
L'amore è un vizio piacevole che corre lungo tutto il disco e porta con sé tutte le conseguenze, anche contrastanti, di questa passione onnivora.
“Come sei stata gentile fidanzandoti con lui” (Sei stata gentile).
“Parlami parlami finché non mi vedi impazzire” (Parlami).
“E non mi bastava niente quando mi servivi tu / E non mi piaceva niente quando mancavi tu” (Tu).
“Non la trovo per niente morale ma certo così, mi ammalerei di te” (Tentazioni).
Il circolo vizioso è il titolo del terzo disco del cantautore bresciano Nicola Tabellini in arte Tablo e segue, dopo due anni, Non mi senti altra raccolta di contrastate storie sentimentali.
Nonostante l'amore, o meglio l'innamoramento di cui narra le gesta, possa traviarti, spossarti o forse ammalarti Tablo lo canta con dolcezza e intimità che la sua voce non tradiscono mai, nemmeno quando ricorda Max Gazzè.
La produzione musicale e l'esecuzione della piccola orchestra composta da Claudio Gurra al pianoforte a muro e basso elettrico, Osman Meyredi al contrabbasso, Anna Ziliani al violoncello e Simone Gelmini alla batteria e percussioni assecondano l'ascolto di questi corti musicali grazie ad un marimonio ben assortito delle partiture strumentali. Una scrittura che si percepisce sempre più con la reiterazione dell'ascolto.
Come accade in Sei gentile gli arrangiamenti jazz, annunciati nel Prologo, colorano di note alcune canzoni de Il circolo vizioso, mentre le aperture verso ritmi più veloci che, spesso affrontiamo durante l'ascolto dei brani, ci conducono a sonorità più propriamente pop. Ritornelli più vivaci, fughe momentanee da un intimismo che avrebbe potuto divenire monocorde. E l'amore non è mai monotono, “se la scelta è fra non essere amati ed essere vulnerabili, sensibili ed emotivi, allora l'amore potete anche tenervelo” [1].
Non vi curate di noi e ascoltate!
Ciro Ardiglione
genere: cantautorato
Tablo
Il circolo vizioso
etichetta: Mizar Records
data di pubblicazione: 23 ottobre 2012
brani: 10 (Prologo compreso)
durata: 34:06
cd: singolo
[1] CHUCK PALAHNIUK, “Soffocare”, Mondadori 2003, pag. 223
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