
Nel Regno Unito l’inflazione continua a correre e a rodere gli stipendi e i salari. L’ultimo dato è quello del rapporto mensile del British Retail Consortium (BRC) e della società di dati Nielsen che evidenzia come la crescita dei prezzi degli alimentari su base annuale sia arrivata al 13,3% a dicembre, rispetto al 12,4% di novembre. E le previsioni per il 2023 non sono migliori.
«Man mano che l’aumento dei costi si ripercuote sui consumatori, negli ultimi mesi le famiglie hanno drasticamente ridotto la spesa. I dati di Barclaycard mostrano che le vendite al dettaglio sono diminuite complessivamente nel 2022 , mentre l’affluenza nelle strade principali è crollata la scorsa settimana in un momento in cui i consumatori di solito si recavano nei negozi per i saldi di Santo Stefano» [1].
Le vendite sono aumentate solo nelle realtà che offrivano molti sconti e questo ha reso meno pesante l’inflazione generale.
Il Regno Unito, oltre ai problemi che buona parte dell’Occidente affronta a causa della guerra, della crisi energetica e dell’aumento dei prezzi, deve fare i conti con i danni provocati dalla Brexit e del recente disastro provocato dall’annuncio del piano di enormi tagli fiscali (poi ritirati) della ex premier Liz Truss,,che sarebbero stati finanziati con il debito e che ha provocato una tempesta sui mercati.
Per difendere salari e stipendi a dicembre, 1,5 milioni di lavoratori, soprattutto del settore pubblico e ex-pubblico, sono entrati in agitazione. E continuano in queste settimane moltissimi scioperi e agitazioni che si fa fatica a trovare nel calendario un giorno nel quale una qualche categoria di lavoratori non protesti. A scioperare sono i lavoratori delle ferrovie, delle poste, del sistema sanitario, del personale di frontiera. E non solo per motivi economici.
Senza sciorinare tutte le giornate di scioperi basta dare un’occhiata a quanto sta succedendo in questi giorni, inclusa la giornata di oggi 4 gennaio. In questa settimana: martedì, mercoledì, venerdì e sabato incrociano le braccia i lavoratori del più grande sindacato ferroviario del Regno Unito, l’RMT. Le motivazioni? Retribuzione, sicurezza e condizioni del lavoro. Secondo Network Rail che gestisce la rete ferroviaria solo il 20% dei servizi era attivo martedì in Galles, Inghilterra e Scozia.
Resto distanti le posizioni del segretario ai Trasporti, Mark Harper e di Mick Lynch, il segretario generale della RMT. Quest’ultimo ha dichiarato di avere un mandato che «va fino a maggio di quest’anno, e se dobbiamo andare oltre, è quello che dobbiamo fare» [2].
Oggi sono anche in corso agitazioni degli autisti di autobus a Londra stanno intraprendendo un’azione sindacale, alcuni lavoratori delle autostrade dell’Inghilterra sono in sciopero come lo sono nelle agenzie per gli esami di guida in diverse zone dell’Inghilterra e nel Galles [3].
Ma la situazione più critica resta quella della sanità, o meglio del sistema sanitario nazionale (NHS). Non è evidentemente solo una questione di retribuzioni. Ecco cosa scrive Anoosh Chakelian:
«tra le 300 e le 500 persone muoiono ogni settimana a causa dei ritardi nella risposta alle emergenze, ha avvertito il dottor Adrian Boyle, presidente del Royal College of Emergency Medicine, il giorno di Capodanno. Il numero di pazienti che aspettano più di 12 ore in pronto soccorso per essere ricoverati o dimessi è aumentato del 355% rispetto allo scorso novembre. Non c’è mai un buon momento per ammalarsi o avere un incidente, ma sicuramente non vuoi che accada oggi» [4].
Le cause sono rintracciabili nella politica neoliberista di tagli costanti alla sanità pubblica e nella Brexit che ha allontanato «migliaia di medici europei [che] hanno deciso di non lavorare nel Regno Unito […]. La fine della libera circolazione ha esacerbato la carenza di manodopera di lunga data dell’NHS. Un sistema di immigrazione più liberale e una migliore retribuzione e condizioni potrebbero aiutare, ma Rishi Sunak [l’attuaòe premier, ndr] vuole tagliare la migrazione netta verso il Regno Unito; e si rifiuta di negoziare con le infermiere in sciopero». Il tutto è esploso dopo la fase acuta della pandemia da Covid-19, quando la pressione sugli ospedali per tutto ciò che non fosse Covid era diminuita. Del resto ai sudditi di sua maestà era stato detto e ridetto di restare a casa e proteggere il servizio sanitario nazionale salvando vite umane [5].
I disagi per la popolazione del regno sono enormi, soprattutto per le altre classi lavoratrici. Ma se qualche sostegno comincia a mancare ai lavoratori dei trasporti, la solidarietà a infermieri, medici e personale delle ambulanze resta alta.
Il disagio sociale è enorme e la tentazione delle élite politiche – liberali e conservatrici – ed economiche è quella di addossare la responsabilità di una profonda crisi economica e sociale – come accadde negli anni ’70 e ’80 – alle lotte dei lavoratori. A ricordarcelo in un interessante excursus storico è Romaric Godin:
«Quando la rivoluzione neoliberista di Margaret Thatcher prese piede nel 1979, non solo lanciò una violenta repressione antisindacale, culminata nella guerra aperta contro i minatori nel 1984, ma impose anche all’inconscio collettivo la narrativa conservatrice. Negli anni ’70, i sindacati avrebbero così posto il Regno Unito sull’orlo del disastro economico. E la ripresa del Paese sarebbe passata attraverso la loro messa in ginocchio» [6].
Ancora una volta saranno gli interessi del capitale, soprattutto finanziario, a prevalere e senza che il Regno Unito risolva i suoi problemi e quelli delle cittadine e dei cittadini di Sua Maestà.
Pasquale Esposito
[1] Richard Partington, Record 13.3% UK food inflation raises fears of ‘another difficult year’, 4 gennaio 2023
[2] Michael Race e Noor Nanji, Train strikes: Union boss warns action may continue for months, 3 gennaio 2023
[3] Zoe Conway, Strike daily: How Wednesday 4 January’s walkouts will affect you, 4 gennaio 2023
[4] Anoosh Chakelian, The truth about the worst NHS crisis, 3 gennaio 2023
[5] Anoosh Chakelian, ibidem
[6] Romaric Godin, Royaume-Uni, 1973: le grand malaise, 3 gennaio 2023
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