Sguardi di donne sul Mediterraneo

Sguardi di donne Mediterraneo
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Tre fotografe che stanno costruendo ponti e non muri. Ponti costruiti con le immagini delle donne del . Documenti visivi di energie per la libertà, di forze per resistere e di coscienza del proprio ruolo senza mai darle un'esatta collocazione geografica, o religiosa o etnica.

Saranno in mostra da Venerdì 11 Settembre a domenica 13 in occasione dell'inaugurazione della VI edizione di SIFESTOFF,  la sezione indipendente di , negli spazi di Palazzo Don Baronio.

sul Mediterraneo” (a cura di Teodora Malavenda) è il frutto del lavoro documentaristico di , e . Davanti e dietro l'obbiettivo, donne del Mediterraneo. Come diceva Fernand Braudel «non una civiltà, ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre […] un crocevia antichissimo. Da millenni tutto vi confluisce, complicandone e arricchendone la storia». E non poteva che avere come protagoniste donne straordinarie.

Fierezza, bellezza, determinazione e resistenza sono quattro aggettivi che ritroviamo nella presentazione della Mostra “Sguardi di donne sul Mediterraneo”.

Michela Fabbrocino di origini vesuviane, autrice di “fotostorie”, come le definisce, ha già conseguito risultati importanti vincendo premi ed esponendo alla Biennale di Fotografia, al Festival Cassetto delle idee e all'interno del circuito OFF del Festival di Fotografia Europea a Reggio Emilia. Nell'ambito accademico è rimasta come cultrice delle materie di “Fotografia” e “Uso sociale della fotografia”.

Michela Fabbrocino Madri in lutto
Michela Fabbrocino. Madri in lutto

Michela Fabbrocino Madri in lutto
Michela Fabbrocino. Madri in lutto

Michela Fabbrocino. Madri in lutto

Michela Fabbrocino. Madri in lutto
«Le donne nel mio contesto, prendono parte ad una rappresentazione, cercano di simulare la Madre del mondo cattolico, ma finiscono per non allontanarsi dal proprio sé, il loro è  un futuro riscrivibile nelle mura della città in cui vivono, resteranno sempre lì rinchiuse rappresentando anno dopo anno il lutto e il dolore di sé stesse.»

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Cristina Mastrandrea, nata a Ivrea, dopo aver  documentato la crisi economica e le condizioni del lavoro in Italia ha rivolto il suo interesse principalmente al Medio Oriente e al Nord Africa. A lei si devono le prime foto della giovane tunisina Amina Tyler grazie alle quali vince tre menzioni d'onore all'International Photography Awards 2013. Attraverso la voce delle madri, racconta il fenomeno dei giovani fighters tunisini arruolati nell'ISIS.

Donne tunisineCristina Mastrandrea. La primavera siamo noi

Cristina Mastrandrea La primavera araba donneCristina Mastrandrea. La primavera siamo noi

donna eritrea LampedusaCristina Mastrandrea. La primavera siamo noi
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«Il titolo del mio lavoro La primavera Siamo Noi vuole proprio esprimere questo concetto. La primavera è simbolo di rinascita e movimento, le donne che ho incontrato  sono e saranno protagoniste del cambiamento della società e avranno sicuramente un ruolo importante. La “resistenza femminile” non ha luogo, è trasversale, a volte più manifesta come per le donne tunisine, altre più intima e timida come per le ragazze di Gaza, e infine coraggiosa e determinata come le donne eritree che attraversano il Mediterraneo, nella speranza di una vita migliore.
Ho voluto ritrarle per dare un'immagine di forza ma anche di bellezza e speranza. La primavera sono loro e anche noi.»
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Zoe Vincenti, si è avvicinata alla fotografia frequentando i corsi di alcuni tra i più noti fotografi internazionali. Per sette anni ha condotto una doppia vita: fotografa e cantante in una band femminile. Collaborando con Organizzazioni nazionali e internazionali si specializza su progetti di fotografia documentaria, con un interesse più profondo su tematiche di identità e genere, diritti umani e contraddizioni della società contemporanea. Attualmente collabora con molte riviste di primo piano.

Zoe Vincenti fiori del male donneZoe Vincenti. I fiori del male

Zoe Vincenti. I fiori del male donneZoe Vincenti. I fiori del male

Zoe Vincenti. I fiori del male donne

Zoe Vincenti. I fiori del male

«Dei miei viaggi in Marocco conservo l'osservazione diretta e confidenziale del mondo femminile. Il mio costante desiderio di capire quanto la vita di queste donne si avvicinasse allo stereotipo che noi occidentali abbiamo di loro, mi ha portato sul sentiero della rabbia e dell'indignazione.»
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Ciro Ardiglione

Per saperne di più
www.sifestoff.tumblr.com/programma
www.zoevincenti.photoshelter.com
www.cristinamastrandrea.photoshelter.com/
www.michelafabbrocino.com

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