SANI! Teatro fra parentesi di e con Marco Paolini

marco òpaolini in sani

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Sono passati dieci anni da quando, in una fredda serata invernale, andai fino a Varese a teatro per sentire narrare di uomini e cani, di storie di coraggio, sfide e sconfitte, tratte da tre racconti di Jack London. Ne valse la pena. Certo non l'incredibile tensione narrativa del Vajont, ma uno spettacolo ben costruito, una rielaborazione quasi poetica, in forma di ballata, dei testi dello scrittore.

Ecco perché stasera sono al Piccolo, perché mi piace sentir raccontare, mi piace ascoltare storie. Marco Paolini torna sul palcoscenico dopo una lunga pausa con “Sani! Teatro tra parentesi”.
La sala è piena, tutti con la mascherina. Si percepisce il desiderio di condividere, di contatto umano. Si ricomincia, finalmente. Un applauso liberatorio, quasi una pacca sulla spalla.

Le storie questa volta sono tante, in due ore si passa dal divertente ricordo di un insopportabile Carmelo Bene in un tendone da circo a Treviso negli anni '80 (e di una mitica R4 che vagava nelle campagne venete) all'intuizione del militare sovietico Petrov, “l'uomo che salvò il mondo” in piena guerra fredda, a dispetto del sistema satellitare OKO. Si riparte dalla sig.ra Rosina che nel 1976, in una Gemona distrutta dal terremoto, fece rinascere un orto da sotto le macerie, alla possibilità di descrivere una cattedrale a chi non vede, ispirandosi al cieco del famoso racconto di Raymond Carver, per arrivare a Gaudí e alla Sagrada Familia. Con un passaggio d'obbligo dalla pandemia e dalle bandiere sui balconi.

Ma dov'è il filo conduttore, mi chiedo? Con un certo mio sollievo durante lo spettacolo se lo chiede anche Paolini. Forse non c'è. O forse la memoria di vicende autobiografiche intrecciata a episodi storici vuole farci riflettere sui nostri limiti, ci invita a guardare la realtà cercando nuove angolazioni fino a sorprendercene, e a chiederci se veramente “andrà tutto bene” e resteremo “sani”, come ci augura il saluto in dialetto della valle del Piave, titolo dello spettacolo.

Bravissima la cantante Saba Anglana. Lei e il musicista Lorenzo Monguzzi, che già in passato ha collaborato con Paolini, accompagnano lo spettacolo, che a tratti assume proprio la forma del concerto. La componente musicale però spesso è scollegata dalla narrazione, alcuni brani sembrano fuori contesto. Mi piace comunque la voce intensa ed espressiva di Saba e il suo modo di muoversi sul palco, ha un bellissimo vestito rosso e arancio, che riempie lo spazio con delicatezza.
Alle spalle un grande castello di carte da gioco, a rappresentare un equilibrio provvisorio, in un mondo in cui “il peso delle cose sta superando il peso della vita” in nome del benessere (numeri alla mano, il peso dei manufatti umani è ormai superiore a quello della biomassa).
Un mondo dove si costruiscono muri invece di ponti e dove la nostra zattera è sempre troppo piccola per salvare l'altro che annega.
Certamente non è tempo di grandi ispirazioni e Paolini appare un po' invecchiato dagli eventi, all'applauso finale sta per commuoversi.
Stasera volevo sentire raccontare delle storie. E lo ha fatto un bravo narratore.

Maria Carla Cazzaniga

Teatro Strehler
dal 16 novembre al 5 dicembre 2021

SANI!
Teatro fra parentesi
di e con Marco Paolini
musiche originali composte ed eseguite da Saba Anglana e Lorenzo Monguzzi
luciaio Michele Mescalchin
fonico Piero Chinello
direzione tecnica Marco Busetto
produzione Michela Signori, JOLEFILM

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