
“Questo è un successo storico per il gioco degli scacchi. La data del 15 marzo 2012 passerà alla storia degli scacchi come la data in cui il gioco degli scacchi è salito su di un livello più elevato di riconoscimento
da parte della società non solo come sport ma anche come una parte della formazione nel mondo moderno”, ha dichiarato Silvio Danailov, Presidente dell'ECU. Trecentonavantadue Parlamentari Europei dicono si agli scacchi nelle scuole. La dichiarazione 50/2011 è stata firmata dalla maggioranza dei parlamentari europei e dimostra che vengono finalmente riconosciuti i benefici che gli scacchi possono portare nelle scuole.
Questo è un estratto della dichiarazione:
“Il Parlamento Europeo ( … )
B. Considerando che il gioco degli scacchi è accessibile ai ragazzi di ogni gruppo sociale, può contribuire alla coesione sociale e a conseguire obiettivi strategici quali l'integrazione sociale, la lotta contro la discriminazione, la riduzione del tasso di criminalità e persino la lotta contro diverse dipendenze;
C. Considerando che, indipendentemente dall'età dei ragazzi, il gioco degli scacchi può migliorarne la concentrazione, la pazienza e la perseveranza e può svilupparne il senso di creatività, l'intuito e la memoria oltre alle capacità analitiche e decisionali; considerando che gli scacchi insegnano inoltre determinazione, motivazione e spirito sportivo;
1. Invita la Commissione e gli Stati membri a incoraggiare l'introduzione del programma “Scacchi a scuola” nei sistemi d'istruzione degli Stati membri;
2. Invita la Commissione, nella sua prossima comunicazione relativa allo sport, a prestare la necessaria attenzione al programma “Scacchi a scuola” e a garantire un finanziamento adeguato a partire dal 2012;
3. Invita la Commissione a tenere conto dei risultati di qualsiasi studio relativo agli effetti che tale programma ha sullo sviluppo dei ragazzi;
4. Incarica il suo Presidente di trasmettere la presente dichiarazione, con l'indicazione dei nomi dei firmatari, alla Commissione e ai parlamenti degli Stati membri.”
Grande vittoria ma anche un grande ringraziamento al grande maestro Garry Kasparov (pluricampione del mondo) e del presidente dell'Unione Scacchistica Europea, Silvio Danailov che sono stati i promotori dell'iniziativa. Kasparov ha svolto una intensa attività negli scorsi mesi per sensibilizzare i parlamentari. Infatti il grande maestro propone gli scacchi come materia scolastica, non solo facoltativa (come già accade in molte scuole europee).
Perche gli scacchi nelle scuole? Il gioco degli scacchi è arte, scienza e sport al tempo stesso e ha una doppia valenza: didattico -educativa e ludico-sportiva. Esso è strettamente intrecciato a varie, importantissime discipline scolastiche, sia scientifiche in senso stretto che collegate alle scienze umane e sociali: la matematica, la geometria, la letteratura, la storia, ecc.
La potente motivazione ludica insita nel gioco degli scacchi è propedeutica al successo formativo e professionale:
• superficialità, disattenzione, mancanza di concentrazione, etc. conducono all'insuccesso sia nello studio (e nella professione), sia nel gioco;
• pazienza, attenzione, riflessione, studio, capacità organizzativa, il “mettersi in gioco”, il “problem solving”, l'ottimizzazione e valorizzazione delle risorse disponibili conducono, invece, al successo.
Ma esistono anche alcune funzioni che preparano l'alunno a passare dal “microcosmo” degli scacchi al “macrocosmo” del grande “gioco” che è la vita:
– la funzione socializzante;
– la funzione cognitiva;
– la funzione etica.
“In relazione alla funzione socializzante, va innanzitutto sottolineato che gli scacchi favoriscono l'interazione con altri e, soprattutto, pongono il soggetto di fronte alla necessità di tener conto del punto di vista altrui. Ciò è tanto più importante quanto più giovane è l'allievo. Sappiamo infatti che il bambino è tendenzialmente portato a considerare la propria visione delle cose come l'unica possibile. Nel corso di una partita a scacchi, però, impara poco per volta a tener conto della presenza dell'avversario e delle mosse che l'avversario oppone alle sue. Tale graduale presa di coscienza aiuta ad attenuare e a superare questo naturale egocentrismo e a tener conto delle aspettative e del punto di vista altrui” [1]. Quindi la propria visione del mondo e delle cose non è l'unica possibile.
Veniamo alla funzione cognitiva, “quella che forse è stata sempre maggiormente evidenziata e valorizzata nel gioco degli scacchi. In più occasioni è stato sottolineato che gli scacchi favoriscono lo sviluppo di abilità di tipo cognitivo, quali la memoria, la concentrazione, l'attenzione, la capacità di previsione, l'abilità spaziale, la capacità di trovare soluzioni… e ciò è senza dubbio vero. Proprio in relazione a questo aspetto, è importante tener sempre presente l'età dei soggetti ai quali si propone il gioco degli scacchi, nonché il loro livello di sviluppo cognitivo, dal quale non si può prescindere.” [2].
Per quanto riguarda la funzione etica, “si tratta di un gioco con regole, regole che sono numerose e complesse, e il rispetto di tali regole si presenta come condizione imprescindibile per lo svolgimento del gioco stesso. I giochi con regole consentono di sviluppare concetti di equità, di turnazione, di reciprocità e di guidare al rifiuto di quegli atteggiamenti di prevaricazione, di scorrettezza, di ingiustizia che non consentono il regolare svolgimento del gioco. Gli scacchi sono inoltre un gioco competitivo, dove il rispetto per l'avversario e l'accettazione del risultato della partita diventano atteggiamenti ai quali è importante educare gli allievi. Ancora, si tratta di un gioco individuale che però può diventare, in alcune occasioni, anche di squadra, favorendo così lo spirito di solidarietà e di collaborazione, stimolando il soggetto a responsabilizzarsi nei confronti dei compagni di squadra” [3].
Per questi aspetti, l'introduzione nella scuola di un percorso che abbia come tema gli scacchi, può essere un contributo alla prevenzione del bullismo, senza per questo ovviamente rappresentare l'unica soluzione del fenomeno. Inoltre, questo gioco stimola l'indipendenza e la capacità di prendere decisione proprie, in questo modo si induce all'autocritica necessaria per migliorare, cioè, riconsiderando ed analizzando i propri errori.
Sono fondamentali nel “nobil giuoco” due fasi: la strategia e la tattica.
Queste fasi possono essere d'aiuto alla formazione dell'allievo.
La strategia, sistema aperto per la risoluzione dei problemi, richiede un ragionamento divergente ed euristico nonchè capacità organizzative.
La tattica sollecita maggiormente l'attenzione ai dettagli ed essendo un sistema chiuso ha bisogno di più concentrazione, capacità di astrazione, di visualizzazione spaziale e temporale.
Il gioco degli scacchi oltre ad essere uno strumento di formazione è anche un mezzo per aiutare l'integrazione tra diverse realtà culturali nonchè di differenze di età e di status, fondamentale anche per il superamento delle barriere e dei pregiudizi dell'handicap.
Sintetizzando trasmette molti significati, anche subliminali, tra i quali: Impegno e concentrazione, Raggiungimento degli obiettivi, Meritocrazia, Capacità di Previsione, Problem solving, Rispetto per gli altri, Self control, Etica.
Di seguito una tabella esplicativa degli obiettivi correlati alle caratteristiche del gioco degli scacchi.
Caratteristiche dei gioco | Obiettivi correlati degli scacchi |
Sviluppo di capacità di autocontrollo fisico e psichico | Concentrazione ed immobilità |
Valutazione dell'importanza dei problemi in esame con conseguente ripartizione del tempo a disposizione | Dover concludere un certo numero di mosse in un dato tempo |
Creatività ed immaginazione | Passare da una posizione iniziale di parità ad una brillante conclusione |
Sviluppo della capacità di riflessione | Muovere dopo aver considerato la continuazione |
Continuo tentativo di miglioramento | Trovata una mossa buona, cercarne una migliore prima di giocarla |
Rispetto delle opinioni altrui | L'esito della partita indica quale dei due giocatori aveva l'idea giusta |
Sviluppo delle capacità di prendere decisioni in autonomia | Fra le varie mosse considerate bisogna sceglierne una sola e da soli |
Sviluppo delle capacità di prendere decisioni in autonomia | Una mossa deve essere la conseguenza logica della precedente o deve preparare in modo coerente la successiva |
Schema di Costantino Paizis
Il gioco degli scacchi è attualmente il più praticato al mondo nelle piattaforme “multiplayer” on line su Internet; non solo, ma tra tutti i giochi, ha la più vasta bibliografia (romanzi, didattica, biografie, storia, ecc.). Non tutti sanno che da molto tempo è riconosciuto come sport a tutti gli effetti dalle federazioni ed enti sportivi nazionali (in Italia dal CONI) e dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale).
Attualmente, l'attività scacchistica nelle scuole italiane è in costante aumento. Si prevede, con le nuove disposizioni europee, una crescita esponenziale della diffusione del nobil giuoco.
Molte sono state le iniziativa per far conoscere il gioco nelle scuole italiane con manovre congiunte delle Regioni italiane, FSI (Federazione Scacchistica Italiana), CONI ed il supporto di varie organizzazioni/enti come Chess Project del Maestro Matteo Zoldan o MSP Scacchi .
Citiamo alcune Regioni come il Piemonte e la Liguria [“A livello regionale “Scacchi a scuola in Piemonte”, può essere considerato il più grande progetto italiano di “Scacchi a scuola” che vede la partecipazione di 20.000 ragazzi. Proprio sull'esempio del Piemonte si è mossa anche la Liguria: da due anni è attivo il progetto “Scacchi a scuola in Liguria”, che coinvolge circa 4.000 ragazzi su tutto i territorio regionale.”] o come Ia Lombardia [” Il progetto, corredato da una precisa proposta didattica e da un'ampia rassegna di riferimenti teorico scientifici, evidenzia la funzione educativa e socializzante del gioco degli scacchi che, in particolare nelle scuole, può dare un contributo alla prevenzione del disagio scolastico e del fenomeno del bullismo.”]
Molti sono gli istruttori di scacchi italiani che con molta passione dedicano gran parte del loro tempo all'insegnamento degli scacchi nelle aule scolastiche.
Alcuni di loro effettuano veri e propri studi su come insegnare ai bambini nel modo più efficace e divertente possibile il nobil giuoco. Ad esempio il sassarese Candidato Maestro Sebastiano Paulesu ha sviluppato un proprio medoto d'insegnamento nonchè l'nnovativa metodologia “ideografica” per far meglio comprendere gli scacchi ai bambini delle scuole primarie con risultati giudicati eccezionali da tutti.
Oppure Il Candidato Maestro romano Alessandro Pompa. Docente di scuola dell'infanzia è conosciuto in tutta Italia per la sue doti umane, didattiche e tecniche. Si dedica da sempre alla promozione del gioco ed all'insegnamento. E' l'inventore della scacchiera da pavimento (Mediazione didattica con l'uso della psicomotricità ), è coautore del libro “I bambini e gli scacchi” (Armando, Roma, 2005), ed è stato responsabile della Commissione Formativa della Lega Scacchi UISP dal 1998 al 2005. “Educare agli scacchi o con gli scacchi? Per gli appassionati del gioco, in particolare gli istruttori della Federazione Scacchistica Italiana, è più forte il rischio di fraintendere il proprio ruolo all'interno di un'istituzione scolastica o socio-sanitaria per puntare a mere competenze tecnico-agonistiche; per i docenti, i medici, gli operatori socio-sanitari e anche per gli educatori sportivi degli Enti di promozione sportiva, la domanda non dovrebbe porsi neppure. Nelle relazioni di aiuto, l'interesse precipuo non è creare piccoli scacchisti, magari campioni in erba, ma utilizzare in modo ottimo gli scacchi per i traguardi educativi, formativi, clinici e sociali […] Come educatori, abbiamo il dovere di una prevenzione strategica: una formazione, un percorso per pensare, aiutare a pensare, prima di mettersi in cammino: partendo dai primi giochi strutturati per capire come utilizzare gli scacchi“ [4].
Valerio Tirri
[1] Maria Teresa Mearini, “L''insegnamento degli scacchi nella scuola”, Convegno di Sinnai – Cagliari – dell'11 dicembre 1999)
[2] Maria Teresa Mearini, ibidem
[3] Maria Teresa Mearini, ibidem
[4] Alessandro Pompa, “I BAMBINI E GLI SCACCHI: UN ECCEZIONALE STRUMENTO EDUCATIVO E RIEDUCATIVO”
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