
Quello che gli osservatori, non contagiati dall’ottimismo renziano ripetevano da tempo, sta accadendo. È di oggi la notizia (fonte Inps) che senza gli sgravi previdenziali le assunzioni a tempo indeterminato crollano e sono più di un milione meno del 2015, la contrazione dello sgravio di oltre 20.000euro (da 24.000 a 3.250) sta dispiegando i suoi effetti. Il tasso di disoccupazione è fermo all’11,4% e la cancellazione dell’art.18 ha comportato l’aumento dei licenziamenti “per giusta causa e per giustificato motivo soggettivo“. Sono arrivati a 46 mila: il 31% in più del 2015. È chiaro a tutti che non si possono forzare i trend e, senza una forte ripresa del ciclo economico, non è possibile rilanciare l’occupazione. Per cui abbiamo sacrificato oltre 6 miliardi di euro e anche la tutela di diritti fondamentali con pochi, scarsissimi risultati e vantaggi solo per le imprese.
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