
Una poesia urbana. Maleducata, irriverente, spinosa, a tratti commovente ma, sempre, profondamente e spudoratamente, umana.
Al teatro Vascello di Roma, dopo l’esordio cinematografico, è tornato Thanks for Vasilina spettacolo cult di Carrozzeria Orfeo che, al suo decimo anno di età, si conferma geniale, attuale e divertente.
Thanks for Vasilina è un’opera corale che, nell’arco dei suoi intensissimi e rapidi 90 minuti, tocca tematiche universali e offre la possibilità di approfondire delicate dinamiche famigliari e personali. Il tema del rapporto, con se stessi e con gli altri, è centrale. Tanto che lo spettacolo, scritto da Gabriele Di Luca, diretto dallo stesso, Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi, non per caso è «dedicato a tutti i familiari delle vittime e a tutte le vittime dei familiari”».
Secondo le note di regia: «Thanks for Vaselina racconta la storia di esseri umani sconfitti, abbattuti, lasciati in un angolo dal mondo che prima li ha illusi, sfruttati e poi tragicamente derisi». A mio parere, invece, questo spettacolo va oltre gli ultimi, nella misura in cui non ha nulla a che vedere con la realtà. Nella mia visione, Thanks for Vaselina è una favola dark, iperbolica e paradossale, che esaspera delle situazioni, portandole al limite del surreale, per dimostrare che anche se «Il buon Dio scaccolandosi annoiato nella sua jacuzzi disse: mi sa che ho creato molti amanti, ma non altrettanto amore», alla fine, tutti hanno una possibilità di riscatto e di trovare un posto nel mondo.
In scena un cast straordinario, affiatato e convincente, composto da Sonia Barbadoro, Pier Luigi Pasino e Carlotta Crolle, oltre a Gabriele Di Luca e Massimiliano Setti. Ogni personaggio rappresenta un “caso umano” e lo fa in maniera politicamente scorretta e irritante. I due protagonisti: Fil e Charlie, interpretati rispettivamente da Gabriele Di Luca e Massimiliano Setti, sono un duo comico travolgente e, nelle loro esternazioni, si bilanciano pienamente. Fil, pratico, cinico e concreto, sembra l’unico in grado di gestire la situazione e con un minimo di sale in zucca. Charlie, che nelle movenze, nel linguaggio e nell’abbigliamento, mi ricorda una sottile parodia di Lorenzo Cherubini, al contrario, appare come un entusiasta e un sognatore, pronto a battersi per cause non solo perse ma proprio inutili e insensate. Eppure, come spesso accade, le apparenze ingannano e lasciano il tempo che trovano, perché l’evoluzione dei due personaggi nel procedere del racconto prende una piega del tutto inaspettata.
Thanks for Vasilina è costruito su una serie di colpi di scena, che si susseguono dall’inizio alla fine, in un climax ascendente che si alimenta con l’ingresso dei diversi personaggi. L’inizio è letteralmente dirompente. Due lame di luce squarciano l’oscurità della sala. E i due protagonisti, come fossero astronauti sbarcati su un pianeta sconosciuto, conquistano il palco, uscendo da quelle che potrebbero ricordare altrettante navicelle spaziali, per rivelarsi poi ben altro. Con questa entrata “ad effetto”, il gioco è fatto ed il pubblico viene effettivamente catapultato in un’altra dimensione, quella del teatro.
Ogni personaggio ha una storia degna di essere narrata ed è portatore di un disagio interno dalla valenza universale. Lucia, interpretata da Sonia Barbadoro, è lacerata da un profondo senso dell’abbandono, del fallimento come donna e come madre, che si traducono in un sentimento di frustrazione e inadeguatezza così forti da sfociare in una grave ludopatia, patologia che, portandola a cercare sollievo e riscatto nel gioco, le fa perdere tutto, in primis la dignità nei confronti del figlio.

Wanda, Carlotta Crolle, porta in scena, in maniera nuda e cruda – menando un cric –, il rapporto con il corpo, nel suo caso, deformato dai chili di troppo derivanti da un’alimentazione che non è nutrimento ma ammutinamento, compensazione, consolazione. La patologia prende il sopravvento, in un rapporto con il proprio io governato dalla sfiducia e dall’odio per se stessi, per cui non si vede possibilità di salvezza. E, dato che il “disturbo alimentare” è solo il sintomo di un malessere più profondo, che si concretizza nella “diversità” di un corpo che non rispetta i canoni di bellezza convenzionali, chiaramente, questo personaggio, chiama in causa, come corollario, la necessità si accettarsi per quello che si è, senza dover affannosamente inseguire dei modelli imposti da una società maschilista, interessata alle apparenze. Ma non è finita qui, perché Wanda conduce ad un’altra scomoda e controversa tematica: la sessualità nella disabilità. Già perché la ragazza ha un fratellino speciale, che, come tutti gli adolescenti, avrebbe voglia e bisogno di esplorare la sua acerba sessualità. Bisogno cui la sorella, spontaneamente e senza malizia, risponde, dando prova di un’attenzione, una cura e una comprensione per le esigenze del fratellino disabile che purtroppo sono ancora estranei alla società contemporanea, come ben spiega Gianfranco Falcone nel suo prezioso articolo: Appunti per un discorso su disabilità e sessualità. Lo spettacolo poi continua a scavare, andando ancora più in profondità, estremizzando gli accadimenti per renderli davvero impattanti, ma non voglio svelare di più.
Infine, Thanks for vaselina tocca il tema della transessualità con Annalisa, alias Pier Luigi Pasino, padre di Charlie ed ex compagno di Lucia. Anche in questo caso, attraverso una verve ironica e graffiante, un susseguirsi di battute e osservazioni mordaci, la riflessione, focalizzata sulla difficoltà di trovare se stessi, è molto spessa e spinosa. Sottolineando come talvolta si cada nelle dipendenze per l’incapacità di ascoltarsi, accettarsi, capirsi.
Thanks for vaselina parla anche di comunicazione, dell’importanza di entrare in connessione con gli altri. Mettendo in risalto che, quando le proprie ragioni risultano incomprensibili a chi ci sta vicino, si cade in un’incomunicabilità che può rivelarsi letale per i rapporti, tanto da comprometterli.
Nel complesso lo spettacolo è magnifico, esilarante, “diversamente ottimista”. Iperbolico, vertiginoso, esagerato e persino tenero. Thanks for vaselina è visionario, pur essendo costruito su una scenografia abbastanza semplice se non per la brillante trovata scenica di Lucio Dania dei due box che, insieme al gioco di luci di Giovanni Berti e alle musiche originali Massimiliano Setti, contribuiscono a creare delle immagini fortemente suggestive.
Ludovica Palmieri
Teatro Vascello – Roma
Thanks for Vasilina
uno spettacolo di Carrozzeria Orfeo
Durata: 90′
Drammaturgia Gabriele Di Luca
Regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
Interpreti e personaggi
Gabriele Di Luca – Fil
Massimiliano Setti – Charlie
Sonia Barbadoro – Lucia
Pier Luigi Pasino – Annalisa
Carlotta Crolle – Wanda
Musiche originali Massimiliano Setti
Luci Giovanni Berti
Costumi Stefania Cempini
Scene Lucio Diana
Una produzione Marche Teatro / Carrozzeria Orfeo
-----------------------------
-----------------------------
Se sei giunto fin qui vuol dire che l'articolo potrebbe esserti piaciuto.
Usiamo i social in maniera costruttiva.
Condividi l'articolo.
Condividi la cultura.
Grazie