
Voci e sospetti circolavano da tempo su comportamenti non accettabili della corona spagnola. Per evitare che il fango sommerga la Casa reale, il re Felipe VI ha rinunciato all'intera eredità del padre Juan Carlos di Borbone, regnante fino 2014 e ora re emerito, e a tagliare la pensione annuale al padre ammontante a 194 mila euro provenienti dalle casse dello Stato.
Il motivo è dovuto all'inchiesta della magistratura svizzera su una presunta tangente del valore di cento milioni di dollari che sarebbe arrivata, nel 2008, su un conto allora intestato alla Fondazione Lucum, di base a Panama e proveniente dal ministero delle Finanze dell'Arabia Saudita. A beneficiarne l'ex-re Juan Carlos e in seconda battuta, del tutto inconsapevole stante alle dichiarazioni, l'attuale re. Dietro a questo flusso di denaro ci sarebbe, secondo il sospetto dei giudici, la costruzione dell'alta velocità tra le città di Medina e La Mecca.
La Lucum fu chiusa nel 2012 quando buona parte dei conti transitarono su un altro conto in un istituto alle Bahamas e intestato a Corinna zu Sayn-Wittgenstein, nobildonna tedesca e amica intima di Juan Carlos che si dice sia stata la causa della sua abdicazione in favore del figlio e attuale re.
Non solo ma, come riporta il quotidiano El Pais che ha avuto accesso ai conti, c'è anche il caso della Fondazione Zagatka, di proprietà di Álvaro de Orleans, cugino di Juan Carlos I, che ha pagato i voli privati dell'ex-re e lo ha nominato terzo beneficiario dei fondi gestiti se lui o uno dei suoi figli muoia.
Il re Felipe VI ha rivolto l'altro giorno un discorso al popolo spagnolo dopo lo scoppio della crisi da Covid-19 e le restrittive misure prese dal governo di Pedro Sánchez . Ha incoraggiato i cittadini, “questo virus non ci sconfiggerà. Al contrario. Ci renderà più forti come società; una società più impegnata, più premurosa, più unita. Una società che resiste a qualsiasi avversità“; ha ringraziato chi combatte la malattia; ha espresso la sua solidarietà a chi ha perso i cari e ha invitato a seguire le regole dettate dall'esecutivo [1].
Non c'è traccia nel discorso di quanto di grave è accaduto in questi giorni e che ha screditato la Casa reale.
Ma il coronavirus e la tragedia che sta colpendo la Spagna non ha fermato molti cittadini, soprattutto della Catalogna, per protestare dalle proprie abitazioni e con rumorosi strumenti domestici il discorso alla nazione che chiedeva unità contro la pandemia.
L'obiettivo della protesta è stato quello di richiedere che quei 100 milioni venissero versati alla Sanità pubblica [2].
Una casa reale da molto tempo poco incline ad avere comportamenti etici e politici di alta rettitudine, di trasparenza e equidistanza tra le parti politiche. Ma ora l'emergenza per il Covid-19 potrebbe, come in molti alti casi in giro per il mondo, mettere a tacere qualsiasi intervento, protesta o semplice riflessione.
Pasquale Esposito
[1] Miguel González, «Felipe VI: “Somos una sociedad en pie frente a cualquier adversidad”», https://elpais.com/espana/2020-03-18/felipe-vi-vamos-a-vencer-esta-crisis.html, 18 marzo 2020
[2] “Cacerolada en los balcones de varias ciudades contra el discurso del Rey”, https://elpais.com/espana/catalunya/2020-03-18/cacerolada-en-numerosos-balcones-de-espana-contra-el-discurso-del-rey.html, 18 marzo 2020
-----------------------------
-----------------------------
Se sei giunto fin qui vuol dire che l'articolo potrebbe esserti piaciuto.
Usiamo i social in maniera costruttiva.
Condividi l'articolo.
Condividi la cultura.
Grazie