
In Spagna è prevista a mezzogiorno l'uscita dal carcere dei nove leader indipendentisti, detenuti dall'ottobre 2019 con l'accusa di sedizione, dopo che il governo ha approvato, e il re l'ha firmato, il decreto per l'indulto. Il premier Pedro Sánchez ha commentato dicendo che “intendiamo aprire un nuovo tempo per il dialogo” e che “incontreremo difficoltà lungo la strada, ma vale davvero la pena provarci”. Una decisione di fatto presa all'unanimità dal governo anche se all'ultimo momento per l'ex vicepresidente della Generalitat, Oriol Junqueras si è deciso che il provvedimento di grazia sarà subordinato a sei anni di assenza di reati invece dei cinque inizialmente previsti. È possibile che abbiano influito le ultime, non proprio concilianti, dichiarazioni di Junqueras. Da Barcellona gli indipendentisti catalani considerano la grazie un primo passo perché chiedono l'amnistia per la quale stanno raccogliendo le firme. I partiti di centro e della destra tutti contrari e considerano il provvedimento una strategia politica per tenere dalla parte dell'esecutivo i partiti autonomisti, Esquerra Republicana de Catalunya (Erc) in testa.
Nei prossimi giorni Sánchez potrebbe ricevere il presidente Pere Aragonés, Presidente della Generalitat della Catalogna e si potrebbe capire tempi e livello del dialogo. La Spagna resta profondamente divisa sulla questione catalana.
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