Vittorio Foa, che aveva trascorso più di 8 anni nelle carceri fasciste e fatto la Resistenza nel Partito d'Azione, scriveva: «il revisionismo è indispensabile se aggiorna o cambia le interpretazioni, è intollerabile se nega i fatti. E il confine tra l'indispensabile e l'intollerabile talvolta si confonde. Occorre un grande senso di responsabilità per rispettare quelli che non ci sono più». I 335 martiri delle Fosse Ardeatine, in parte indicati dal questore Caruso e dal ministro dell'interno della RSI Buffarini Guidi, morirono perché antifascisti ed ebrei, non perché italiani. I tedeschi uccisi in via Rasella dai GAP non erano «una banda musicale di semi-pensionati», ma parte integrante delle truppe di occupazione, impegnate anche in operazioni di rastrellamento dei partigiani. Assunta la responsabilità di governare, la presidente del Consiglio Meloni, il presidente del Senato La Russa e i loro colleghi si ricordino sempre che la Costituzione, sulla quale hanno giurato e che è alla base del nostro vivere civile, è nata dalla lotta contro il nazifascismo. Scuse generiche alternate a silenzi assordanti non bastano.
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