
L'australiano guida sopra le difficoltà e precede il poleman Lorenzo e Rossi penalizzato da una strategia sbagliata. Ottimi Dovizioso e Capirossi, giunti ai piedi del podio. Mica facile vincere al Mugello, espugnare una roccaforte che, per sette anni a fila, è stata il feudo incontrastato di un certo signor Valentino Rossi.
A Stoner arrivare primo al Mugello non era riuscito neppure nel 2007, l'anno della conquista del titolo mondiale e dei record, per lui e per la Ducati.
La gara di ieri, invece, è stata un misto di astuzia, strategia e pazienza, quella dote che sembrava sconosciuta al giovane australiano, generalmente nervoso e impulsivo. In questi due anni Stoner è maturato, è cresciuto e ha imparato che a volte aspettare è meglio che gettarsi a testa bassa nella bagarre, costi quel che costi.
E perdere la pazienza, ieri, era davvero facile. Dopo un venerdì e un sabato dal tempo incerto ma asciutto, la mattina di domenica si presenta grigia e fredda, con la pioggia che fa la sua comparsa a intermittenza. Sebbene la peggio l'abbiano avuto i piloti della 250 e alle 14.00 non piova più, la pista presenta ancora delle pozze e la gara della MotoGp viene dichiarata “wet race” con la consapevolezza che, se le condizioni meteo non peggiorano, a un certo punto sarà necessario cambiare moto, così come era accaduto due settimane fa in Francia.
E, esattamente come quindici giorni fa a Le Mans la procedura flag to flag spariglia le carte in tavola e ci regala protagonisti inediti e cambi di fronte repentini. A cominciare dal vincitore, quel Casey Stoner che in evidente difficoltà con le rain rinasce con le gomme morbide passando dalla sesta alla prima posizione.
“E' stata una gara difficile e più di una volta mi sono detto “e' andata”. Poi sono riuscito a sistemare le cose” dichiarerà l'australiano dopo la bandiera a scacchi
“Una gara da matti” è invece il commento del poleman Jorge Lorenzo capace di agguantare un secondo posto insperato, viste le premesse. Lo spagnolo, infatti, cade nel giro di allineamento e, per non farsi mancare nulla, sbaglia completamente la partenza, con la moto che sbanda da tutte le parti come se stesse danzando sul ghiaccio. Morale: alla fine del primi giro Lorenzo è ottavo ma grazie alla tenacia e al coraggio, riesce a rimontare fino alla seconda posizione.
Gradino più basso del podio per il padrone di casa, Valentino Rossi, penalizzato da una scelta strategica sbagliata, per la verità una delle poche nella lunga carriera del Dottore. Mentre al cambio di moto – avvenuto più o meno a metà gara – tutti i piloti escono dai box con gomme morbide Rossi utilizza le dure, che ci mettono molto più tempo ad andare in temperatura. Memore della caduta di Le Mans Rossi mostra prudenza nei primi giri perdendo tempo prezioso e riuscendo dunque ad arrivare solo terzo.
“Io avrei voluto montare una gomma morbida all'anteriore – dirà poi Rossi al traguardo – ma mi hanno montato una dura”
La sconfitta brucia, e si vede. E chissà che la grafica disegnata apposta sul casco sfoggiato al Mugello, grafica che raffigura due mani nei capelli, non sia stata un segno premonitore.
Ai piedi del podio due italiani autori di una gara strepitosa, vale a dire Andrea Dovizioso e Loris Capirossi entrambi al comando della corsa per alcuni giri. Se Dovizioso lamenta ancora problemi di potenza alla sua Honda ufficiale, Capirossi, mai domo, è riuscito a tagliare il traguardo tra i primi nonostante la Suzuki sia decisamente più lenta delle altre nei rettilinei.
Una menzione speciale per Marco Melandri, che conferma come il secondo posto di Le Mans fosse più che meritato. Il ravennate è stato strepito nella prima parte di gara – quella sul bagnato –, meno efficace nella seconda, dimostrando tuttavia che lui, e la sua moto, hanno molto da dire.
La palma del più sfortunato va invece a Daniel Pedrosa. Lo spagnolo, partito già in condizioni fisiche precarie a causa di una frattura del troncantere destro, cade rovinosamente appena dopo il cambio della moto atterrando esattamente sulla parte già menomata e lascia la pista in barella. Come di consueto, le reali condizioni fisiche del pilota sono avvolte dal mistero; non ci rimane che aspettare di sapere se sarà al via del gran premio di casa, tra quindici giorni in Spagna.
Il Mondiale è più aperto che mai: le prime cinque gare se le sono spartite Stoner, Lorenzo (due vittorie a testa) e Rossi (una vittoria) divisi in classifica da soli 9 punti, con l'australiano che precede Lorenzo di quattro punti e Rossi, appunto, di nove.
Se Stoner è cambiato – e lo si vede anche dalla quantità di sorrisi che dispensa in giro e dalla loquacità nelle interviste, in passato molto più asciutte ed essenziali – c'è da pensare che la pressione psicologica subita l'anno scorso da Rossi quest'anno si faccia sentire in misura minore.
Per quanto riguarda Lorenzo, lo spagnolo è sicuramente galvanizzato dal fatto di andar meglio del suo molto più blasonato compagno di Team e c'è da chiedersi dove sarebbe adesso se non fosse caduto in maniera così ingenua a Jerez.
Dal canto suo Rossi vede la stessa medaglia di Lorenzo, anche se rovesciata. E la cosa non gli fa sicuramente piacere.
Il prossimo appuntamento è per domenica 14 giugno a Barcellona
Alessandra Rossi
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