Se non sporca il mio pavimento – un mèlo

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Ispirate dalla cronaca, quattro disperate solitudini animano la scena. Presentato al Romaeuropa Festival 2017, racconta, ambientandolo in un'anonima provincia italiana, scontri tra vite silenziose e perdute, prigioniere l'una dell'altra, che in una triste catena di scelte piccole e miserande, strisciando in cerca di luce, si trascinano l'un l'altra tra bugie e insensate passioni nel buio cieco della violenza.

Quattro archetipi:
l'eterna madre, sempre presente, schiaccia e opprime ogni spunto di autonomia, incombe sui figli, li sovrasta e domina, inutilmente, sterilmente, è un monolite inattaccabile, antitesi della maternità;
l'eterna figlia, appesantita, aggravata dalla sua condizione di succube, si muove goffa, sgraziata, quasi senza respiro. Introversa, servizievole, si mostra debole e sopraffatta dal dovere; inconsapevole dei propri desideri, coltiva in segreta solitudine timide fantasie. Quasi invisibile agli altri come a sé stessa, inciampa nel proprio destino e per un attimo fatale si scopre viva, temeraria e pericolosamente vulnerabile;
l'eterno ragazzo, attempato, vanesio, vacuo con spiccata sensibilità femminile; innamorato della sua perduta giovinezza, bisognoso di affetto e di attenzioni, si invaghisce, forse si innamora, dei suoi giovani amanti, fino ad esserne assolutamente soggiogato;
l'adolescente onnipotente, instabile, irresponsabile, non ha confini e non riconosce quelli degli altri, li fiuta, si insinua nel loro intimo e manipolandoli, li trasforma in meri oggetti e strumenti per i suoi propositi; non ha valori, non ha programmi, né piani, incapace di calcolo e di schemi è capriccioso e profondamente spregiudicato.

Se non sporca il mio pavimento – un mèlo. Foto Manuela Giusto

Un melò originale per il quale il regista ha tratto ispirazione dal delitto Rosboch: l'assassinio di Gloria Rosboch, insegnante 49enne sparita nel nulla a Castellamonte, nella provincia torinese, il 13 gennaio 2016 e mesi dopo trovata morta, strangolata dall'ex allievo Gabriele Defilippi e dal suo amante e complice Roberto Obert.

Lo spettacolo turba e convince, tutto funziona, come in un meccanismo ben oliato, bella la scena, la scelta delle musiche e i video di Daniele Salaris, così come le interpretazioni di Francesca Turrini, Gioia, la vittima; Michele Degirolamo, Alessio, lo studente, psicolabile, Gabriele Benedetti, Cosimo, il disperato parrucchiere cinquantaquattrenne; Beatrice Schiros, l'onnipresente madre di Gioia.

Sullo sfondo, ospite, il dialogo di Heiner Müller, intitolato “Pezzo di cuore”:

Uno – Posso gettare ai Suoi piedi il mio cuore?
Due – Se non sporca il mio pavimento.
Uno – Il mio cuore è pulito.
Due – Vedremo.
Uno – Non riesco a tirarlo fuori.
Due – Desidera che l'aiuti?
Uno – Se non le è di disturbo.
Due – È un piacere. Non riesco nemmeno io a tirarlo fuori.
Uno (piange)
Due – Glielo estrarrò. A che servirebbe altrimenti il mio coltello a serramanico. Ce la faremo. Lavorare e non disperare. Ecco, fatto. Ma è un mattone. Il Suo cuore è un mattone.
Uno – Ma batte solo per lei.

Sabrina Mancini

Se non sporca il mio pavimento – un mèlo
Teatro Vascello – Via Giacinto Carini 78 – Roma
info 065898031 – 065881021
dal 15 al 18 aprile 2019 dal lunedì al giovedì h 21 prosa

regia Giuliano Scarpinato
drammaturgia Giuliano Scarpinato, Gioia Salvatori
con Gabriele Benedetti , Michele Degirolamo, Francesca Turrini in video Beatrice Schiros
scene Diana Ciufo
progetto video Daniele Salaris luci Danilo Facco
costumi Giovanna Stinga visual setting Mario Cristofaro foto Manuela Giusto
assistente alla regia Riccardo Rizzo
una produzione Wanderlust Teatro/ CSS Teatro stabile di innovazione del FVG
in collaborazione con Teatro di Rifredi, Corsia OF – Centro di Creazione Contemporanea, Industria Scenica, Angelo Mai Altrove Occupato progetto vincitore “Odiolestate” – residenza produttiva Carrozzerie / n.o.t Roma

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