Storico, ma non troppo, processo a Google

internet, tecnologia digitale

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Un processo contro il monopolio scorretto di cambierà qualcosa nel ? Sicuramente no. Molti analisti e commentatori, quello iniziato la scorsa settimana, lo definiscono storico perché potrebbe cambiare molte cose nel settore già in corso di stravolgimento per la diffusione dell'Intelligenza Artificiale. Non basterà un'eventuale vittoria nel processo appena iniziato a ridimensionare il potere di Alphabet, la multinazionale  da oltre  1.700 miliardi di dollari di valore in borsa e che controlla Google. Né tantomeno basterà a cambiare il potere al resto delle protagoniste di settore perché si tratterrebbe di mettere in crisi il dominio americano su . Del resto scorrendo la storia delle multe che sono state comminate nel corso di questi anni, non solo negli USA,  si può dire che hanno sì obbligato a mutare certe scelte operative ma non hanno per nulla scalfito la crescita delle aziende tecnologiche e del web e la loro capacità di fare business estraendo informazioni su ogni utente e di influenzare e controllare molti aspetti delle esistenze di ognuno di noi.
Quello che potrà accadere è un riaggiustamento delle regole per alcuni comportamenti anticoncorrenziali rispetto alla diffusione del suo motore di ricerca. E forse anche di altre compagini di Internet per la stessa non concorrenzialità di alcuni loro servizi. Questo è il parere di David McCabe, esperto di politica tecnologica del NY Times, che scrive: «è probabile che il caso sia il primo di numerosi processi a livello federale di monopolio contro le più grandi aziende tecnologiche» e a conferma specifica che «il Dipartimento di Giustizia ha intentato una seconda causa contro Google, sostenendo che ha abusato del monopolio sulla tecnologia pubblicitaria, e la Federal Trade Commission sta portando avanti un caso contro Meta sostenendo di aver eliminato i nascenti concorrenti acquistando Instagram e WhatsApp» [1]. E secondo Katherine Van Dyck, consulente senior presso l'American Economic Liberties Project, un'organizzazione no-profit che ha presentato una mozione per rendere pubblici i procedimenti giudiziari, «il processo relativamente alla ricerca di Google avrà enormi conseguenze per il nostro mondo digitale, il cui risultato determinerà il modo in cui milioni di americani accedono e utilizzano Internet» [2].

Il 12 settembre è iniziato presso il Tribunale distrettuale di Washington il processo che durerà dieci settimane e che vede da un lato il dipartimento di Giustizia americano e 38 stati e dall'altra appunto Google. Non tutto sarà alla luce del sole perché alcune sedute o parti di sedute non vedranno la partecipazione del pubblico in quanto potrebbero esserci informazioni, durante le testimonianze o durante l'esibizione delle prove, ritenute riservate dalle aziende. Saranno coinvolti diversi manager, incluso Sundar Pichai Amministratore delegato di Alphanet, ed esperti non solo di Google ma anche altre compagnie.

La causa è stata intentata dal dipartimento di giustizia degli Stati Uniti nel 2020. Le prime battute del processo, come testimoniano i resoconti dei giornalisti presenti, raccontano dell'avvocato del Dipartimento di Giustizia,  Kenneth Dintzer che nella dichiarazione di apertura ha sostenuto che «le prove dimostreranno che hanno nascosto e distrutto documenti perché sapevano che stavano violando le leggi antitrust. Questo è quello che ha fatto Google». Il gigante della Silicon Valley avrebbe stipulato, secondo l'accusa, accordi miliardari con aziende come Apple e Samsung per diventare il motore di ricerca predefinito sui dispositivi mobili diventando illegalmente dominante nel mercato (oltre il 90%). Insomma Google avrebbe mantenuto illegalmente un monopolio, ha usato la propria posizione per sbarazzarsi dei concorrenti.

La replica degli avvocati di Google è stata quella di evidenziare come il suo successo nella ricerca online è dovuto in buon parte ad un migliore servizio offerto e non ad accordi economici tra le parti e, in aggiunta, ha sostenuto che è facile per gli utenti cambiare motore di ricerca e che i produttori di dispositivi e browser promuovono anche altri motori di ricerca. Inoltre l'avvocato di Google ha posto in evidenza «i recenti investimenti di Microsoft nell'integrazione di strumenti di intelligenza artificiale generativa nei suoi prodotti di ricerca come un segno di concorrenza continua e innovazione nel settore, citando un post sul blog di febbraio in cui Microsoft ha affermato che l'integrazione dell'intelligenza artificiale nel suo motore di posizionamento di ricerca “ha portato alla il più grande salto di rilevanza degli ultimi due decenni”» [3].

In caso di sconfitta di Google, secondo William Kovacic capo della Federal Trade Commission dal 2008 al 2009, potrebbe essere costretta a smembrarsi ma «i tribunali negli Stati Uniti l'hanno sempre affrontata con molta prudenza. Il governo avrebbe l'onere aggiuntivo di dimostrare che sia una soluzione appropriata. È più probabile che in caso di violazione accertata vengano adottate soluzioni che modifichino il comportamento di Google con l'imposizione di restrizioni» [4].

Tornando alle conseguenze nel settore è bene ricordare che, come spiega Luca Celada, «il business e la tecnologia della ricerca di contenuti sono oggi sul punto di un balzo in avanti – o quantomeno verso l'ignoto. L'emergere dei sistemi “generativi” dell'intelligenza artificiale come tecnologia per organizzare la vastità dell'infosfera [l'insieme dei mezzi di comunicazione e delle informazioni che vengono prodotte dai mezzi stessi, ndr], rappresenta una sfida esistenziale per il modello Google. I sistemi che assorbono automaticamente la somma delle informazioni online per formulare risposte in formato domanda/risposta minacciano di sostituirsi all'indicizzazione di siti online, e promettono di rivoluzionare fruizione (e monetizzazione) di internet, sia per le aziende che per gli utenti, in modi ancora tutti da definire» [5].

Quello che non cambierà è la capacità di dominio che queste aziende che oramai hanno dimensioni di piccoli stati e in alcuni casi possono decidere anche l'andamento di una guerra.

Pasquale Esposito

[1] David McCabe, In Antitrust Trial, Former Google Employee Details History of Search Deals, 13 settembre 2023
[2] Kari Paul, Google goes to trial in biggest US challenge to tech power in decades, 11 settembre 2023
[3] Eva Dou, Christian Lima e Gerrit De Vynck , Google trial begins in first major tech antitrust case in decades, 12 settembre 2023
[4] Silvia Martelli, Google, l'ex capo FTC: il processo Usa plasmerà il futuro delle aziende dominanti, 16 settembre 2023
[5] Luca Celada, Stati uniti vs. Google: lo storico processo al monopolio di Alphabet, 15 settembre 2023

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