
Un appunto: qualsiasi cosa si legga il paragona con l'esordio non lascia scampo. Quasi si avverte una sensazione di tradimento.
Per ora noi la chiameremo felicità è il secondo progetto che il falegname Brondi ha composto con la collaborazioni di alcuni colleghi. Il comunicato stampa parla di sorta di collettivo per la realizzazione dell'opera: Vinicio Capossela, il violinista RodrigoD'Erasmo degli Afterhours, Enrico Gabrielli dei Calibro 35, Mike Patton e Stefano Pilia dei Massimo Volume.
Nell'intervista concessa al Mucchio dice che con questa uscita si potrebbe chiudere la trilogia di cui fanno parte anche il precedente Canzoni da spiaggia deturpata e il libro Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zerotutto continua a ruotare attorno a storie personali poste in primo piano>> e nonostante la durezza delle situazioni e il senso della catastrofe si può sorridere per certe frasi [1].
Che i contenuti, le modalità e l'ispirazione siano le stesse Vasco Brondiè il rapporto tra quello che succede attorno e quello che succede dentro, una specie di equazione irrisolvibile che poi sarebbe quella che poi chiamiamo realtà>> [2].
tecnico/estetico>> superiore [3].
Marino parla di album fotocopia dove, appunto, i testi e il modo di cantare sono gli stessi all'esordio. Nonostante possa definirsi, in qualche maniera, originale e in grado di definire quasi uno stile Brondi risulta poco interessante. Anidride Carbonica è l'unico brano che sembra salvarsi [4].
stile di pensieromodello musicalepiù stratificata, più curata ma più graffiante, più vicina alla dura verità del primo demo>> [5].
strutturati>>. Sono citate Anidride Carbonica, I Nostri Corpi Celesti per i loro arrangiamenti, Cara Catastrofe e L'amore ai Tempi dei Licenziamenti dei Metalmeccanicisu arpeggi, organo e puntelli color crepuscolo>> [6].
Per Fontana uno dei peggiori risultati è proprio Anidride CarbonicaNon si tratta soltanto di “crescere” o “evolversi” come artista. Queste sono categorie troppo vaghe per essere utilizzate con coscienza. Ma se la musica di Vasco Brondi ha avuto l'impatto che ha avuto, è perché si trattava, appunto, di un evento. E la forza della musica come evento ed emozione biografica sta nella sua unicità>> [7]
non ci si muove di un millimetro dall'approccio di Canzoni da spiaggia deturpata, replicando estetica, forma e immaginario…le scritte sui muri, le case inagibili o le polveri sottili che rendevano riconoscibile il Brondi degli inizi guadagnano qui un'immobilità quasi dannosa>>. I brani che si lasciano ascoltare sono Quando tornerai dall'estero, Una Guerra Fredda, L'amore ai Tempi dei Licenziamenti dei Metalmeccanici [8].
Non vi curate di noi e ascoltate!
Ciro Ardiglione
genere: rock
Le luci della centrale elettrica
Per ora noi la chiameremo felicità
etichetta: Tempesta
data di pubblicazione: 09 novembre 2011
brani: 10
durata: 35:14
cd: singolo
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[1] L'intervista è di Federico Guglielmi, Il Mucchio, novembre 2010
[2] L'intervista è di Elisa Belllinatni, Beat, novembre 2010. Vasco Brondi accenna anche alla politica, alla crisi del mercato musicale e alle sue preferenze nella cultura musicale e non.
[3] Federico Guglielmi, Il Mucchio, novembre 2010
[4] Gabriele Marino, www.delrock.it, 8 novembre
[5] Fabio Gallato, www.impattosonoro.it , 9 novembre 2010
[6] Francesco Targhetta, www.storiadellamusica.it , 7 novembre 2010
[7] Giorgio Fontana, www.ondarock.it, 10 novembre 2010
[8] Fabrizio Zampighi, www.sentireascoltare.com, 08 Novembre 2010
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