Spesa militare. Il mondo è sempre più una polveriera

aereo da combattimento armi
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È da otto anni che si spende sempre di più in nel mondo e il 2022, secondo l'annuale rapporto dell'Istituto internazionale di ricerca per la pace di Stoccolma (), siamo all'ennesima cifra record. La spesa militare nel mondo ha raggiunto l'importo di 2.240 miliardi di dollari (+3,7% rispetto al 2021) con l'Europa a rappresentare l'area dove essa è cresciuta in maggior misura. Le cifre sono espresse in termini reali e quindi al netto dell'inflazione, altrimenti – in termini nominali – gli importi sarebbero superiori.

La guerra in Ucraina ha spinto e, purtroppo, continuerà a spingere le delle nazioni europee: nel 2022 – secondo i dati SIPRI – sono cresciute del 13% e alla NATO, dalle ultime dichiarazioni, non basta più l'impegno a spendere il 2% del PIL dei rispettivi aderenti. A proposito della NATO, le nazioni che compongono l'alleanza militare sommano il 55% del totale della spesa mondiale: un aumento dello 0,9% rispetto al 2021, per arrivare alla cifra totale di 1.232 miliardi di dollari. La guerra ha innescato in diverse nazioni europee aumenti a due cifre rispetto al 2021, come nel caso di Finlandia (+36%), Lituania (+27%), Svezia (+12%) e Polonia (+11%). Nel 2022, in Germania, il cancelliere Olaf Scholz ha avviato il più grande riarmo dalla fine della Seconda guerra mondiale. In generale, l'Istituto spiega che il bilancio militare degli stati dell'Europa centrale e occidentale, in termini reali, supera quello del 1989, l'ultimo anno della guerra fredda.

La Russia – con l'invasione dell'Ucraina – ha impiegato circa 86,4 miliardi di dollari (pari al 4,1% del PIL del paese nel 2022), con un aumento di circa il 9,2% ma con un impegno rivolto molto più alla guerra che all'esportazione. Esportazioni in calo anche perché la Cina, secondo un altro studio SIPRI, importa meno dalla Russia, essendo sempre più autosufficiente nella produzione di armamenti. Sul fronte delle esportazioni, la Francia ha una quota dell'11% nel periodo 2018-22; era del 7,1% nel 2013-17, con un aumento del 44%. Nel giro di qualche anno potrebbe scalzare la posizione di secondo esportatore, superando la Russia stessa [1]. L'Ucraina – a causa dell'invasione subita – ha fatto registrare, in un anno, il più alto aumento (+640%) della spesa militare mai osservato, arrivata a 44 miliardi di dollari. A comandare questa graduatoria da incubo mortale, in Europa centrale e occidentale, c'è il Regno Unito, con 68,5 miliardi di dollari, di cui circa 2,5 in aiuti finanziari all'Ucraina.

Nel mondo invece in cima ci sono gli USA (anche come produttori, seguiti dalla Russia), che con i loro 877 miliardi di dollari nel 2022 spendono il 39% di quanto viene speso globalmente: una cifra tre volte superiore a quella della Cina, che è la seconda nazione in questa classifica. La spesa militare di Pechino è al 28° anno di aumento consecutivo, con una stima totale di 292 miliardi di dollari per il 2022. Al terzo posto troviamo Mosca e al quarto l'India, con 81,4 miliardi di dollari; quindi, l'Arabia Saudita, che – con un incremento a due cifre – porta il suo bilancio a 75 miliardi. L'Italia spende 31,5 miliardi di dollari, che il SIPRI registra in diminuzione, anche se il dato «sembra in contrasto con i dati di dettaglio, sempre in crescita, elaborati invece dall'Osservatorio Mil€x sulla spesa militare italiana, così come quelli Nato, per i quali vi è una sostanziale stasi» [2]. È il continente africano a veder diminuite, dopo tanto tempo, le spese militari: laddove però spicca il + 88% dell'Etiopia, a causa della guerra in Tigray.

La spesa militare nel mondo rappresenta quasi il 6% della ricchezza globale, mentre non riusciamo a onorare l'impegno ONU, datato 1970, a destinare lo 0,70% del PIL statale allo sviluppo; in Italia siamo fermi allo 0,31%. Il mondo, nonostante la narrazione comune della necessità di armarsi sempre più per difesa, è sempre meno sicuro.

Come ricorda Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana Pace e Disarmo e della Campagna Globale sulle spese Militari (Gcoms), «i Paesi che cercano di superarsi l'un l'altro comprando armi di tutte le dimensioni non stanno seguendo una corretta strategia di difesa e sicurezza. Non ha funzionato in passato e non funzionerà mai»; inoltre, «la dipendenza globale dalla militarizzazione distrugge la fiducia tra popolazioni e mina gli sforzi di cooperazione tra i Paesi». La richiesta ai Governi è di «ridurre le spese militari impegnando i fondi per una sicurezza comune e umana, investendo nei veri bisogni delle persone e del pianeta al fine di costruire una pace giusta e sostenibile. Per darle una possibilità, dobbiamo dare fondi alla pace» [3].

Per concludere, va aggiunto che continuando a crescere nella produzione e nell'uso delle armi non solo si cancellano vite umane, si provocano sofferenze e milioni di sfollati e profughi ma si devasta anche l'ambiente, peggiorando le opportunità per fronteggiare la crisi climatica. I 127 miliardi di aumenti in spesa militare nel 2022 sono superiori ai 100 miliardi annui necessari a limitare le conseguenze disastrose dovute al cambiamento climatico.

Pasquale Esposito

[1] Daniel Boffey, France challenging Russia as second biggest arms exporter behind US, 13 marzo 2023.
[2] Luca Liverani, Sipri. Mai così tanti: nel 2022 nel mondo spesi in armi 2.224 miliardi di dollari, 24 aprile 2023.
[3] Francesco Vignarca, Oltre 2mila miliardi investiti nel mondo per gli eserciti, 25 aprile 2023.

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