Shtisel potrebbe incantarci ancora

SHTISEL 3 foto Ohad Romano
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Le vicende affascinanti di Shtisel – la serie televisiva israeliana che ha conquistato una platea universale, nonostante racconti di un mondo assolutamente particolare – potrebbero tornare ad incantare i tanti che le hanno seguite. Si cominciano infatti a precisare – dopo molte voci in argomento – dettagli sull’uscita di uno spin-off.

La notizia è stata diffusa il 24 gennaio da un sito – anglofono – di cultura ebraica, molto attento al mondo dello spettacolo, e sta già facendo il giro del globo[1]. Ma cosa racconta Shtisel di così affascinante? Cosa suscita tanto interesse?[2].

I fatti si svolgono ai nostri tempi, ma per certi aspetti quello che accade è un tuffo nel passato remoto dell’ebraismo mitteleuropeo: gli Shtisel, infatti, sono una famiglia di Haredìm, una corrente dell’ebraismo che – con molta approssimazione – potremmo definire “tradizionalista”.
Chi sono esattamente? Difficile a dirsi in poche parole. Si rifanno a grandi maestri ebrei vissuti nell’Europa orientale del XVIII secolo: vivono tra Israele, America del Nord ed Europa. Osservando una scrupolosa separazione tra uomini e donne, intessono prevalentemente relazioni sociali interne alla comunità, in contesti di famiglie numerose, di modesta condizione economica, dedicando la maggior parte del tempo (in particolare gli uomini) allo studio delle scritture ebraiche nelle scuole religiose. Le famiglie combinano matrimoni con il ricorso a sensali di professione. E poi, hanno un rapporto complicato con la modernità: ad esempio, diffidano della televisione, temono internet ed usano prevalentemente telefoni cellulari con funzioni limitate, per non rischiare di avere accesso a messaggi dal contenuto inappropriato. Insomma, quanto di più lontano dai gusti e dallo stile di vita prevalente nelle nostre società europee.

Eppure, il racconto delle vicende di Akiva, Shulem, Giti, Lippe, Nukhem – per non citare che alcuni dei nomi, per noi un po’ esotici, dei protagonisti – ha “incantato” molti. Sullo schermo non appare nessuna immagine “estrema” per intercettare la visione, né facilitazione all’ascolto dei dialoghi, che si svolgono rigorosamente in ebraico e yiddish (con sottotitoli): ma anche in luoghi geograficamente assai distanti – come l’Italia – questa storia ha conquistato numerosi estimatori. Ha osservato Barbara Uglietti – nella sua conversazione con la studiosa e regista Miriam Camerini – che Shtisel «[s]emplicemente, piace a tutti. Piace ai non ebrei che abbiano voglia di conoscere un mondo altrimenti inaccessibile; piace agli ebrei che ci si riconoscono; e forse piacerebbe anche a chi, nella comunità haredi, si vedesse rappresentato. Ipotesi difficilmente verificabile visto che a Geula [il quartiere gerosolimitano di Israele dove sono stati “collocati” gli Shtisel, n.d.r.], a Mea Shearim, a Bnei Brak la tecnologia non è esattamente il core business. E nelle case la Tv non c’è (o non ci dovrebbe essere)»[3].

Sulla piattaforma Netflix, finora, sono state diffuse tre stagioni della serie, l’ultima nel 2021, tutte con grande inaspettato successo. Esclusa – per difficoltà della produzione, come sembra – la possibilità di nuovi episodi, trapela ora, per la gioia degli estimatori, la notizia dello spin-off. Secondo Lior Zaltzman, che l’ha pubblicata, parrebbe che il regista Yehonatan Indursky – che ha al già suo attivo molte importanti opere – stia attualmente lavorando per proporre al pubblico il racconto delle vicende di Nukhem, il fratello minore di rav Shulem, interpretato per la serie da un irresistibile Sasson Gabai, una vera star israeliana; il quale ultimo, interrogato, non ha confermato né smentito la notizia.

Nukhem – come sanno i cultori di Shtisel – è un antagonista perfetto di suo fratello Shulem. I due generano situazioni, di volta in volta, di grande ed irresistibile comicità come pure assolutamente drammatiche. Sono condizioni nelle quali è sempre possibile identificarsi, a volte di confine, come nell’episodio dove l’anziana – e confusa – madre dei due, ritornata improvvisamente cosciente dopo una rovinosa caduta, non riconosce più il primogenito – che l’ha sempre accudita – mentre accoglie con grande entusiasmo Nukhem, che invece vive in Belgio e si è sempre disinteressato di lei. Soprattutto, nel racconto, Nukem Shtisel è il padre irrequieto di Libby, per la quale vuole trovare a tutti i costi un degno marito in Israele; quella Libby che poi– bellissima e affascinante– diviene infine, con grande travaglio, la sposa di suo cugino Akiva.

Sequel o prequel? Non sappiamo, ma potrebbe darsi che – se la notizia fosse confermata –assisteremo allo spostamento dell’azione, almeno in parte, verso l’Europa, dove la vita – oggettivamente complicata – della comunità dei Haredìm potrebbe mostrare inediti e curiosi aspetti di contaminazione e internazionalità.
Chissà perché ci aspettiamo ancora grandi cose da questa famiglia immaginaria eppure così credibile… Forse perché e ancora vero quello che sostenne lo scrittore e giornalista spagnolo Sergio Del Molino, che cioè «è molto più difficile narrare che tenere una conferenza. [I] personaggi di Shtisel – guidati da quell’Akiva dai grandi occhi verdi, di cui ci si innamora fin dal primo momento – sono tutti estremamente rotondi e fanno quello che tutti noi facciamo: restare in piedi un mondo che trema [Haredì significa anche “tremante” davanti agli occhi di Dio; n.d.r.]. Non sono caricature di fanatici religiosi, ma esseri deboli e contraddittori. Si innamorano di chi non dovrebbero e hanno figli a cui non sanno come dire ti amo. Raccontare tutto ciò con il linguaggio della TV commerciale e convincere qualsiasi spettatore a capire la tristezza di Akiva senza sapere cosa sia una yeshiva né il motivo per cui tocca la mezuzah quando entra in una casa, è un risultato alla portata di pochissimi narratori»[4].

Paolo Sassi

[1] Lior Zaltzman, «A ‘Shtisel’ Spinoff May Be In the Works!», Kvell.r, 24 gennaio 2023, https://www.kveller.com/a-shtisel-spinoff-may-be-in-the-works/
[2] Ho avuto modo di fare qualche considerazione su Shtisel – che qui riprendo –in occasione dell’uscita della terza serie: «Il sorprendente incantesimo della famiglia Shtisel», in https://www.notizieitalianews.com/2021/03/il-sorprendente-incantesimo-della-famiglia-shtisel.html.
[3] Cfr. https://www.avvenire.it/agora/pagine/shtisel-analisi-e-dieci-cose.
[4] Sergio Del Molino, « El mundo necesita más series como ‘Shtisel’», El País, 28 marzo 2021, https://elpais.com/television/2021-03-28/el-mundo-necesita-mas-series-como-shtisel.html, mia traduzione.

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