
Sospendere i brevetti sui vaccini sarebbe la strada più giusta e pratica per accelerare la campagna vaccinale in tutta l'Unione europea. La sconfitta della pandemia è rallentata, con il conseguente e drammatico carico di morte e sofferenze, proprio per la scarsità dei vaccini oltre che dell'incapacità organizzativa dei governi.
E adesso in Italia non è ancora chiaro cosa sia successo alle presunte 29 milioni di dosi che l'Ue sospetta siano state tenute nascoste da Astrazeneca per spedirle nel Regno Unito.
Sospendere i brevetti sui vaccini significherebbe proprio rendere più semplice la produzione dei sieri e questo agevolerebbe non solo i paesi UE ma anche i paesi poveri, in molti dei quali la campagne o non è neppure cominciata o ha numeri irrisori. Del resto è difficile pensare di liberarsi della pandemia, in un mondo globalizzato, se tutti i paesi del mondo non sono liberi dalla pandemia.
Ieri la Camera ha approvato una mozione con 384 voti favorevoli, 28 contrari e 22 astenuti una a prima firma Angela Ianaro, deputata del M5S che impegna il Governo a chiedere, all'interno delle competenti sedi dell'Unione europea, una deroga temporanea e la concessione di licenze obbligatorie per i vaccini Covid-19.
Inoltre si chiede all'esecutivo di aumentare la capacità produttiva e di ricerca a livello europeo e di portare la produzione dei vaccini Covid-19 nel territorio italiano.
Quanto richiesto non è nemmeno un atto fuori dalle regole internazionali in caso di «particolare gravità». E «Se non ora, quando?», aveva scritto su The Guardian il segretario dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), Tedros Adhanom Ghebreyesus. La stessa mozione lo spiega nel dettaglio:
«la deroga è prevista in base all'articolo IX, commi 3 e 4, dell'Accordo di Marrakech che ha costituito l'Organizzazione mondiale del commercio e consentirebbe una sospensione temporanea di tutti gli obblighi contenuti nella sezione I, parte II, dell'Accordo TRIPs, quella concernente copyright, disegni industriali, brevetti, protezione di informazione non condivisa».
Può essere imposta una licenza obbligatoria che comunque implica il pagamento di una royalty al titolare del brevetto, nel caso quest'ultimo dovesse rifiutarsi.
Il problema è che una decina di giorni fa in seno all'Organizzazione mondiale del Commercio (WTO) pochi il mondo ricco di USA, UE, Australia, Canada, Giappone, Regno Unito, Singapore e Svizzera con il Brasile è stata bocciata la richiesta di India e Sudafrica, appoggiata dalla maggior parte delle nazioni del WTO, di sospendere i brevetti su vaccini e trattamenti anticovid-19.
Una decisione che come ha detto Vittorio Agnoletto, portavoce della Campagna Europea Diritto alla Cura. Nessun Profitto sulla Pandemia, «i governi dei Paesi più ricchi del pianeta si sono assunti una grave responsabilità, che provocherà purtroppo moltissimi altri lutti, che in gran parte, si sarebbero potuti evitare. Mi chiedo se i nostri governanti, quando compiono queste scelte, siano consapevoli di tutte le conseguenze».
Il diritto alla salute sancito dalla Costituzione italiana in maniera chiara non è da decenni una priorità e anzi si è fatto sempre meno affinché si fosse assicurata la sua salvaguardia.
Pasquale Esposito
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