
Nel Nord della Siria le forze curde, come stabilito dall’accordo tra Russia e Turchia, hanno completato il loro ritiro. Da domani dovrebbero cominciare i pattugliamenti congiunti turco-russi lungo il confine siriano. Ma questo non ha impedito che gli scontri armati tra le truppe di Damasco, insieme a quelle curde, e le truppe di Ankara. Ma come era prevedibile e previsto Erdoğan ha già fatto capire che continuerà a fare quello che vuole dichiarando che “la Turchia si riserva il diritto di lanciare una nuova operazione contro i militanti delle Unità di protezione del popolo curdo (Ypg) in Siria se questi non si ritirano di trenta chilometri dal confine turco. Se necessario, la Turchia potrebbe aumentare la zona di sicurezza nel nord della Siria“.
L’Europa è ferma a qualche dichiarazione o poco più del Parlamento che lo scorso 25 ottobre in una risoluzione non legislativa esprime solidarietà al popolo curdo e invita il Consiglio Ue a introdurre una serie di sanzioni e di divieti mirati. Per il resto silenzio assordante.
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