
L'aggettivo “smart”, letteralmente “intelligente”, è diventato di moda. Come altri, del resto. “Sostenibile”, “virtuale”, etc. Che poi sono sinonimi l'uno dell'altro.
Non semplice inglesismo Smart pur esso, ma per indicare, in genere, l'avvento di nuove tecnologie, in particolari digitali, universalizzate, usando un linguaggio internazionale. Le nuove tecnologie sono applicabili ormai praticamente a tutto. Fin anche alla città ed al territorio, intesi “oggetti dello spazio dilatato“. Dimensione inconsueta rispetto agli altri strumenti più maneggevoli, “a portata di mano”. Telefono-cellulare, tablet, computer, etc.
Smart sinonimo non solo di novità, ma di “vivere all'avanguardia“, ad oltranza.
Consolidando definitivamente la nuova “civiltà contemporanea”, che, veloce, subentra e si sostituisce alla precedente civiltà molto genericamente definita “moderna”.
È l'avvento di una nuova qualità di “intelligenza” mista, umana-artificiale, “antropomorfa” e “tecnomorfa” al tempo stesso. Contro l'essere umano di una volta? Intelligenza (smart) sempre più iper-umana.
Il termine “intelligente” sta comunque dilagando forse in eccesso, preoccupando non poco.
Tale aggettivo, da sempre riferito alle capacità intellettuali “umane”, è oggi viceversa associato sempre più ad “oggetti di intelligenza artificiale”. In particolare a “Tecnologie”, che possiedono capacità operative già superiori alle nostre.
Per ora imitano soltanto le nostre capacità intellettive, senza iniziativa autonoma. “Intelligenti”, quindi, solo di riflesso, ancora governate dal cervello umano. Le usiamo solo “per estensione”, come protesi intellettive amplificanti. “Intelligenza in aggiunta” che è, al tempo stesso, dentro e fuori di noi. Sperando che rimanga a lungo la supremazia del click umano. Lasciando il resto alla Fantascienza di supremazia inversa.
Il digitale è il più “singolare” evento contemporaneo di tipo “intelligente”, ancora apparentemente autonomo rispetto alle nostre evoluzioni umane. Che, però, diventa manifestazione tecnologica estensibile pura, in crescent, in alcune attività speciali, dove l'uomo non arriva, per velocità e complessità quasi simultanea. La tecnologia digitale diventa supporto ed addirittura sinonimo di “Smart” in generale e viceversa. Quindi nuovo riferimento e sinonimo di “contemporaneo”. Mutando il nostro essere in divenire.
Il termine “contemporaneo” supera, ovviamente, il generico concetto di “attuale”, per porsi in una proiezione senza fine, con straordinarie scoperte tecno-scientifiche, che ribalteranno tutte le nostre previsioni attuali.
È il digitale che fa il “contemporaneo”, o è quest'ultimo a contenerlo al proprio interno, senza esserne soggiogato? Il “contemporaneo” fagociterà tutto con grossi rischi di subordinazione inversa? Queste domande lasciano il tempo che trovano, comunque aumentando la nostra incertezza attuale, mista al “panico” sempre più globale.
Dopo la “città Smart” il “territorio Smart”. Fino alla “megalopoli mondiale Smart”….. E così via verso la “mondializzazione smart”.
La “smart City” è la prima e più elementare cellula della “intelligenza spaziale”. Nasce come una diverso avanzamento della “qualità urbana” tradizionale, individuale e generale al tempo stesso. Non solo come normale processo umano, in effetti da sempre avvenuto, ma come totale ribaltamento della società verso una nuova e stratosferica “civiltà contemporanea”.
Tutto cambierà fino a che il termine “intelligente”, oggi in abbondanza, si saturerà tanto da sparire in un nuovo modo di vivere. Solo una trasmigrazione che ora sembra eccezionale.
La “città diversa” percorrerà tutte le fasi delle “città invisibili” di Italo Calvino, per arrivare alle città del futuro immaginate tanto tempo fa nella Metropolis di Fritz Lang.
Il cerchio si chiude e ricomincerà a girare, trasformando continuamente fantasia e realtà. Le prime “città Smart” si sono manifestate con una iniziale organizzazione “intelligente” di alcuni dei più elementari “servizi alla comunità” e di “servizi ai cittadini”, con l'inserimento “dall'esterno” di nuovi “strumenti intelligenti”, autonomi o pensati proprio per la città.
Questi singoli strumenti intelligenti si moltiplicheranno e si integreranno tra loro sempre più, fino alla nuova “città infinitamente intelligente”, dove tutto è alla fine tutto integrato.
Gli “strumenti intelligenti” rimangono quello che sono, fino a che la città non deciderà di “strutturarsi” in modo diverso. Per ora sono solo sussidi “esterni”. “Soft intelligence” oggi e “Hard intelligence” da venire. Passaggio facilitato dal progressivo processo di digitalizzazione integrata della città. Attualmente siamo ancora nello stato della Città tradizionale, che si adatta ad ospitare oggetti e sistemi “intelligenti” ancora estranei.
Sono le micro “Auto Smart” urbane ad energia elettrica, che tendono a migliorare il livello di inquinamento urbano, con grande facilitazione della circolazione urbana. Rendendo più veloci i collegamenti con i sistemi reticolari e puntuali collettivi tradizionali, ovvero verso quelli già “intelligenti”. Sistemi semaforici intelligenti; informazioni in tempo reale dei percorsi preferenziali, anti-intasamenti; parcheggi pubblici-collettivi intelligenti. Etc.
Un nuovo aiuto alla città verrà dalle auto smart “a guida intelligente” (guida artificiale), con regolazione/facilitazione delle precedenze, della visione anticipata dei sistemi di regolazione del traffico, della localizzazione e grado di uso dei parcheggi, etc.
Oltre al vantaggio di una maggiore “fluidità urbana”, verrà la diminuzione degli incidenti, delle contestazioni e simili, riduzione dei relativi costi sociali, etc. Alla fine l'auto guiderà l'uomo e non più l'inverso, con scambio “padrone-guidatore”.
Più timidamente si fanno avanti i nuovi “mezzi di trasporto pubblico” (metano e energia elettrica). Con moduli dimensionali misurati a percorsi più frequenti, secondo circuiti individuati con modelli urbani di maggiore intensità pubblica. “Mobilità intelligente“.
I mezzi pubblici innovativi, solleciteranno una più forte azione dinamica dell'intero sistema città, che, così, coniuga Mobilità e Urbanistica insieme, prima separate.
Quindi iniziative di “Bikesharing“, di “Scoutersharing” (“Carsharing” urbano), con un parallelo sistema di circolazione “morbida” della città. Percorsi ciclabili laddove possibile, nel Centro urbano consolidato con “piste lente” forzate, e, nelle nuove Aree periferiche, “piste lente prescritte”. Individuando a monte “Sezioni-tipo stradali multifunzionali.
I cellulari smart (tablet portatili e simili) per ora sono i più semplici strumenti di interrogazione-ricezione delle condizioni utili della città, che, a sua volta, si adeguerà con Data-base generali, accessibili in tempo reale, con un generale asseto “intelligente” della sua gestione globale. Arriveranno poi i “cellulari smart urbani” (magari in uno ai cellulari principali individuali), con integrazione specializzata dei sistemi informativi pubblici-privati.
Nasce, così, il tema ancora più generale della “Condivisione urbana” (“Urbansharing), che rappresenta il secondo passo “intelligente” dell'intero sistema gestionale urbano verso l'”intelligenza urbana globale”. La sola introduzione di “mezzi intelligenti” estranei abbandona la città alla sua pregressa situazione aggrovigliata di organismo obsoleto.
La terza, e forse ultima fase per la “città intelligente globale” è quella della nuova “pianificazione intelligente“. Di pianificazione ne abbiamo piene le tasche. Tutte le precedenti fasi dello sviluppo urbano hanno creato una frattura tra il lavoro di tavolino e la realtà successiva. A causa, dicono, di un eccessivo sfasamento temporale. O divaricazione tra l'incerta disponibilità finanziaria e l'attuazione successiva di programmi che vogliono soldi. Quindi “complessità” di soggetti coinvolti e temi interdisciplinari, nei riguardi di un processo di sviluppo urbano, che è tra i più ingarbugliati e difficili. Quindi la stessa crisi lunga dell'Urbanistica, ormai endemica. In ultimo la crisi della crisi attuale.
La città è il coacervo massimo di tutte queste infinite componenti, solide o astratte (umane), rappresentando l'intero scenario planetario delle varie civiltà storiche.
Se si vuole trasformare il concetto della “pianificazione”, da tradizionale strumento concettuale-astratto, realmente coerente, occorre (dicono), il ricorso ad nuovo stadio intermedio (“intelligente”), che consiste nella preliminare “pianificazione strategica”.
Una nuova mediazione tra parole e fatti, sia individuando a monte gli “obiettivi”, sia i modi (le “strategie”) per perseguirli. Un modello di facilitazione di sintesi fra teoria e prassi, che, però, per essere perfetta, deve già individuare i “mezzi”, anche economici-finanziari, per traguardi effettivi, in tempi in tal caso individuati da specifici “Cronoprogrammi”.
L'elemento critico resta un nuovo “governo” dell'intero processo, con ciò chiamando in causa una nuova capacità amministrativa globale (politica e burocrazia), non ancora adeguata alla nuova teorizzazione strategica intelligente.
Si tratta di un cambiamento radicale definito con l'inglesismo di “GOVERNANCE”, cui affidare, ancora una volta, l'aggettivo di “intelligente”. La parola ad una nuova politica.
La nuova “URBANISTICA” resuscitata, sarà il collante strumentale finale, al perimetro dell'intero nuovo circuito. È impensabile, del resto, una nuova “città intelligente” ferma a quella di sempre, con semplici inserimenti dall'esterno, sia oggettuali, sia concettuali. La trasformazione intelligente è soprattutto strutturale.
Il discorso sul “territorio intelligente” è analogo a quello urbano, ovviamente, sia pure ancora subalterno alla prima donna “città”.
Eustacchio Franco Antonucci
Bibliografia per la navigazione digitale
Atlante delle a Smart City – Comunità intelligenti europee ed asiatiche – Eleonora Riva Sanseverino, Raffaella Riva Sanseverino, Valentiva Vaccaro.
Vi anello Michele – Smart Cities – Gestire la complessità urbana nell'era di Internet
Smart City, Smart Citizen – Carlo Ratti
Giuliano Dall'O – Smart City – Si descrivono i casi di Torino Bari o Genova, con particolari aspetti dai trasporti all'istruzione, dalla sanità alla sostenibilità, etc.
Aldo Bonomi, Roberto Maniero – Dalla Smart City alla Smart Land – Emerge il disfacimento delle logiche “localistiche” che ancora oggi dominano gli interventi a livello territoriale di singoli Comuni o Enti pubblici, ripensati al livello di “megalopoli diffusa”, come parte di una smart land. (dalla città al territorio, come filosofia più generale)
Sito – italiansmartcity.it – il Portale dei progetti Smart in It
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