Se non posso ballare …non è la mia rivoluzione

Lella Costa
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Dopo due anni di sospensione dello spettacolo finalmente ha riconquistato il palco del teatro Carcano “Se non posso ballare non è la mia rivoluzione” con Lella Costa, per la regia di Serena Sinigaglia, ispirato al libro di Serena Dandini “Il catalogo delle donne valorose” una raccolta di 34 figure di donne che hanno fatto la storia.

La drammaturgia teatrale contempla invece un centinaio di personaggi femminili. Una scenografia che ricorda Hollywood con la collina che in questo caso è rappresentata da una scala sulla quale scorrono i nomi delle donne e che aiuta lo spettatore nei veloci, talvolta velocissimi fraseggi che dedica al passaggio in questa vita di ciascuna di esse Lella Costa. Una pièce teatrale che probabilmente, rispetto al lavoro della Dandini, la quale approfondisce la vita e le opere di ciascuna dando maggiori dettagli, mira più a far percepire la dimensione della presenza femminile e la sua estensione nelle arti, nella filosofia, nella cultura, nella scienza, nell’impegno sociale e politico.

Lella Costa interpreta in questo self woman show un racconto unico che senza interruzione di sorta è un filo rosso che inanella le vite di queste straordinarie protagoniste in una lunga collana, a ciascuna di queste prime donne nascoste del loro tempo regala una finestra, talvolta si tratta una finestra più grande nella quale racconta episodi che ne hanno caratterizzato l’esistenza, altre volte finestre più piccole, talvolta piccolissime o addirittura solo delle fessure, per alcune di loro non abbiamo che poche frasi significative a ricordarle per altre un verso di una poesia, una strofa, un gesto che ci fa intuire quanto la loro vita abbia influito sulla nostra. Lella Costa danza su queste significative vite cambiando accento, cambiando inflessione dialettale, modulando la velocità del parlato, accompagnando la voce con la mimica e la gestualità del corpo. Un viaggio a ritroso nel tempo, un tempo relativamente vicino come nel ricordo della partigiana Irma Bandiera o un tempo lontanissimo dove la Costa ci accompagna tenendoci per mano ad incontrare Santa Teresa d’Avila o Ipazia.

Lella Costa
Bergamo, 09/02/22, Teatro Donizetti – Lella Costa in Se non posso ballare…non è la mia rivoluzione ®Rossetti-PHOCUS

Quello che ci si porta a casa dopo quasi due ore di spettacolo e la certezza che nella stragrande maggioranza dei casi l’assenza delle donne nei libri di testo di storia, scienza, letteratura, costituisce un falso storico, sarebbe il caso di affermare che le donne non sono assenti, ma sono state spesso deliberatamente nascoste. Talvolta queste grandi personalità sono ricordate affiancate a figure maschili proprio per sottolineare l’iniquità del ricordo rispetto al tributo versato da entrambi alla causa che hanno abbracciato e per la quale hanno dato la vita: tutti conosciamo il Ché in pochissimi abbiamo sentito parlare di Tania la guerriera, eppure entrambi hanno abitato la medesima avventura ed entrambi hanno sacrificato la vita. La norma per le donne è essere state dimenticate se non diffamate o addirittura volontariamente cancellate e relegate all’oblio. Eppure ci consola pensare che per alcune di esse il tempo è stato galantuomo: lo stupratore di Artemisia Gentileschi era un pittore, pochissimi ricordano il nome di Agostino Tassi, nulla del suo passaggio su questa terra è arrivato fino a noi, lo stesso pittore Orazio Gentileschi sebbene ci abbia lasciato numerose opere d’arte sarà per sempre nella storia dell’arte ricordato soprattutto come il padre di Artemisia Gentileschi.

Lo spettacolo di Lella Costa per la regia di Serena Sinigaglia dura un’ora e 40 minuti, il conto è presto fatto, a ciascuna di queste donne viene dedicato un’omaggio di circa un minuto in uno spettacolo che è un balletto di evocazioni. Se il femminismo ha la specificità di ruotare intorno ai diritti delle donne questo spettacolo femminista lo è fino in fondo con l’ambizione di restituire a ciascuna il diritto ad essere ricordata e di essere finanche rappresentata. Allo spettacolo si affianca l’iniziativa di Circle Italia Onlus #ioballoperlei essa è rivolta in particolare ai giovani chiamati a raccontare la propria donna valorosa, alla fine dello spettacolo è stato proiettato un breve video in merito. Partecipare è possibile per tutti; pubblicando una poesia, un pensiero, una foto, una coreografia per descrivere chi è la donna a cui ci si ispira, quella per la quale si balla taggando sui social @ioballoperlei e @thecircletalia usando l’hushtag #ioballoperlei.
Adelaide Cacace

Teatro Carcano – Milano
fino al 14 aprile 2022
Se non posso ballare…non è la mia rivoluzione
Ispirato a Il catalogo delle donne valorose di Serena Dandini
con Lella Costa
Progetto drammaturgico di Serena Sinigaglia
Scrittura scenica di Lella Costa e Gabriele Scotti
Scene di Maria Spazzi
Regia di Serena Sinigaglia
Ambientazione sonora di Sandra Zoccolan
Disegno luci di Roberta Faiolo
Costumi di Antonio Marras
Un progetto a cura di Mismaonda prodotto da Centro Teatrale Bresciano e Teatro Carcano
Partner The Circle Italia

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