
Stefano Bollani e Valentina Cenni ci hanno regalato, nel periodo marzo-maggio 2021, una delle trasmissioni più intelligenti, brillanti e gradevoli della storia della TV italiana: Via dei Matti n.0. Una (troppo) breve striscia quotidiana di meno di mezzora nel corso della quale la coppia parlava di musica e di tutto quanto, nella nostra vita quotidiana, alla musica è legato e da essa è influenzato.
Un argomento diverso per ognuna delle 35 puntate andate in onda, ciascuna impreziosita dagli intermezzi musicali dell’impareggiabile Bollani, ben coadiuvato dalle sorprendenti qualità canore della Cenni e dalla presenza di ospiti prestigiosi (basti citare per tutti De Gregori, Bennato, Finardi, Vanoni, Baglioni, Concato).
Con la sua verve e la sua abilità affabulatoria Bollani ha smentito la famosa affermazione di Frank Zappa (Parlare di musica è come ballare di architettura) e ha dimostrato che di musica si può anche parlare a patto di possedere le necessarie competenze e conoscenze e di saper alternare notizie tecniche e aneddoti divertenti con brani musicali suonati in maniera impeccabile ma sempre con giocoso senso di divertimento e senza alcuna saccenteria.
Invito quindi tutti coloro che si fossero persi questa trasmissione, che nel 2021 si è aggiudicata il Premio Flaiano quale miglior programma culturale, a recuperarla su RaiPlay.
In attesa del nuovo ciclo di puntate preannunciato per la prossima stagione televisiva, domenica 5 giugno Rai3 ha messo in onda una sorta di puntata speciale di Via dei Matti dal titolo Picture Show.
Un’intera serata dedicata al cinema e alla musica e al rapporto strettissimo che li lega da sempre, durante la quale la coppia Bollani-Cenni ha riproposto un duetto fatto di dialoghi, ricordi, aneddoti, suggestioni, rimandi, sempre accompagnati e spesso stimolati dalle note del pianoforte e inframmezzati da qualche scanzonata esibizione canora.
A fare da contorno alcuni ospiti amici della coppia: il cantautore Brunori Sas, il maestro Nicola Piovani, il comico Lillo, la violoncellista Miriam Prandi e il compositore Goran Bregović. A supportare con gusto e bravura le esibizioni canore e musicali degli ospiti e dei padroni di casa una miniband composta da Gabriele Evangelista al contrabbasso, Bernardo Guerra alla batteria e Arnaldo Vacca alle percussioni.
Devo subito confessare che il programma è risultato piuttosto deludente. Forse avevo aspettative troppo alte ma mi è parso che il più ampio respiro concesso al format (ben 145 minuti) non gli abbia giovato. Un conto è chiacchierare, suonare, cantare e ospitare un amico nell’arco di 25 minuti; ben altra cosa è riuscire a intrattenere, mantenendo alti l’interesse e l’attenzione dello spettatore, per oltre due ore.
L’argomento era ghiotto: il connubio cinema e musica si presta a infiniti racconti ed è in grado di riportare alla mente immagini e ricordi che spaziano dall’infanzia ai giorni nostri.
Ma un unico tema per tutta la durata della trasmissione è parso ostacolo eccessivo da superare sia per Bollani, che ha troppo gigioneggiato e ha finito con il perdersi in gag ripetitive e poco divertenti, sia per la Cenni, che si è mostrata spesso incerta e poco spontanea.
La coppia funziona alla perfezione quando il ritmo è serrato e il gioco dei rimandi e dei ricordi è concentrato in pochi minuti e su un solo argomento. I tempi lunghi e dilatati e la monotematicità hanno viceversa mostrato, da parte di entrambi, indecisioni e cali di tensione.
Gli ospiti non sono stati di grande aiuto per risollevare le sorti della serata.
Brunori Sas ha proposto il suo brano La verità, tratto dalla colonna sonora del film Odio l’estate di Massimo Venier con Aldo, Giovanni e Giacomo. Canzone interessante ma non certo memorabile, penalizzata dalla poca voce dell’autore e da qualche incertezza di intonazione.
Il Maestro Nicola Piovani ha raccontato un paio di aneddoti riguardanti soprattutto la colonna sonora del film La vita è bella di e con Roberto Benigni, grazie alla quale si è aggiudicato il Premio Oscar nel 1999. Ha poi suonato, insieme a Bollani che lo ha “accompagnato” al pianoforte elettrico, Il pianino delle meraviglie, una musica composta per il film Good morning Babilonia dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani. Il Maestro è apparso però un po’ svagato e poco interessato a interagire con i conduttori ed è risultato poco empatico.
Il comico Lillo mi è sembrato del tutto fuori contesto e le sue (ben) tre apparizioni sono state molto deludenti. Bollani e la Cenni non sono riusciti a fornirgli una valida spalla e la sua comicità surreale è risultata vecchia e scontata.
Dal punto di vista musicale la giovane ma già affermata violoncellista Miriam Prandi ha risollevato di molto le sorti della serata eseguendo il primo movimento della Suite n.1 in Sol Maggiore di Johann Sebastian Bach.
Purtroppo il livello musicale è tornato ad abbassarsi con la partecipazione dell’attore Luca Marinelli il quale si è esibito nell’esecuzione di Mani bucate di Sergio Endrigo, brano inserito nella colonna sonora del film Io la conoscevo bene, capolavoro di Antonio Pietrangeli con la quasi debuttante Stefania Sandrelli.
Dopo qualche imbarazzante incertezza nel dialogo con i conduttori (sembrava che nessuno dei tre sapesse bene cosa dire), Marinelli ha poi deciso di proporre, quale “canzone del cuore” in grado di evocare le immagini di un film, La casa di Hilde, uno dei tanti capolavori di Francesco De Gregori. Scelta encomiabile ma perché cantarne solo due strofe? Forse il brano è troppo lungo per essere eseguito per intero? In un programma di due ore e mezza credo proprio che il tempo per eseguire anche le successive tre strofe si sarebbe potuto trovare. Una mancanza di rispetto per la canzone e per l’autore che non mi sarei aspettato in una trasmissione di Bollani.
L’ultimo ospite è stato il musicista e compositore bosniaco Goran Bregović che ha cantato e suonato un suo brano tratto dalla colonna sonora del film Arizona dream di Emir Kusturica. Anche nel dialogo con Bregović i due conduttori sono parsi un po’ incerti, quasi non sapessero come interagire con l’ospite.
Nel corso della trasmissione Bollani si è concesso un paio di momenti al pianoforte e ha eseguito da par suo, con la brillantezza e l’originalità che lo contraddistinguono, un brano del compositore Fiorenzo Carpi tratto dallo sceneggiato televisivo Le avventure di Pinocchio diretto da Luigi Comencini.
Via dei Matti Picture Show mi è sembrata una trasmissione non del tutto riuscita, come se fosse stata scritta e preparata in fretta e furia quasi solo per fare da promozione alla ripresa della striscia quotidiana di Via dei Matti n.0 prevista per settembre (e magari anche al cd appena uscito nel quale Bollani e la Cenni ripropongono alcuni dei loro più riusciti duetti tratti dalla trasmissione della scorsa primavera).
Ma non vorrei che le mie critiche, forse un po’ severe, venissero travisate. Via dei Matti Picture Show, nonostante i difetti rilevati, resta una trasmissione di livello decisamente superiore rispetto allo standard dei programmi proposti in prima serata dalla nostra televisione nazionale. E la preparazione, la cultura, la simpatia, il talento mascherato da un apprezzabile “understatement” di Stefano Bollani e della moglie Valentina Cenni risultano sempre e comunque vincenti rispetto all’affettazione e alla superficialità dei tanti personaggi che popolano in TV le nostre giornate.
Mi sento quindi senz’altro di consigliare il recupero della trasmissione su RaiPlay a tutti coloro che se la fossero persa. E attendiamo con impazienza e fiducia la ripresa della striscia quotidiana di Via dei Matti n.0 il prossimo autunno sicuri che il duo Bollani-Cenni saprà ancora sorprenderci, divertirci e intrattenerci con intelligenza, garbo e professionalità.
GianLuigi Bozzi
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