Sassari-Reggio Emilia: gara sette non potrà essere come gara sei!

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È certo! Nessuno potrà pretendere da gara sette che si goda delle stesse emozioni di gara sei. Sicuramente il numero di chi assisterà all'evento, direttamente o via etere, sarà pari o magari superiore a quello della gara precedente e fra gli addetti, il tam tam di chi vi ha assistito, farà proselitismo e domani assisteremo ad un nuovo record di ascolti…ma non sarà importante questo, anche perché non tutti avranno compreso l'enormità e la completezza di emozioni non solo tecniche e sportive che la gara di ieri ha voluto regalarci!

Questa volta ha contato un parametro diverso: gara sei ha messo in luce quanta distanza partecipativa ed emotiva può esserci tra il atletico di uno contro uno interminabili, con protagonisti ultrapagati, scelti nel mondo tra i più dotati fisicamente, ed il nostro basket. La capacità aggregativa dei roster delle nostre squadre è per forza di cose e per forza di esigenze economiche (grazie crisi che ci fai ingegnare e permetti di allestire squadre che diventano protagoniste di spettacoli come la gara di ieri al Serradimigni di ) il frutto di sapienti conoscitori di questo sport che hanno consegnato a Meo Sacchetti e Massimiliano Menetti due formazioni con caratteristiche profondamente diverse, che giocano  due basket profondamente diversi ma che sembrano nate per dare in pasto agli amanti ed ai privilegiati in grado di comprendere le innumerevoli sottili efficaci e redditizie alchimie tecniche e tattiche uno spettacolo sportivo di rara intensità e completezza.

Sempre per questo stesso motivo abbiamo anche potuto valutare molto positivamente come due realtà inizialmente non accreditate tra le grandi, anche se in piazze dalla passione cestistica geneticamente radicata, si stanno contendendo, anzi hanno già vinto, lo scudetto del Campionato Italiano.
Lasciamo quindi volentieri agli amanti dei super atleti lo spettacolo ed i soldi del basket NBA fatto di ricerca costante di continui atletismi di uno contro uno e ci teniamo stretto il basket di ieri di Sacchetti e Menetti che, come è stato già citato, è fatto di quintetti che giocano insieme per cercare col gioco di squadra l'uno contro uno vincente e, l'uno con grande partecipazione di giocatori Italiani e che non hanno minimamente risentito degli innumerevoli infortuni patiti, l'altro che dovendo contare su individualità straniere più numerose e di difficile assemblaggio, produce gioco diverso, più dispendioso e quindi discontinuo, ma pur sempre in grado di preoccupare la pattuglia dei talentuosi italiani anche se incorre in percentuali al tiro da tre improponibili.

Vogliamo tenercelo stretto perché ieri quando si dice nel gergo che: “… la partita ha bucato lo schermo” è vero, anzi verissimo, ma ieri con le immagini ci sono anche arrivate le emozioni dei contendenti, i probabili pensieri di chi è stato protagonista degli innumerevoli episodi, ci siamo ritrovati a (!?) vivere i time out come se fossimo seduti in panchina e ad apprezzare gli incitamenti volitivi convincenti ed efficaci di Massimiliano e le indicazioni non meno convincenti ed efficaci anche se più pacate di Meo. Abbiamo vissuto personalmente la delusione del capitano che per due volte ha avuto la palla dello scudetto ed ha fallito così come abbiamo partecipato direttamente la soddisfazione dell'americano “decollato” dalla linea della carità per schiacciare ad una mano e non in una esibizione da globetrotter ma in una gara decisiva per l'assegnazione dello scudetto.

Abbiamo vissuto come se fosse nostra la soddisfazione dello “sfacciato” giovane talento Italiano nel prendersi la responsabilità di tre tiri da tre realizzati in sequenza in momento topici della gara ed abbiamo anche sentito tutta la stanchezza fisica del Nigeriano che dopo oltre 40 minuti di parquet ha tirato giù l'ennesimo rimbalzo guadagnando valutazioni altissime. Siamo certi infine che sui divani degli spettatori televisivi di tutta Italia più di uno si sia ritrovato inconsciamente ad accennare un tiro in sospensione o a scalciare nel tentativo di recuperare un pallone e che più di una suppellettile, speriamo non di gran pregio, abbia rischiato molto; a me è successo!

No gara sette non sarà mai come gara sei e poi per me lo scudetto è già assegnato: per metà a Reggio e per metà a Sassari e, badate bene, pur trattandosi di mezzo scudetto non ha per nulla minor valore di quelli aggiudicati nel passato da  Siena o Milano anzi le cronache del passato ci insegnano che vale di più anche per i rispettivi tifosi che a parte qualche manifestazione che diciamo così “ ci infastidisce”  e che statisticamente dobbiamo imparare a tollerare;  meritano il grazie degli amanti della palla a spicchi.
Emidio Maria Di Loreto

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