Thegiornalisti. Vecchio. Pop-rock britannico e melodia italiana, un mix reinventato

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Il gruppo romano continua a riscuotere consensi. Era già successo con il loro primo disco Vol.I. Il pop-rock di Vecchio, a dispetto del titolo e dei rimandi sonori, è un esempio di modernità in grado di innestarsi su memorie passate che ritornano a galla più facilmente, senza nessun effetto nostalgico, per chi ha qualche anno in più.

Vecchio consente due livelli di lettura a partire appunto dallo spartiacque dell’età. Quello della novità fatta di rotture, blocchi improvvisi, repentine deviazioni e di chitarre che in alcuni momenti sembrano lacerare lo spartito e l’altro livello, quello di una canzone che abbia un motivo per essere cantata. Una ricerca di nuove regole, che non siano una pedissequa imitazione dei classici e delle loro note che, pur restando inevitabili, vengono riscritte. Un’altra spinta alla crescita dell’indie italiano che appunto non rinnega il suo passato glorioso. Ascoltare la title track che meglio rappresenta quello che intendiamo quando parliamo di originali riscrittura delle regole della tradizione.
Thegiornalisti sin dal loro nome ci avvertono che lo sguardo nonostante sia scritto, arrangiato e cantato in italiano volge lo sguardo anche al di là dei confini. Sarà un caso che l’album sia stato registrato negli studi di Abbey Road? E si, evitando paragoni ingenerosi, sono anche gli anni ’60, e non solo d’oltre Manica, che ritroviamo nelle linee melodiche nelle dodici canzoni che scorrono raccontando storie spesso intrise di non sense e humor intelligente come quando cantano che “Tra il pubblico e l’artista preferisco la salute” o nella stessa Bere canta “se potessimo viaggiare come nei sogni dentro al letto io non ci scendo neanche morto dal letto”.

Bere, Pioggia nel Cuore, La tua pelle è una bottiglia che parla e se non parla vado fuori di me e Cinema corrono veloci per il suo rock’n’roll libero e lasciano intravedere, oltre certe influenze lontane, anche quelle più vicine ai nostri giorni come gli Strokes.
Mentre il “valzerGuido Così riapre gli sguardi verso la musica italiana, rappresentata da talenti come Rino Gaetano che compare nei momenti più “leggeri” del disco o da mostri sacri come Battisti o dal Sergio Caputo della domenica. A tutto questo la voce di Tommaso Paradiso dona versatilità tra, appunto, le melodie italiche e il brit pop, tra le storie dell’Italia dei genitori e le parole del duemila. Quelle parole che sono spesso uno scrigno di sorprese come ne Il Tradimento dove la debolezza del nostro essere ci porta a pensare che la trasgressione sia necessaria per affermare la propria esistenza.
A voi Tommaso Paradiso, Marco Primavera, Marco Antonio Musella (in tour si aggiunge al  basso Emanuele Guidoboni) e cioè Thegiornalisti. Non vi curate di noi e ascoltate.

Ciro Ardiglione

genere: pop-rock
Thegiornalisti
Vecchio
etichetta: Boombica/Audioglobe
data di pubblicazione: 24 settembre 2012
brani: 12
durata: 37:31
cd: singolo

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