Spagna. Sánchez e Iglesias uniti per il governo

Spagna Congreso de los Diputados

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Un editoriale della rivista spagnola Contexto dal titolo significato ed e auto esplicativo, “Con Iglesias sí, con Casado no”, commentando le elezioni dello scorso 10 novembre parla di un «risultato molto inquietante» vista l'avanzata, sugli stessi livelli di quanto va accadendo in Europa, dei neofascisti e la cui responsabilità è da condividere tra politici «che preferiscono appiccare il fuoco al dialogo» e i media che hanno legittimato «il nazionalismo spagnolo più duro, insieme ai discorsi di odio, xenofobia e machismo». L'unica soluzione possibile è, si legge ancora nell'editoriale, «un governo plurale e progressista, politiche sociali sempre migliori, più diritti civili e apertura del dialogo e fine della repressione in » [1].

Il presidente del governo in carica, , risponde durante la sessione di controllo alle domande dei gruppi parlamentari popolari e repubblicani il 18 settembre 2019. Foto Congreso de los Diputados

E Pedro Sánchez, premier uscente, sembra volergli dare retta. Essersi convinto, dopo la batosta elettorale subita, non tanto nei numeri quanto nel progetto di un governo in solitario, della necessità di una svolta prima che sia troppo tardi. Con grande sorpresa di tutti gli analisti, due giorni dopo il voto, Sánchez a nome del Partito socialista () e a nome di Unidas Podemos, in Parlamento hanno siglato un pre-accordo per la nascita di un governo di coalizione che assicura ad Iglesias il ruolo di vice-premier e che punta a durare per tutta la legislatura dando un'impronta progressista.

Di cosa parla l'accordo tra Sánchez e Iglesias?
Innanzitutto va chiarito che è abbastanza generico e non ci sono azioni concrete individuate tra le parti, rimandando al programma vero e proprio di governo.
I punti descritti sono dieci [2] e vanno dal creare lavoro (la per disoccupazione nell'UE è seconda solo alla Grecia) combattendo anche la precarietà, alla lotta al cambiamento climatico, ai nuovi diritti come quello ad morte dignitosa e all'eutanasia, a garantire il diritto alla cultura anche combattendo la precarietà del settore, alle politiche in favore delle donne reprimendo la violenza sessista e favorendo la parità di genere ivi compresa la parità di retribuzione.
Un punto, il nono, è dedicato alla Catalogna. Si parla di “garantire la coesistenza in Catalogna” incoraggiando il dialogo e di rafforzamento dell'autonomia all'interno delle regole costituzionali.

Le due forze politiche hanno 155 dei 176 seggi necessari per governare. Esistono un discreto numero di partiti di sinistra che possono appoggiare, anche dall'esterno il nuovo governo Sánchez. Tra questi c'è innanzitutto la Sinistra Repubblicana di Catalogna () che da sola 13 seggi e che si è detta disponibile ad astenersi e, quindi, favorire l'investitura del nuovo esecutivo a patto che Sánchez firmi un documento scritto per un vero dialogo politico sulla crisi in Catalogna [3].

La repentina decisione dei due leader di muoversi per la formazione del governo ha sorpreso pure tutta l'area indipendentista che non può facilmente arretrare, visto che la repressione di Madrid ha lasciato in carcere i suoi leader, ma nemmeno può facilmente opporsi alla nascita del governo con il rischio di andare a nuove elezioni dove la destra franchista e quella dentro gli altri partiti, leggi Partito popolare e Ciudadanos, vincerebbe a mani basse e, se al governo, potrebbe eliminare o ridimensionare di molto l'autonomia di Barcellona.

Le possibilità di riuscita di questo governo di sinistra che, come ha scritto Ignacio Escolar, ha già molti nemici, potrebbe dipendere dal fatto che «piace alla grande maggioranza degli spagnoli. Alla maggior parte degli elettori del PSOE e di Podemos. Ai sindacati. Alle organizzazioni sociali. Ai lavoratori precari. Ai giovani che sono dovuti emigrare. A molti pensionati. A tante donne oppresse dal maschilismo. Pedro e Pablo non li deludete» [4].
Pasquale Esposito

[1] “Con Iglesias sí, con Casado no”,
[2] L'elenco è riportato integralmente su https://www.eldiario.es/politica/DOCUMENTO-alcanzado-PSOE-Unidas-Podemos_0_962754169.html
[3] Camilo S. Baquero e Carlos E. Cué, “ERC quiere que Sánchez firme un compromiso con el diálogo político”, https://elpais.com/politica/2019/11/15/actualidad/1573848258_275014.html, 16 novembre, 2019
[4] Ignacio Escolar, “Una grande opportunità per la democrazia spagnola“, eldiario.es, in Internazionale, 15 novembre 2019, pag. 26

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