negli ultimi mesi. Completano i primi dieci in classifica Colin Edwards, Alex De Angelis, James Toseland e il “fratturato (al piede) Randy De Puniet.
Mancano all'appello (sostituto di Stoner) e , protagonisti di un botto all'ultimo giro e Michel Fabrizio (sostituto di Kallio) ritirato per un problema fisico.
Il prossimo appuntamento è fissato per domenica 30 agosto a Indianapolis.
Alessandra Rossi

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