Sinestesia in giallo, regalità e tradimento

colore giallo

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Allegro come il sole, prezioso come l'oro, aspro come il limone

Vasilij fu folgorato dalla luce e dal colore a Venezia, così lo abbiamo lasciato nel capitolo sul colore nero, e per questo artista saranno proprio i e le forme geometriche a suscitare le emozioni non il soggetto dell'opera. Parte dalla tinta più esplosiva questo artista: il . È questo colore che mutò l'approccio all'arte di Kandinskij che rimase abbagliato dai Covoni di fieno di Monet. L'artista russo in Lo spirituale nell'arte (1909) scrisse infatti:

In generale il colore è un mezzo per influenzare direttamente un'anima. Il colore è il tasto. L'occhio è il martelletto. L'anima è un pianoforte con molte corde. L'artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, fa vibrare l'anima. È chiaro che l'armonia dei colori è fondata solo su un principio: l'efficace contatto con l'anima. Questo fondamento si può definire principio della necessità interiore.”

Si accese così la scintilla della sinestesia interpretando i colori come suoni associati a strumenti musicali che generano una melodia; in tal modo il giallo ricorda il suono di una tromba; l'azzurro, più freddo il flauto; il blu scuro si identifica nel suono profondo dell'organo; il blu del cielo associato al giallo individua il violoncello; il rosso, vitale, ha il suono di una tuba; l'arancione energico risuona come una campana; il viola è instabile, è molto difficile utilizzarlo nella fascia intermedia tra rosso e blu ed è paragonabile al corno inglese, alla zampogna, al fagotto; il verde è opulento e ricorda il violino; e il bianco un non suono dell'energia potenziale per il futuro e il nero è appunto la pausa finale di un'esecuzione. È quel vuoto dunque che consente il suono.
In generale “il giallo è il colore del sole, associato a una risata, è felicità e buon umore. Una persona, immersa in un ambiente giallo, sprizza ottimismo“,

Nell'arte come nella vita di tutti i giorni, intorno al giallo si è venuta a creare una ricca simbologia che ha fatto sì che questo colore venga associato a più di un significato. Esso rappresenta sia alcuni elementi naturali sia determinate sensazioni e diversi concetti astratti. Certamente è la luce il primo significato associato al giallo e Goethe scriveva che “il giallo è il colore più prossimo alla luce”. Per questo motivo, è diventato la tonalità che indica il sole, i suoi raggi e persino il suo calore. Tutto ciò ha portato il giallo a essere una tonalità notoriamente positiva, con il suo chiarore in netto contrasto con l'oscurità di altri colori. Pensiamo al valore simbolico del girasole al quale Proclo nei suoi Manuali dedica una preghiera, il fiore magico che in tutte le lingue ha la stessa espressione e si identifica con il fiore della vita. Al contrario e, in modo complementare, il nero è il colore di Saturno, dio dell'implacabile scorrere del tempo onorato a Roma nei Saturnali, la festa di fine anno che coincideva con la morte e la rinascita del Sole, il giallo, il cui rito esprimeva l'imperativo naturale per il quale il vecchio ordine deve morire per dare origine al nuovo creando un ciclo infinito di morte e rinascita, anche se a livello più profondo la festa dei Saturnali ci fa associare il colore nero alla comprensione che morte e rinascita sono fasi transitorie di una più ampia continuità.

Allegria e gioia sono associazioni consequenziali che ampliano il significato di questo colore. Il giallo non è infatti solo simbolo della luce “concretamente intesa”, ma anche di quella “dell'anima”. Così si indica il buonumore e la spensieratezza che questo colore sembra rappresentare, in particolar modo con le sue sfumature più sgargianti come quella del “Giallo Cadmo” o del “Cromo“.
Soprattutto nel mondo dell'arte è stato associato al giallo l'autunno e solo per alcune delle sue tonalità, come quella detta “Giallo Napoli“. Infatti, se il verde è l'emblema della primavera; insieme al rosso e all'arancione, questo colore identifica le foglie dell'autunno, stagione malinconica ma, al tempo stesso, da sempre affascinante; non solo, è il momento della raccolta, la massima esplosione della campagna con la vendemmia e le sue feste, la stagione dei frutti carichi del sole estivo dai fichi, ai diosperi alle castagne e poi la raccolta delle olive che nell'olio esprimono ricchezza, gusto, in tonalità giallo-verdi. Perciò, il giallo è utilizzato spesso nei quadri delle varie epoche artistiche che raffigurano questo scenario della natura.

Altro tema è quello della Saggezza, una connotazione che deriva dalle culture orientali, in particolar modo quella del Buddhismo. Infatti, per questa filosofia di vita, il giallo era associato a tutte le fasi positive dell'esistenza umana e le sue qualità principali, quali la nascita e la socievolezza. In generale, in Cina, il giallo è colore dell'imperatore, della salute, degli onori e della spiritualità Il Giappone ricalca in parte questo significato e vede il giallo come il colore della nobiltà e della grazia. Il giallo imperiale, ormai esaurito, è ad esempio un tipo di marmo che nell'antica Roma fu proprio utilizzato quale simbolo di splendore, potere e ricchezza. Essendo associato all'oro che viene considerato come una sfumatura del giallo, quest'ultimo diventa un indicatore di Ricchezza richiamandosi ai gioielli, alle monete e ad altri preziosi in cui compare.

Secondo la Teoria funzionale dei colori è sinonimo di attenzione. Se infatti il rosso è più precisamente il colore utilizzato nelle segnaletiche indicanti il pericolo, il giallo è quello che, invece, richiama l'attenzione su una determinata situazione che potrebbe diventare pericolosa. Ad esempio, nella segnaletica stradale temporanea o nei semafori nel passaggio dal verde al rosso. Perché è appunto il colore della concentrazione e quindi anche della scelta. La scelta del famoso cartone animato, i Simpson, è giallo nelle figure umane perché girando i canali della Tv è stato studiato che il colore giallo è quello su cui di più si ferma l'attenzione. Unito al viola che è colore anestetico, del relax, si ottiene un mix perfetto per una concentrazione e attenzione di lunga durata e non di tipo adrenalinico.

Quali sono gli effetti del colore giallo sulla mente? Si è notato come le diverse proprietà dei colori vadano ad agire in maniera differente sulla mente delle persone e, allo stesso modo, sul corpo. Infatti, i benefici della cromoterapia, che vede l'uso dei colori per curare certi disturbi o dolori fisici, sono sempre più evidenti. Per quanto riguarda il giallo, se utilizzato a scopo terapeutico per il corpo, si nota la capacità di regolarizzare la frequenza cardiaca e di equilibrare la pressione arteriosa.
Sulla mente, invece, il giallo infonde sicurezza ed energia. Non a caso, dal punto di vista spirituale, esso è il colore che rappresenta il terzo chakra, definito “chakra del potere“, collocandosi all'altezza del plesso solare e identificandosi con l'azione. Perciò, il giallo è in grado di stimolare le proprie capacità interiori oltre alla positività e gioia di vivere. È una tinta raccomandata per i vari ambienti della casa, dalla cucina al salotto, perché li rende caldi e accoglienti, senza sortire l'effetto “eccitante” del rosso. Le pareti di una camera da letto, ad esempio possono essere tinteggiate di giallo a meno che non si soffre di insonnia: in tal caso, si consiglia il colore blu.

Ora quando si sceglie un colore preferito, si mettono in mostra determinate peculiarità del proprio carattere anche inconsapevolmente. Chi ama il giallo è solitamente una persona estroversa, ricca di energia, che sa accogliere con piacere e ottimismo le novità che la vita le offre. Si tratta di individui particolarmente positivi, creativi e fiduciosi nelle proprie capacità, tanto da peccare qualche volta di egocentrismo. Chi, invece, rifugge dal giallo può essere una persona introversa e delusa nei confronti degli altri, che preferisce rimanere all'interno della propria casa piuttosto che uscire all'aria aperta. Naturalmente queste considerazioni, che io – non amando per nulla il giallo se non quello del girasole e non riconoscendomi nella catalogazione – non condivido pienamente, hanno il sapore di un sentire collettivo di superficie, legato soprattutto all'aspetto emozionale.

Ripercorrendo la storia del colore giallo, scopriamo che, a differenza del blu, era un colore positivo nella cultura greca e romana. Infatti, entrambi lo utilizzavano negli affreschi delle pareti e i Romani sceglievano il color ocra come tonalità dei loro vestiti per le cerimonie più importanti, quali i matrimoni. Nel Medioevo, però, la fortuna del giallo è diminuita perché, per la prima volta, si distinse l'oro dal giallo vero e proprio. Il primo era il colore della ricchezza, del prestigio e del potere, mentre l'ultimo divenne il simbolo del tradimento, finto oro, un abbaglio. Non a caso nei romanzi medievali, i personaggi negativi venivano rappresentati con le vesti gialle. Il colore giallo non a caso è associato a Giuda. Questa connotazione negativa continuò per secoli, quando il giallo continuava a essere utilizzato per indicare gli esclusi e i condannati. Si pensi, per esempio, alla stella gialla che gli Ebrei dovettero esporre per anni, persino nel Novecento. In generale però, a partire dal XVIII secolo, periodo dell'elaborazione della teoria dei colori, il giallo ritornò al suo significato positivo originale; mentre negli anni Venti del Novecento, è diventato il colore emblema della raccolta, amato quindi dal Regime di allora, colore dell'esaltazione della vita agreste ma è rimasto anche con una connotazione negativa legata alla gelosia, al tradimento e all'invidia, sia per quanto riguarda la scelta di indossare un abito sia nel linguaggio dei fiori.

Dal punto di vista religioso è santità e perdizione insieme perché ogni colore ha due facce.
Lo scopriamo con Franco Boscione in L'arcobaleno di Dio (Ancora editrice): nel simbolismo biblico il giallo dorato rappresenta l'amore e la sapienza divina nel suo comunicarsi agli uomini. Nel Cantico dei Cantici il capo dell'amato è immaginato dalla pastorella come fosse costituito di oro puro, quasi a partecipare in modo diretto alla sapienza divina. Anche gli alimenti di colore giallo o oro possono diventare simboli dell'amore e della sapienza di Dio. L'uomo si ciba di essi come assorbe e impara dal Signore la conoscenza e la giustizia divina. Il burro e il miele cantati quale cibo dei gusti dal profeta Isaia ne sono un esempio. Ancora nel Cantico dei Cantici il protagonista maschile descrive le labbra dell'amata come un favo stillante miele. Così l'uovo giallo e bianco è simbolo sacro di vita e per questo gli antichi non lo mangiavano; sarebbe stato come divorare la vita. Nel gusto il giallo è associato alla freschezza agra e un po' disturbante del limone e per estensione all'acidità, al malessere che rimanda all'ittero, ad incarnato non sano, alla cera. È però espressione di allegria massima nei fiori, negli uccelli – basti pensare alla tenerezza allegra del pulcino – e anche in pesci tropicali.

Per quanto concerne l'oro, gli Ebrei, che non potevano rappresentare il Signore con delle immagini, utilizzarono il metallo aureo nella costruzione del Tempio e dell'Arca a indicare la sovranità di Dio, come si evince dal primo libro dell'Esodo, dal primo libro dei Re e dai libri delle Cronache. All'origine del simbolismo principale del giallo c'è però indubbiamente il racconto della Genesi che comincia appunto con la creazione della luce, il primo giorno. La luce solare diventa il manto in cui si riveste l'Altissimo e l'oro simbolo efficace della luce divina. Il simbolismo positivo del giallo oro, del sole e della sua luce è applicato a Gesù fino ad oggi. Tale attribuzione è evidente soprattutto nell'arte. Gli artisti cristiani amano dipingere Gesù con i capelli biondi e dorati, dorata è l'aureola che cinge il suo capo. Il Cristo è il vero sole spirituale e il giallo-oro diventa emblema di fede. Egli è l'unico Sol Invictus, colui che dona la luce. Questo significano i raggi dorati che si sprigionano dal capo del Cristo in molti antichi ritratti.

Non è tutto oro quel che luccica verrebbe da dire. La Bibbia, infatti, consapevole del fatto che il giallo dell'oro non si trova puro in natura, ma va liberato dalle impurità per essere luccicante e splendente, utilizza molto l'analogia dei cuori che devono essere purificati come l'aureo metallo. Lo afferma il libro dei Proverbi ma anche la prima Lettera di Pietro dove si legge “siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po' di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell'oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco – torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà”.
In alcuni testi biblici l'oro condivide il colore con lo zolfo, colore infernale per antonomasia. Quest'ultimo è protagonista, ad esempio, del celebre episodio della distruzione di Sodoma. Il giallo zolfo, immagine del decadimento morale, è esso stesso ciò che produce la rovina delle città pervertite; e il libro dei Salmi, i vari profeti e l'Apocalisse riprendono il valore simbolico negativo del giallo zolfo. Qualcosa si malsano nel giallo c'è non solo per la salute fisica, come accennato, ma anche per la negligenza morale: giallo o meglio ingiallito è quello che è trascurato, usurato, non pulito, una corruzione del bianco che quando è come dev'essere diciamo non a caso, “è bello bianco”.
Sempre per questa connotazione negativa va segnalata una tradizione rabbinica che identifica il frutto proibito dell'Eden con il limone: colore della buccia e acidità della polpa la spiegazione di tale attribuzione, come accennato.

Più vicino a noi e non con una connessione logica se non quella di richiamare l'attenzione, di attrarre, il giallo è diventato sinonimo di poliziesco, criminale ma è un fatto tutto italiano legato alla collana de' “I Gialli” di Mondadori.

Ricordiamo che la lingua non è solo uno strumento di comunicazione ma una visione del pensiero e per questa la lingua dei segni è nazionale, è legata al contesto e alla storia. In tal senso faccio qualche esempio in francese, la lingua che mi è più affine per ricordare che i francesi hanno molte sfumature di giallo. Il nostro “giallo paglierino” diventa “giallo paglia”, jaune paille, ma esistono anche, ad esempio, il “giallo mais”, jaune maïs e il “giallo Marte”, jaune de Mars. Quest'ultimo è un pigmento molto simile all'ocra costituito da ossidi di ferro sintetici e pertanto deve il suo nome al dio della guerra e protettore del ferro, che per i romani era, appunto, Marte. Molto poetico è invece il “color aurora”, aurore, un giallo leggermente rosato simile proprio al colore del cielo prima del sorgere del Sole. Être peint en jaune letteralmente significa “essere dipinto di giallo”, nel senso di “essere cornuto”, tradito in una relazione.
Completamente sconosciuto agli italiani è inoltre il color Nankin, nome francese della città cinese in cui in passato veniva prodotto l'omonimo tessuto dal colore giallo chiaro.

Ilaria Guidantoni

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